Anno | 2019 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Italia |
Durata | 116 minuti |
Regia di | Rolando Colla |
Attori | Linda Olsansky, Koudous Seihon, Cristian Izzo . |
Uscita | mercoledì 1 luglio 2020 |
Tag | Da vedere 2019 |
MYmonetro | Valutazione: 3,50 Stelle, sulla base di 2 recensioni. |
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Ultimo aggiornamento mercoledì 1 luglio 2020
Il racconto poetico di due solitudini che si incontrano cercando di superare insieme le difficoltà di una vita ai margini.
CONSIGLIATO SÌ
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Ikendu è un rifugiato del Mali che, dopo avere lavorato in Libia è passato alle coltivazioni di pomodoro del sud Italia per poi raggiungere Bellinzona in Svizzera. Qui trova lavoro presso una fabbrica di pannelli che vengono inviati in Africa e si innamora, sposandola, di Patricia, un'immigrata ceca che ha due figlie nate da due relazioni. Tutto procede nella normalità fino a quando Ikendu non viene arrestato con l'accusa di spaccio.
Rolando Colla torna a leggere una società, quella svizzera, che si trova a confrontarsi con il fenomeno dell'immigrazione dal Sud del pianeta. Lo fa spinto dal desiderio di leggere nel profondo le esistenze, le ragioni e i torti dei suoi personaggi.
Potremmo definire lo stile di Colla come simile (e il paragone non dovrebbe offenderlo) a quello di Ken Loach. Come il regista di Nuneaton lui, che è nato a Sciaffusa, sa che il miglior modo di raccontare la Storia consiste nel chinarsi sulle storie della gente comune che spesso costituisce il sensore più attendibile di ciò che sta accadendo nel mondo.
Patricia e Ikendu li conosciamo a poco a poco, ne apprendiamo le fragilità così come gli slanci, i compromessi così come le speranze. Colla non dirige pamphlet in cui gridare contro ciò che non funziona ma piuttosto percorsi che, passo dopo passo, pongano chi guarda all'altezza di coloro che vengono guardati promuovendo non l'ipocrita compassione ma l'empatia. Un'empatia che spinga a chiedersi, fino all'ultima sequenza: "Cosa farei io se fossi al loro posto?".
C'è un proverbio attribuito ai nativi americani che dice: "Prima di giudicare una persona cammina nei suoi mocassini per tre lune". Colla ci chiede di camminare nelle scarpe di Ikendu e di Patricia, di comprendere le loro ragioni, di scoprire in parte il loro non detto e anche, in fondo, di indossare le calzature del Pubblico Ministero, se non per giustificarla almeno per capirne gli intenti in un film che tutti dovrebbero vedere. Anche coloro che sono per principio contrari agli immigrati. Perché in questa sceneggiatura gli africani non sono tutti buoni ma neanche, come alcuni pretenderebbero, tutti delinquenti e spacciatori. Saper discernere è l'impresa più difficile da compiere. Colla ci invita a farlo.
Ikendu (Koudous Seihun), un rifugiato del Mali arrivato in Svizzera dopo esser passato per la Libia e l'inferno di Rosarno, incontra a Bellinzona Patricia (Linda Olsansky), una donna di origine ceca che lavora in una officina di biciclette ed è madre single di due figlie. I due presto diventano una coppia, si sposano e sembrano esser capaci di rendersi reciprocamente felici.