Anno | 2019 |
Genere | Documentario, |
Produzione | Italia |
Durata | 77 minuti |
Regia di | Maurizio Panseri, Alberto Valtellina |
Attori | Alessandro Gherardi, Marco Cardullo, Maurizio Panseri, Maria Bigoni Maestrini Pina Zambelli Gherardi, Paola Cugini, Giuliano Dellavite, Bruno Quarenghi, François Renard, Jean-Paul Zuanon, Alberto Valtellina, Giovanni Filisetti, Roberto Bagattini, Cristina Grisa. |
Uscita | mercoledì 15 gennaio 2020 |
Distribuzione | Produzioni Alberto Valtellina |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,75 su 2 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 18 ottobre 2021
Un documentario sulla traversata delle Orobie. In Italia al Box Office Le Traversiadi. Cinque viaggi (più uno) con gli sci al limite delle Orobie ha incassato 4,3 mila euro .
CONSIGLIATO SÌ
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Nella primavera del 2018 Maurizio Panseri e Marco Cardullo ripetono per la quinta volta un'impresa improba, ben nota nell'ambito dello sci alpinismo bergamasco: attraversare le Alpi Orobie, da Varenna (provincia di Lecco, sulle sponde del lago di Como) a Carona di Valtellina (Sondrio), sulla scia dei pionieri Angelo Gherardi, Franco Maestrini e Giuliano Dellavite, che mapparono in nove giorni quello stesso percorso nel maggio del 1971.
Un'avventura considerata impossibile, tra sci di fondo, rampicate, discese sulla neve e pernottamenti di fortuna, per un totale di circa 180 km.
Le mosse del documentario di Panseri e Valtellina partono dai ricordi e dagli oggetti personali conservati da Alessandro "Geko" Gherardi, figlio dello scomparso Angelo, che ideò e mappò con ostinata precisione quella traversata, dai diari molto intensi e affettuosi di Jean-Paul Zuanon, che con Gherardi ripeté la traversata nel 1974, e da un film in pellicola Super 8, Passo dopo passo, con cui il cineamatore Gianni Scarpellini immortalò la traversata fatta nel 1980, tra gli altri, con Maestrini, che appose alle immagini una voce over. E poi le testimonianze di amici e sodali di rampicata, voci di un tempo in cui la disciplina sulla neve aveva un lato anche più artigianale e spirituale di oggi.
Un omaggio allo spirito di scoperta dell'autentico sciatore alpinista, che nella montagna cerca non solo la realizzazione di un percorso, la tacca da aggiungere a una serie di record personali, ma soprattutto l'esperienza della condivisione fraterna nella natura, sia di alcune scomodità e avversità, come il tempo ostile, il peso degli zaini o gli imprevisti della sistemazione nei rifugi, sia delle gioie come la sciata "perfetta" su neve immacolata o il conforto di momenti semplici ma essenziali come le soste tecniche e alimentari.
E ovviamente il piacere e la felicità della vista di panorami naturali meravigliosi, fuori dai passaggi e dai sentieri più battuti e convenzionali, quelli da sportivi "della domenica" o dell'escursione in giornata. Una storia molto locale ma dai tratti universali, condivisibili a pieno da chi può apprezzarne i tanti tecnicismi e riferimenti interni alle cinque prove di "traversiade". Diario sportivo e ricordo di un'idea di amicizia che va oltre i numeri e i confini.
La montagna è antieconomica, costa fatica e impegno, e diventa antisociale, almeno rispetto ai modi in cui viene intesa oggi la socialità: visibilità, cuoricini, emoticon, like... Se ti sei dato tempo una settimana per compiere la traversata delle Orobie con gli sci e quindi percorrere 180 km e 15 mila m di dislivello forse hai poca voglia di stare ad aggiornare i tuoi profili digitali.