Anno | 2019 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Norvegia |
Durata | 109 minuti |
Regia di | Martin Lund |
Attori | Mohammad Benmoussa, Nur Hannah Fulayi, Eilov Gravdal . |
Tag | Da vedere 2019 |
MYmonetro | 4,25 su 2 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 2 dicembre 2019
Due ragazzi diversissimi tra loro decidono di lavorare insieme per un progetto scolastico.
ASSOLUTAMENTE SÌ
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Marius è uno studente modello, il migliore del suo liceo, e un figlio educato e responsabile, tenuto in alta considerazione dai suoi genitori. Ha una cotta per Lea, la bella della classe, e cerca di farsi abbinare a lei per un programma di studio comune, con la speranza di essere il suo prescelto per il ballo di fine anno. Ma un professore gli chiede di studiare insieme a Frida, una compagna problematica che ha tentato il suicidio e si comporta in modo aggressivo e irrazionale, tanto da guadagnarsi, all'interno del liceo, la nomea di "puttana psicopatica". E Marius scoprirà che certe personalità devianti sono molto più interessanti della normalità cui la famiglia e la scuola lo hanno fino a quel momento confinato.
Psychobitch è l'opera terza di Martin Lund, regista norvegese indipendente appena 40enne, ed è chiaramente ispirata alle teen romantic comedy americane degli anni Ottanta.
Ma a fare la differenza, in positivo, è l'attenzione che Lund pone nel tratteggio della società scandinava politically correct, "igienicamente perfetta" e civicamente evoluta, dove la gente tiene la porta di casa aperta, invece di cheese davanti al fotografo si dice "era glaciale", e se un maschio dà un ceffone ad una femmina le chiede di restituirglielo, per par condicio. Un non-luogo ibrido e innevato in cui violenza e vandalismo non sono solo considerate inaccettabili, ma bandite dal vocabolario. Ci vuole un certo coraggio a trattare esplicitamente queste tematiche oggi, affrontando il divario fra la nostra natura animale, espressa nell'adolescenza al suo picco irrazionale, con una disciplina sociale molto simile al diniego. Fra Marius e Frida invece la tensione sessuale prende (anche) la strada della ribellione, degli impulsi distruttivi, del contatto fisico concitato, seguendo quelle regole dell'attrazione che sono le stesse da sempre, e non possono essere imbrigliate dal buonismo di facciata. "Non sai nulla di me", ripete Marius, come ogni teenager dalla preistoria ad oggi: ma oggi tutti credono di conoscerlo e di poterne gestire le reazioni.
A poco a poco in Psychobitch emergono le ipocrisie del contesto: la famiglia che esibisce il figlio come un pappagallo ammaestrato, la bella della scuola vittima della sua popolarità, i social usati come strumento di derisione, o anche solo come diabolici meccanismi che ti impediscono di tornare indietro sulle tue esternazioni, gli studenti intenti a compiacere la psicologa scolastica. Marius e Frida sono (per fortuna) ancora adolescenti che agiscono prima di avere la consapevolezza delle proprie emozioni, rifiutano la logica banale della concatenazione causa-effetto e sono ancora capaci di trasformare i templi delle regole nei luoghi della trasgressione. Ma ci vuole coraggio ad essere devianti rispetto al proprio contesto "normalizzante", e non tutti ne sono all'altezza: Marius dovrà decidere se imparare a ballare fuori tempo, seguendo la sua musica interiore, o adeguarsi alle regole del suo mondo. Psychobitch è una dramedy romantica indirizzata ai teenager postmoderni in lotta con il conformismo che li circonda, ben scritta (eccetto per il personaggio di Lea, il cui percorso andava meglio tratteggiato) e soprattutto ben interpretata da Jonas Tidemann nei panni di Marius, di cui percepiamo ogni sfumatura emotiva, al di là della facciata blanda del suo aspetto da comune abitante della terra dei ghiacci.
Pregi e limiti, slanci e frenate di Psychobitch, opera terza del norvegese Martin Lund, si possono racchiudere tutti nella manciata di minuti che chiude il film: siamo al ballo della scuola, come nel finale di ogni rom com liceale che si rispetti, e Marius e Frida finalmente si ritrovano. Compiono il percorso inverso di Vic e Mathieu di Il tempo delle mele: se questi ultimi danzavano un lento a tempo [...] Vai alla recensione »