Titolo originale | Figli del set |
Anno | 2016 |
Genere | Documentario, |
Produzione | Italia |
Durata | 62 minuti |
Regia di | Alfredo Lo Piero |
Attori | Manolo Bolognini, Carlotta Bolognini, Renzo Rossellini, Ricky Tognazzi, Simona Izzo Fabrizio Frizzi, Fabio Frizzi, George Hilton, Danny Quinn, Vera Gemma, Franco Corridoni, Maria Teresa Corridoni, Alberto Dell'Acqua, Francesco Frigeri, Daniele Nannuzzi, Claudio Risi, Renzo Rossellini (II), Desiree Corridoni, Raffaella Fantasia, Fabrizio Frizzi, Stefania Lerro, Fabio Melelli, Claudia Nannuzzi, Claudio Pacifico, Alex Partexano, Danny Quinn, Alessandro Rossellini, Federica Tessari, Saverio Vallone. |
Uscita | mercoledì 16 ottobre 2019 |
Tag | Da vedere 2016 |
Distribuzione | Distribuzione Indipendente |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,29 su 2 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento mercoledì 16 ottobre 2019
Un viaggio nel passato per rivivere con nostalgia cinquant'anni di storia cinematografica, e non solo, italiana.
CONSIGLIATO SÌ
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Carlotta Bolognini, insieme al padre Manolo riunisce a cena in un antico castello alcune figlie d’arte con cui parlare del cinema che hanno conosciuto da piccole. Non saranno solo loro a raccontare ma anche numerosi altri loro coetanei.
Ci sono documentari che non sanno sfuggire alla retorica del ‘buon tempo andato’ ma lo fanno quasi per dovere più che per sentita convinzione. In questo caso invece si avverte, sin dalle prime battute, che il desiderio di rievocare un fare cinema dalle modalità ormai quasi completamente scomparse, ha alle radici un’esigenza.
Si tratta infatti di ricordare un mondo, nella maggior parte dei casi, visto dal basso. Visto e frequentato cioè quando l’altezza era quella di un bambino o di una bambina portati dai genitori registi, attori, produttori, stuntman ecc. su set che a loro apparivano come luoghi fiabeschi in cui il papà o la mamma erano, se non i protagonisti assoluti, comunque parte dei personaggi che contavano.
Se a questo si aggiunge l’aver fornito un’occasione per fare memoria sul grande cinema made in Italy attraverso testimonianze inedite (si vede anche con un rinnovato senso di perdita prematura Fabrizio Frizzi parlare del padre) si può dire che questo documentario ‘doveva’ uscire nelle sale e finalmente ci è riuscito. Perché qui si parla del farsi del cinema, della sua materialità ma anche di personalità di elevato livello che operavano in diversi settori che hanno consentito a film di vario genere e concezione di essere visti e ricordati nel mondo.
Ogni volta poi che la parola torna a Manolo Bolognini si comprende come sia stato possibile coniugare pragmatismo (l’aneddoto sul pianto di Lorella De Luca) e signorilità intesa nel senso più pieno del termine. Il merito di sua figlia Carlotta è quello di aver voluto realizzare un mosaico di impressioni e di ricordi che, tessera dopo tessera, ci restituisce una preziosa visione d’insieme, filtrata solo dallo scorrere del tempo che forse cambia in meglio ma che sicuramente agisce su una materia prima di eccellenza: ‘quel’ cinema e quei professionisti.
Il senso del doc di Lo Piero è racchiuso ai margini del testo, tra le ciglia del film, che si apre su una voce fuori campo che rievoca un tempo in cui «il cinema italiano era grande di suo» e si chiude con un'intervista al compositore Fabio Frizzi, figlio del distributore Fulvio, che, ricordando quella stagione passata alla storia per la sua geniale e febbrile produttività, adopera due termini che [...] Vai alla recensione »