Lo sguardo e il sorriso. Lo sguardo è un po’ furtivo, reticente, misterioso. Il sorriso è svogliato, ironico, avaro. Per Joel Stein, critico del “Time”, queste sono le “mosse” che fanno di Josh Lucas una grande star. Senza dimenticare che il trentaquartrenne Josh è bellissimo, ha un fisico bestiale, la pelle abbronzata, i capelli biondi. Ricorda uno dei miti ancora viventi di Hollywood e suo attore preferito: Paul Newman. Come Newman, al quale somiglia sia per la recitazione che per gli splendidi occhi azzurri Lucas non ama muovere troppo i muscoli facciali, esibire tic e ammiccamenti. E passa da un ruolo all’altro con grande naturalezza. Con incursioni in tv (quest’anno nella miniserie “Empire Falls”) e in teatro. Negli anni scorsi ha recitato a Broadway nella discussa pièce Corpus Christi e quest’anno, con Jessica Lange in The Glass Menagerie di Tennessee Withams. Ma è al cinema che Lucas sta spopolando. In autunno lo vedremo in ben quattro film Stealth, di Rob Cohen, dove è il comandante Ben Gannon che insieme a Jamie Foxx e Jessica Biel deve contrastare un jet pilotato dall’intelligenza artificiale che rischia di far scoppiare un conflitto mondiale. La musiche del film sono state composte dalla band The Incubus. Secondo i critici, questa pellicola è una sorta di esplosivo mix fra Top Gun e 2001: Odissea nello spazio.
L’attore sarà poi Don Haskin, coach che prepara per il campionato la squadra di basket di un college in Glory Road. Il film, diretto da James Gartner è ambientato in Texas, nel 1966. E ancora, Lucas avrà il ruolo dello sceriffo Grane Curtis in An Unfinished Life, una storia drammatica diretta da Lasse Hallstròm, con due superstar; Robert Redford e Jennifer Lopez. In Dietro l’angolo, infine, del regista esordiente Jordan Robert, è il gentile quanto sfortunato impiegato di banca Jason Lair che viene abbandonato dalla moglie e deve vedersela con un padre impegnativo come Christopher Walken e un nonno eccentrico come Michael Caine. E non è tutto. Nel 2006 uscirà Poseidon di Wolfgang Petersen, remake dell’Avventura del Poseidon, un film del ‘72 con Gene Hackman e Ernest Borgnine. Intrappolato nel Poseidon in fondo all’Atlantico, Lucas (John Dylan), avrà come compagno Kurt Russell.
Ne ha fatta di strada il ragazzo nato a Littie Rock, in Arkansas, il 20 giugno del 1971. Aveva vent’anni quando esordì per il film tv Child of Darkness, Child of Light, ma alle spalle vantava un singolare apprendistato in pubblico: le manifestazioni alle quali aveva partecipato con i suoi genitori militanti nella lotta contro il nucleare.
Dopo altri film per la tv, Lucas convince con la sua interpretazione di Craig McDermott in American Psycho, il film tratto dal romanzo di Brett Easton Ellis. Nel 2000 esce The Weigth of Water, un thriller diretto da Kathryn Bigelow, in cui Lucas è Rich, fratello di Tom Janes, interpretato da Scan Penn. Lucas appare poi in A Beautiful Mmd. E nel 2002 esce il film che lo impone: Sweet Home Alabama, di Andy Tennant. Lucas è Jake Parry, il giovanissimo marito sposato negli anni del college dall’inquieta Reese Witherspoon. Dello stesso anno è il divertente Four Reasons dell’australiana Radha Mitchell. Seguirà Hult, con Lucas nel ruolo di Glenn Talbot, il ricercatore rivale del generale Ross. Sarà poi Walter in Secondhand Lions, un film d’avventura con Michael Caine e Robert Duvall. E interpreterà lo sfortunato Ron Launius nel thriller Wonderland. In Underrow di Davìd Gordon Green, uscito nel 2004 e premiato in vari festival, Lucas è Deel Munn, uno sbandato che torna a casa in Georgia dopo anni di prigione.
Per i registi che lo dirigono è un attore perfetto. «È bravo, intelligente, bello. Ed è anche umile, qualità quasi del tutto sconosciuta alla gran parte degli attori», ha detto Rob Cohen, il regista di Stealth, che lo ha chiamato dopo aver Visto Sweet Home Alabama. Impegnato com’è a interpretare un film dopo l’altro, Lucas non è mai presente agli eventi mondani. Vive a Manhattan, in una casa impregnata di fumo dovuto alle 40 sigarette consumate ogni giorno. Ma non pare pentirsene. Anche perché, forse proprio grazie alle sigarette, la sua voce è più profonda, misteriosa e sensuale.
Da L’Espresso del 26 agosto 2005