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Da Venezia 69, Un giorno speciale

Incontro con Francesca Comencini, Filippo Scicchitano, Giulia Valentini.
di Giancarlo Zappoli

In foto la regista Francesca Comencini.
Francesca Comencini (63 anni) 19 agosto 1961, Roma (Italia) - Leone.

sabato 8 settembre 2012 - Incontri

È interessante osservare, nel corso di incontri come questo, le dinamiche anche non verbali che intercorrono tra gli attori e chi li ha diretti. In modo particolare se si tratta di interpreti molto giovani. La sensazione che si coglie è quella di una familiarità che non prevede la soggezione. Giulia e Filippo si sentono liberi di dire che non hanno letto il libro di Claudio Bigagli "Il cielo con un dito" a cui il film si ispira così come Giulia, al termine dell'incontro, rivelerà con grande spontaneità che l'aver visto mancare in proiezione alcune scene che erano costate un lungo lavoro le è dispiaciuto. Giulia ci rivela poi che alcune situazioni che si vedono nel film fanno parte di un suo vissuto che Francesca Comencini ha inserito nella sceneggiatura di base. Nessuno dei due ha avuto contatti con persone che abbiano vissuto esperienze analoghe a quelle dei personaggi anche se Filippo fa notare come il film rifletta una cronaca che fa riferimento agli elementi negativi della struttura del nostro Paese. Il film parla di un progressivo 'affidarsi' reciproco che è quanto è avvenuto anche tra la regista e i suoi attori. L'incontrarsi e il conoscersi ha avuto come base la sceneggiatura che costituiva la garanzia di un progetto che avrebbe potuto subire delle variazioni senza però che nessuna di queste ne snaturasse l'essenza. Sul piano dell'attenzione alle location c'è stato un vero e proprio impegno sul piano tecnologico per far sì che la città (fosse il quartiere periferico o la Roma più universalmente nota) fosse sempre presente non come sfondo ma come presenza determinante. Francesca Comencini rivela poi come l'utilizzo del "Lascia ch'io pianga " di Handel (proposto non molto tempo fa da Lars Von Trier in Antichrist) è presente nel film per una ragione molto particolare. Ha conosciuto un giovane diplomato al Conservatorio che faceva il ragazzo di bottega da un parrucchiere con una storia durissima alle spalle. A un tratto, mentre stava lavorando, ha intonato questo brano. Tutto ciò ha toccato la sensibilità della regista che ha voluto inserirlo nel film facendolo cantare proprio mentre Gina si fa sistemare i capelli. Si tratta di un prologo che avrà una ripresa nel finale a commento della vicenda.

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