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Asfalto rosso, il sociale al cinema corre sulle punte

Ettore Pasculli a Venezia con due progetti rivolti ai giovani.
di Annalice Furfari

In foto Ettore Pasculli, regista di Asfalto rosso.

martedì 4 settembre 2012 - Incontri

Il sociale al cinema corre sulle punte. Da un film sulle gare automobilistiche clandestine a uno sulla danza e le difficoltà dell'integrazione multiculturale, Ettore Pasculli, uno dei padri del cinema digitale italiano, si rivolge ai giovani, stretti tra paure che a volte si trasformano in devianza, mostrando che un'altra via è possibile. Sono due i progetti che vedono impegnato il regista in questa campagna di sensibilizzazione che ha scelto la settima arte come mezzo di espressione privilegiato. Il primo, già compiuto, è Asfalto rosso, lungometraggio – presentato oggi al Festival del Cinema di Venezia – che racconta le vite di un gruppo di amici provenienti da un contesto sociale avaro di stimoli. È nell'alcol, nel bullismo e nella guida spericolata che questi giovani trovano uno strumento di eccitazione e rivalsa. L'incontro con un ex pilota di Formula 1 (interpretato da Riccardo Sardonè nel ruolo di se stesso), costretto sulla sedia a rotelle a causa di un incidente stradale da lui provocato, cambierà il modo di vedere e approcciarsi alla vita dei ragazzi. "La particolarità di Asfalto rosso – racconta il regista, intervistato al Festival – è che è stato preceduto da un'indagine conoscitiva filmata davanti a scuole, discoteche e nel mondo delle scommesse sulle corse illegali. Il risultato è stato un video condiviso su YouTube, che ha generato contributi ulteriori di persone che hanno vissuto esperienze simili. Questi inserti arricchiscono il film".
Asfalto rosso, già proiettato in alcune sale Uci, sarà presto visibile in streaming su MYMOVIESLIVE!, così come il nuovo progetto firmato da Pasculli. Il film è ancora in cantiere, ma anche questo affronterà una tematica sociale di scottante attualità. "Inizieremo le riprese a fine anno – spiega il regista – e contiamo di terminare in primavera. Mi sono ispirato alla tragica storia di Hina, ragazza pachistana uccisa nel 2006 a Brescia dai familiari perché aveva adottato uno stile di vita occidentale e aveva una relazione con un giovane italiano". Protagonista del film sarà una ragazza musulmana, emigrata in Italia, che trova lavoro come segretaria in una scuola di ballo. In realtà, lei adora la danza ed è spinta a provarci da un'insegnante e da un ballerino italiano di cui si innamora. "La danza – afferma Pasculli – è la massima esaltazione del corpo e del contatto fisico. Capiamo allora quanto possa essere difficile, per un contesto culturale tradizionalista e integralista, accettare una simile disciplina".

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