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Uno spaccato della storia personale del regista Mahdi Fleifel, cresciuto nel campo profughi di Ain al-Hilweh nel sud del Libano. Espandi ▽
Dal Libano il pluripremiato documentario vincitore del premio Cinema For Peace all'ultimo festival di Berlino. Uno spaccato della storia personale del regista Mahdi Fleifel, cresciuto nel campo profughi di Ain al-Hilweh nel sud del Libano, e successivamente trasferitosi all'estero. Il film racconta, in modo commovente e al tempo stesso ironico, la storia di Abu Eyad, amico di una vita del regista. I due condividono la passione per la politica palestinese, per la musica e per il calcio, e il film ripercorre le estati passate assieme a seguire i mondiali di calcio, quando per qualche settimana i palestinesi diventano brasiliani, tedeschi o italiani. Ma mentre Mahdi puo' andare e venire dal campo quando vuole, Abu Eyad e' combattuto tra l'attaccamento alla sua identita' e la voglia di scappare. Recensione ❯
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Questo documentario dà voce ai monaci della Birmania, ricostruendo gli avvenimenti della loro famosa protesta pacifista nel 2007 contro la giunta militare di Myanmar, definita 'nemica del popolo'. Quasi duemila monaci, marciarono, pregando insieme alla popolazione che cfreò un cordone umano di protezione ai religiosi. Recensione ❯
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Karla è innamorata di Jonas, ma non ha il coraggio di avvicinarlo... Espandi ▽
Karla è innamorata di Jonas, ma non ha il coraggio di avvicinarlo. La migliore amica di Karla la spinge a chiamarlo: ne scaturisce un invito a fargli visita nell'orfanotrofio in cui il ragazzo vive. La vita è difficile quando non si ha una famiglia, e Karla, che è pazza di Jonas, tenta di consolarlo suggerendogli di cercare la sua mamma biologica. I due giovani prendono la situazione in mano, e sottraggono dal cassetto del preside il certificato di nascita di Jonas. Senza soldi per comprare i biglietti, saltano sul treno diretto alla città dove Jonas è nato. Incrociano uno scontroso tassista, un ambiguo gruppo di senzatetto, e alcune strane donne con lo stesso nome della madre di Jonas. La missione sembra senza speranza, ma poi Karla e Jonas si imbattono in una parrucchiera bionda... Recensione ❯
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Karla invita Katrine a trascorrere le vacanze con lei, nella speranza di diventare la sua migliore amica. Purtroppo le cose non vanno esattamente come pianificato. Espandi ▽
Karla invita Katrine a trascorrere le vacanze con lei, nella speranza di diventare la sua migliore amica. Purtroppo le cose non vanno esattamente come pianificato. Karla conosce Jonas, si innamora per la prima volta e quasi dimentica la presenza della compagna. Tuttavia le due ragazze sono costrette a mettere da parte le loro incomprensioni per aiutare Jonas. Il ragazzo è stato ingiustamente accusato dei furti dell'emporio e con le sue amiche deve smascherare i veri responsabili. Recensione ❯
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Un documentario intenso che racconta l'incontro/scontro tra due visioni del mondo all'apparenza impossibili da coinciliare. Espandi ▽
Il signor Vig ha da cinquant'anni un'idea fissa: donare al Patriarcato di Mosca il suo castello per farne un monastero, ospitando una piccola comunità di suore ortodosse e farlo diventare un luogo di preghiera, di incontro, di memoria, di pace. Ma non è facile convincere suor Ambrosija, perché c'è da mettere mano a tutto, al riscaldamento e al tetto, alla cucina e alla chiesa, che appunto, non c'è. E al portafogli. Tra i due nasce una relazione complicata ma sorprendente. Dopotutto lo scopo di entrambi è identico e identica la sfida: creare il monastero, rendere possibile l'incontro con Dio in un mondo secolarizzato, edificare un ponte tra Oriente e Occidente, tra tutte le Chiese. Recensione ❯
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Il film gira intorno alla vita di Mona Berglund, una madre di quattro figlie ossessionata dall' Eurovision Song Contest. Espandi ▽
Mona adora l'Eurovision Song Contest al punto da aver chiamato le quattro figlie con i nomi di cantanti svedesi di successo. Riesce ad accedere alle finali della gara con una canzone ma il vero autore della melodia è in realtà David, un ragazzo affetto da paralisi celebrale di cui Mona è la badante. Recensione ❯
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Leth ha fatto di Haiti la sua seconda casa da tanti anni. Nel suo stile di cinéma verité scava nel passato e nel presente
di Haiti per esplorare la pazza contaminazione di fiction e non fiction, di fantastici riti voodoo, miti, misteri e politica
senza regole. Nel frattempo Leth resta in allerta, osserva, ascolta, evitando però di cader nella trappola di affermazioni
virtuose sulla politica e la società. Recensione ❯
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Leth ha realizzato questo film durante un periodo di crisi, e si tratta di un film cupo, molto personale. Il tono è determinato dalla voce di Leth, che accompagna un'inquadratura in cui lui si fa la barba all'inizio del film con la parola "svogliatezza". Gli attori sono utilizzati come strumenti in scene vagamente legate tra loro, quasi come degli appunti, e tutta una serie di temi semplici riemergono da Det gode og det onde, di cui questo film è chiaramente un seguito. Recensione ❯
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Come in un racconto per immagini, 66 Scener fra America ricorda un gruppo di cartoline raccolte durante un viaggio,
di fatto è proprio ciò che il film vuol essere: una serie di inquadrature prolungate di quadri, che appaiono come porzioni
di realtà più o meno casuali ma che, nell'insieme, ricreano un ritratto degli USA estremamente emblematico. Recensione ❯
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Con un approccio empatico e allo stesso tempo mitologico, Leth ha filmato la celebre Parigi-Roubaix - edizione 1976 -,
la più impervia, forse, tra le classiche del Nord. Espandi ▽
Con un approccio empatico e allo stesso tempo mitologico, Leth ha filmato la celebre Parigi-Roubaix - edizione 1976 -,
la più impervia, forse, tra le classiche del Nord. Recensione ❯
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Nel 1999 Lars Von Trier scelse questo film per rappresentare il cinema danese in una serie di festival cinematografici
europei per un periodo di tre anni (15x15: European Cinema Heritage). Espandi ▽
Nel 1999 Lars Von Trier scelse questo film per rappresentare il cinema danese in una serie di festival cinematografici
europei per un periodo di tre anni (15x15: European Cinema Heritage). Si tratta di un ampliamento di Det perfekte menneske. Det gode og det onde è uno pseudodocumentario più lungo, più esteso che rappresenta niente
meno che la vita. Recensione ❯
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Il film si propone lo scopo di offrire un'immagine vagamente esotica della Danimarca e dei danesi. Espandi ▽
Il film si propone lo scopo di offrire un'immagine vagamente esotica della Danimarca e dei danesi. Sfilano sullo schermo
un centinaio di danesi, tra i quali un ciclista, un ministro delle Finanze, un attore famoso e tredici donne nubili di una città
di provincia. Recensione ❯
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