Una miniserie danese incentrata sul dramma carcerario: la violenza, il traffico di droga, la corruzione del personale e la difficile convivenza tra detenuti e agenti. Espandi ▽
In un carcere danese arriva Sammi, idealista e pieno di regole che presto dovrà mettere da parte, che trova un reparto ormai assuefatto a prassi che tengono il carcere in uno stato d'assedio "pacifico", grazie a una gestione ufficiosa lasciata ai prigionieri. Tra le guardie spiccano Henrik, maestro nell'arte del non vedere per conservare questo equilibrio fragile, e Miriam, collega rigorosa ed empatica ma logorata da un figlio con problemi di droga. Quando l'amministrazione annuncia ispezioni e strette sui traffici interni per salvare la struttura dalla chiusura, l'equilibrio si spezza.
Dall'intersezione tra racconto, messa in scena e interpretazioni nasce l'estetica della serie: un thriller estremamente realistico e granoso che trasforma la burocrazia in motore narrativo, capace così di raccontare lo spostamento in un "altrove" di persone e problemi, rimuovendo o negoziando i diritti individuali di chi sconta una pena e di chi la deve far rispettare.
Prisoner racconta come ogni distanza amministrativa abbia un costo umano ravvicinato, che si misura in famiglie più lontane, turni più pericolosi, comunità più fragili, e che, nel dimenticare i volti, riduce l'ordine a contabilità.