La prima serie italiana natalizia di Netflix che racconta la ricerca dell'amore con la chiave della commedia. Espandi ▽
Trent’anni per una donna rappresentano un cruciale giro di boa. È l’innegabile assunto da cui si sviluppa la serie Odio il Natale, adattamento curioso della serie Netflix norvegese Natale con uno sconosciuto di Per-Olav Sørensen. Curioso perché dell’originale riprende senz’altro l’idea di base, ma la sviluppa secondo modalità di narrazione tutte italiane o, per dirla come Stanis della serie Boris, “troppo italiane”. Con il merito di avere come protagonista una trentenne spigliata, simpatica e dedita al suo lavoro, la serie si rivela, nei suoi sei episodi, una commedia per tutta la famiglia e, insieme, una storia di formazione sentimentale (post)adolescenziale, che mira a intrattenere chi guarda senza troppe pretese, ironizzando e rimestando su intrecci sentimentali e narrativi purtroppo già visti e rivisti. Sarebbe stata, tuttavia, un’occasione preziosa per firmare, senza puntare all’inarrivabile Fleabag, il ritratto di una giovane donna contemporanea veramente libera da stereotipi e cliché alle prese con un suo personalissimo Natale. Recensione ❯
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Per Gianna sta arrivando il periodo più orribile dell'anno, il Natale. È convinta, infatti, che ce l'abbia con lei perché è una festa che accompagna ad un giudizio sulla sua vita professionale e soprattutto sentimentale. Questa volta però Gianna pensava di essere sfuggita al consueto tormento in famiglia: ha un lavoro che le piace e tre amiche sempre presenti. Eppure ancora le manca qualcosa, una famiglia o meglio un compagno da mostrare. Quindi decide di trovarlo entro le feste: ha così 24 giorni per portare a termine la sua ricerca tra appuntamenti al buio, errori, notti di sesso e pianti, con un unico sollievo nella presenza delle amiche. A dare il volto alla protagonista è Pilar Fogliati affiancata da Beatrice Arnera (Titti) e Cecilia Bertozzi (Caterina), che interpretano le sue migliori amiche, e Fiorenza Pieri (Margherita), che interpreta la sorella. A fare da sfondo alle vicende della protagonista Gianna è la città di Chioggia. Recensione ❯
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Un fatto realmente accaduto in Francia nel 1897 diventa centro di una miniserie in costume, ambientata a Palermo, con protagoniste tre donne. Espandi ▽
Siamo a Palermo, nel 1897. In città viene inaugurata un'esposizione dedicata alle nuove tecnologie ed al progresso, che richiama numerosi visitatori. Tra le novità introdotte, anche quella del cinematografo, che inevitabilmente risulta essere tra le attrazioni che suscitano maggiore curiosità. Ma la tragedia è dietro l'angolo: durante una dimostrazione del suo funzionamento, il proiettore prende fuoco, facendo divampare un terribile incendio, che fa tantissime vittime, in gran parte donne. L'evento segna in particolare le vite di tre personaggi: Arianna Villalba (Giulia Bevilacqua), Costanza Di Giusto (Dharma Mangia Woods) e Rosalia Catalano (Laura Chiatti). Recensione ❯
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Un drama di formazione che ruota intorno alla complessa relazione tra l'aspetto fisico e l'identità. Espandi ▽
Andrea e Marco sono due gemelli di Latina. Con i loro compagni e amici tentano di rispondere alla domanda "Chi sono io?", mentre la vita scorre tra un primo bacio e una serata in discoteca con gli amici. Due gemelli diversi di diciassette anni stanno crescendo ed esplorando se stessi. Sono diversi nello stile dei capelli, ma soprattutto nel carattere, uno è impacciato e fragile, l'altro apparentemente spavaldo ma con una vita parallela.
Per chi ama l'utilizzo iperbolico di musiche e scritte colorate Prisma è il prodotto perfetto: ogni sfasamento temporale è segnalato da lettere cubitali fluorescenti (i richiami al passato sono continui), e le musiche sono una costante della serie.
Piacerà comunque ad un pubblico adolescenziale, ben disposto a identificarsi con i suoi protagonisti in cerca del loro posto nel mondo, e magari nostalgico di mood e stile di serie teen di successo come SKAM Italia. Recensione ❯
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Andrea e Marco sono due gemelli di Latina. Con i loro compagni e amici tentano di rispondere alla domanda "Chi sono io?", mentre la vita scorre tra un primo bacio e una serata in discoteca con gli amici.
Due gemelli diversi di diciassette anni stanno crescendo ed esplorando se stessi. Sono diversi nello stile dei capelli, ma soprattutto nel carattere, uno è impacciato e fragile, l'altro apparentemente spavaldo ma con una vita parallela. Recensione ❯
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Dopo il successo delle precedenti stagioni, già disponibili sul servizio, Skam Italia torna con una nuova storia e gli amati studenti romani, raccontati ancora una volta fuori dagli stereotipi dell'adolescenza. Recensione ❯
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L'omaggio a Letizia Battaglia, grande testimone del nostro tempo che con le sue fotografie ha mostrato al mondo il lungo calvario di una Palermo assediata dalla mafia. Espandi ▽
La Rai dedica una miniserie di due puntate all’importante fotografa Letizia Battaglia scomparsa lo scorso 13 aprile. Solo per passione - Letizia Battaglia fotografa è un tributo molto curato che il regista Roberto Andò ha iniziato a costruire con la stessa Letizia e che ha avuto un grande successo di pubblico. L’aspetto principale della miniserie è la cura nella ricostruzione cronologica quasi sempre lineare della vita della fotografa, nell’ambientazione storica, nella messa inscena degli scatti che poi vengono mostrati gli originali in bianco e nero. La serie tiene conto di una grande ricerca e dei lavori precedenti sulla vita di Letizia Battaglia, che traspare anche nel lavoro degli attori, molti dei quali siciliani, tutti bravissimi attenti e preparati. L’impressione è che tutto sia molto studiato per ricreare uno spaccato della sua vita privata e pubblica. Peccato che la sensibilità e la dirompenza, gli amori e le lotte di una donna come Letizia Battaglia siano restituite allo spettatore solo come una cronistoria romanzata di una vita. Recensione ❯
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Una serie con Lino Guanciale che racconta un mistero da risolvere. Espandi ▽
La fiction racconta dello sfortunato viaggio dell'imbarcazione Arianna e del ritrovamento, dopo un anno dalla scomparsa, del suo relitto con un equipaggio dimezzato rispetto alla partenza. Il gruppo dei sopravvissuti, appunto, guidati dall'instancabile skipper Luca Giuliani, fin da subito mostra segni di traumi profondi e segreti indicibili che emergono con l'evolversi della serie.
Risulta faticoso il registro emotivo pesantemente drammatico che rimane più o meno costante e che si alterna solo con il mistery. Ciò, anche se in linea con il tema, lascia la pesante sensazione di vedere un'unica grande scena frammentata da cambi temporali.
La fiction è nel complesso abbastanza riuscita, anche se forse andava semplicemente alleggerita con un finale che svela solo in parte i diversi misteri perché pensati per una continuazione alla prossima stagione: per ora, rimane questo il vero mistero. Recensione ❯
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L'adattamento italiano del legal dramedy di successo targato BBC The Split. Espandi ▽
Le vicende personali e professionali della famiglia Battaglia: Marina la matriarca, a capo di uno studio legale di avvocati divorzisti, e le sue tre figlie, Anna, Nina e Viola. Anna, in cerca di una maggiore autonomia, lascia la prestigiosa attività familiare per lo studio legale Zander, dove ritrova un suo vecchio amico, Massimo che da subito cerca un chiarimento su quanto accaduto tra di loro in passato. Nina, single irrisolta e mina vagante nelle riunioni di famiglia, mostra un'ostinata resistenza ai coinvolgimenti sentimentali per coprire le proprie fragilità, e infine, Viola l'unica che non ha seguito il percorso lavorativo delle altre, immersa nei preparativi delle sue nozze con Alessandro. Il ritorno inaspettato del padre dopo tanti anni, costringerà le protagoniste ad un confronto con il passato e con le loro scelte di vita.
Le puntate della fiction, adattamento italiano dal legal dramedy inglese The Split (BBC), seguono una struttura ricorrente: due cause legali che, spesso grazie ai saggi avvocati, si risolvono senza necessariamente finire in tribunale, e lasciano i clienti con riflessioni e consapevolezze nuove.
La fiction risulta nel complesso molto godibile e appassionante, in cui il vero protagonista è il matrimonio e le sue difficoltà, e dove alla fine anche gli avvocati, considerati i più cinici tra i cinici, mostrano tutte le loro fragilità e debolezze a favore di un trionfo dei sentimenti, con un finale aperto che lascia spazio alla prossima stagione. Recensione ❯
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Le vicende personali e professionali della famiglia Battaglia: Marina la matriarca, a capo di uno studio legale di avvocati divorzisti, e le sue tre figlie, Anna, Nina e Viola. Anna, in cerca di una maggiore autonomia, lascia la prestigiosa attività familiare per lo studio legale Zander, dove ritrova un suo vecchio amico, Massimo che da subito cerca un chiarimento su quanto accaduto tra di loro in passato. Nina, single irrisolta e mina vagante nelle riunioni di famiglia, mostra un'ostinata resistenza ai coinvolgimenti sentimentali per coprire le proprie fragilità, e infine, Viola l'unica che non ha seguito il percorso lavorativo delle altre, immersa nei preparativi delle sue nozze con Alessandro. Il ritorno inaspettato del padre dopo tanti anni, costringerà le protagoniste ad un confronto con il passato e con le loro scelte di vita. Recensione ❯
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Contemporanea, colorata e disimpegnata, la terza stagione conclude una serie sull'onda della novità e del ricambio generazionale. Commedia, Italia2022.
Un'altra estate sulla Riviera romagnola: Summer, Ale, Dario, Sofia, Edo e Blue la vivranno riscoprendo se stessi, riallacciando rapporti e chiudendo il cerchio dei propri desideri, in un percorso di crescita e condivisione, sempre sotto il segno dell'amicizia.
Il teen drama resta fedele alla sua missione originaria di farsi portatore sano di leggerezza e intrattenimento fine a se stesso, ma ogni nuova stagione ha bisogno di nuove storie, nuovi conflitti, nuovi incontri. D'altro canto ogni ultima stagione necessita di risoluzioni e chiusure del cerchio. Ecco, questa terza stagione porta avanti entrambe le missioni con una certa attenzione in scrittura, rimarcando il già noto nei primi episodi e premendo l'acceleratore delle novità negli ultimi, decisamente più interessanti.
Contemporanea, colorata e disimpegnata, la terza stagione conclude una serie sull'onda della novità e del ricambio generazionale, lasciandoci una nuova generazione di attori che, proprio come i personaggi che interpretano, sono pronti a scegliersi il proprio destino. Recensione ❯
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Una serie cruda, epica e romantica che racconta il lato oscuro del Far West. Espandi ▽
Al centro della storia gli otto giorni cruciali dello scontro fra Arthur McCoy, sceriffo incorruttibile dal passato difficile, e Red Bill, un solitario cacciatore di taglie famoso per decapitare le sue vittime e infilarne le teste in una "sporca sacca nera", perché - come dice lui - "le teste pesano meno dei corpi".
La serie rende omaggio alla tradizione del classico Spaghetti Western, catturandone l'ironia e rivoluzionando il genere in maniera moderna e accattivante, per rivolgersi anche a un pubblico più giovane.
La serie racconta di banditi, cacciatori di taglie, sanguinose vendette, anime solitarie mosse da grandi passioni come la fede, l'amore e la vendetta. Recensione ❯
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L'incredibile storia di Nino Scotellaro, pubblico ministero siciliano che ha dedicato tutta la sua vita alla lotta contro la mafia e che improvvisamente viene accusato di essere uno di coloro che ha sempre combattuto: un mafioso. Espandi ▽
Il ponte sullo Stretto di Messina è divenuto realtà... ovviamente con l'intercessione della malavita. In questa Italia dell'immediato futuro il magistrato Nino Scotellaro, viene accusato ingiustamente di essere colluso con il boss di Cosa Nostra Mariano Suro, responsabile della morte di un suo collega e padre di sua moglie Luvi Bray. Dopo un'imprevista fuga dalla detenzione, il magistrato deciderà di trovare giustizia passando per un'altra strada: quella della vendetta di sangue.
The Bad Guy è un'ottima serie sotto moltissimi punti di vista: a livello formale non sbaglia di una virgola, l'ottima fotografia e le scelte registiche sono molto interessanti, il montaggio serrato e la giusta, attenta, congiunzione musicale che spazia da Mina agli Swans, passando per Battiato e Santana, offrono un buon esempio di cosa la produzione italiana - se messa nelle giuste condizioni di lavoro - può offrire anche nel mercato locale.
Sorprendente inoltre è il lavoro di Pandolfi, che ci dona forse una delle sue migliori interpretazioni e alcuni spaccati psicologici di un'avvocata dura, razionale e al contempo ferita e vulnerabile. Recensione ❯
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Nino Scotellaro è un pubblico ministero siciliano che ha dedicato tutta la sua vita alla lotta contro la mafia. Ma all'improvviso tutto viene stravolto quando viene accusato da un mafioso e finisce condannato senza aver potuto provare la sua innocenza. Resosi conto di non aver più nulla da perdere, l'ex pm decide di mettere in atto un piano di vendetta e di diventare quel bad guy in cui le circostanze lo hanno trasformato. Recensione ❯
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Ha vent'anni Daniele quando, in seguito a una violenta esplosione di rabbia, viene sottoposto a un TSO: trattamento sanitario obbligatorio. Espandi ▽
Daniele si risveglia in un ospedale psichiatrico e scopre di essere oggetto di un trattamento sanitario obbligatorio, o TSO, della durata di una settimana. All’inizio non capisce il perché del suo ricovero, ma gradualmente i ricordi riaffiorano, compreso l’episodio di violenza in cui è culminato il suo comportamento oppositivo. Giorno dopo giorno Daniele si confronterà con i suoi compagni di stanza, cinque anime in pena come lui con vissuti ed età diversi ma la stessa difficoltà di stare al mondo. E quella che sembrava essere una punizione si rivela una possibilità di ammetter a se stesso e agli altri la propria fragilità e il proprio senso di inadeguatezza. Ci sarà spazio anche per un rapporto speciale con una giovane degente che ha cercato di togliersi la vita.
Tutto chiede salvezza, debutto alla regia nella servilità di Francesco Bruni, tratto dall’omonimo romanzo di Daniele Mencarelli, si distingue per una scrittura efficace anche se a tratti troppo aderente alla sua fonte letteraria. Lo schema è quello classico del film ospedaliero che ha la sua punta di diamante in Qualcuno volò sul nido del cuculo
La sceneggiatura imposta un crescendo rispettato dalla coralità del cast e molto abile nell’agganciare lo spettatore e portarlo con sé di puntata in puntata, come si conviene ad una serie che funziona, sfruttando bene la possibilità di stratificare i personaggi ad ogni episodio successivo. Recensione ❯
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