L’ultima fatica di Christopher Nolan, sembra spaccare in due l’audience, fra appassionati di fumetti che gridano “capolavoro!” e appassionati di cinema che restano dubbiosi (se non delusi). Proviamo a trovare il giusto mezzo.
La trama ci presenta un Bruce Wayne “invecchiato” (avercelo quel telaio alla sua età), che abbandonata la maschera di Batman per ben 8 anni e non riuscendo a trovare un suo posto nel mondo, dopo la morte di Rachel Dawes nel precedente film, si rintana nel suo maniero, dando adito a leggende sulla sua sorte.
Tutto ciò, assieme all’apparente pace che regna su Gotham , costruita sulle menzogne riguardo l’incorruttibilità di Harvey Dent e la colpevolezza di Batman, viene sconvolto dall’arrivo di Bane. Un mercenario grezzo e feroce, dal passato tanto oscuro, quanto i suoi piani che vanno via via rivelandosi col procedere del film. Così come il fato incontrollabile ed inarrestabile questo nuovo villain, mina alle fondamenta (in senso figurato E reale)l’ordinamento della città promettendo libertà dai ricchi oppressori corrotti e uguaglianza per tutti, tenendo il controllo della situazione sotto la minaccia di un ordigno nucleare. Così presentato lo scopo non pare neanche tanto negativo, non fosse ovviamente per i mezzi sfruttati, il caos generato e per le menzogne su cui è fondata questa illusione posta davanti a persone comuni.
Si avverte chiaramente qui il rischio del solito pistolotto filoamericano, per cui pochi ricchi superpotenti sono in realtà buoni, non corrotti e ci vogliono tanto bene a tutti, mentre il terrorista grosso, brutto e cattivo predica libertà lasciando fra le righe un “tanto morirete tutti!”.
Qui s’incontra il primo conflitto fra chi è convinto che si tratti della solita porcata americana con un sacco di stelle e strisce (in effetti anche qui le bandiere si sprecano) e chi invece sostiene che l’attualità non abbia alcuna attinenza con un film di supereroi. La verità a mio parere sta nel mezzo. Sì perché, Nolan, introduce temi di attualità e politica a lettere cubitali, e sicuramente lo fa in piena coscienza di sé, ma questa morale apparentemente buonista, ha risvolti che ne mitigano l’interpretazione: l’operazione che in fondo è guidata da personaggi altrettanto potenti ed influenti, l’alienazione e il dolore che condizionano le azioni di Bane (e non spoilero oltre).
Dispute filosofiche a parte, il film è visivamente una bomba come ci si attendeva, ci sono sequenze che trasudano potenza da ogni fotogramma senza però per questo, diventare pacchiane (complice anche l’azzeccatissima colonna sonora di Hans Zimmer). Le idee sono buone è abbastanza ben sviluppate, ma il tutto non è esente da difetti.
Innanzitutto il poco equilibrio fra azione e dialogo. Soprattutto la frazione iniziale pare decisamente troppo lenta, non solo per le aspettative del pubblico da film tamarro e fracassone. Si resta con l’impressione che snellendo un po’ di dialoghi si sarebbe potuto ottenere qualcosa di molto più scorrevole e immediato.
Poi c’è Anne Hathaway che se pur brava, azzeccata nel suo ruolo (e bella…assai….), continua insistentemente con le battute da femme fatale che alla lunga stonano e infastidiscono un po’…una, va bene, due, tre, ok. Alla quarta bòna! Hai reso! Verso la fine del film poi, la vediamo sfrecciare sulla supertecnologica moto di Batman, che non ha mai guidato, ma che controlla perfettamente. Di sicuro è intelligentissima, l’avrò sottovalutata.
Anche sul protagonista c’è qualcosa da dire, o meglio, da non dire. Per buona parte del film Batman scompare del tutto con un Bruce Wayne che prima non muove una gamba è pare del tutto impossibilitato, poi da recluso in 5 mesi recupera una schiena spezzata…
Gli attori infine convincono tutti, restanto sempre azzeccati nei loro ruoli, sia vecchi che nuovi.
In generale si può dire che con tanta carne al fuoco (tanti eventi e più personaggi), ci sia scappato qualche buco nella sceneggiatura, e Nolan può essere facilmente scusato, poiché comunque il film rimane pervaso da un’atmosfera di grandezza ed universalità che soddisfa decisamente.
Nonostante non si possa definire un film perfetto, la visione sicuramente vale i soldi del biglietto e una buona parte di elogi. Merita sicuramente le 4 stelle, e se verso metà si poteva pensare che rischiasse di scivolare nella mediocrità delle 3, con l’ultima frazione decolla togliendo ogni dubbio e facendo dimenticare qualche mancanza. Trilogia perfetta.
Speriamo non ci siano seguiti.
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