La trama orma la si conosce perché già più volte esposta. Woody qui ha fatto un colpo da maestro, unendo un dramma-thriller amoroso alla filosofia più alta.
Ispirato chiaramente a "Delitto e Castigo" di Dostojevsky ove l'omicidio commesso per noia e curiosità di una vecchia, quindi totalmente arbitrario, da parte di un giovane studente nichilista russo (Raskolnikov) - anche se non scoperto dalla polizia, finisce comunque per tormentare l'omicida in preda ai più insopportabili sensi di colpa. Uccidere un essere umano non è per persone che abbiano una vera coscienza, anche se si credono superiori a remore morali. Raskolnikov finisce quasi folle, ma infine si ravvede e si riscatta tramite il pentimento cristiano (redenzione). Woody Allen invece non è il cristiano Dostojevski: il suo protagonista che uccide due donne più un feto (!) per meri calcoli egoistici (per lui "superiori"), passato qualche episodio di smarrimento ove affiora una presa di coscienza, poi riacquista subito il suo sangue freddo. Per un mero colpo di fortuna, cioè l'anello che rimbalza sulla ringhiera del Tamigi come una pallina da tennis sulla rete, il protagonista la farà franca. Nessun ravvedimento, cinismo assoluto: continua la sua storia da ricco borghese parvenu, partecipando infine alla festa di famiglia per l'annuncio del suo figlio legittimo. Per Allen quindi non c'è alcun finalismo nella vita (e nell'universo); tutto è caso e fortuna più abilità. Fatta franca con la giustizia terrena, non ci sarà nessun giudizio di Dio perché non c'è nessun Aldilà. Seguendo Feuerbach e Nietzsche, anche per Woody Allen, Dio e l'Aldilà sono mere proiezioni umane, cioè solo DESIDERI di giustizia ultraterrena: compensazioni psicologiche contro le ingiustizie subite e desiderio illusorio di beata eternità per i giusti, con condanna all'inferno per i malvagi. In sostanza le vicende sulla terra sono decise dal caso e dalla selezione del più adatto (Darwin) - e anche per la vita umana la fortuna è cieca come il caso. Nessuna illusione di redenzione o giustizia metafisca: in questo riflette perfettamente la filosofia contemporanea.
Si tratta di un capolavoro per contenuto, regia, significato, capacità narrativa e recitativa: i numerossimi premi attribuiti sono meritatissimi!
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