Ciò che ha contraddistinto Philippe Laudenbach è stata la sua capacità di passare da ruoli leggeri e addirittura "fiabeschi", come in La vita è un romanzo, ad interpretazioni raccapriccianti, come quella di Lassalle, il bibliotecario assassino in Maléfique. Tanta versatilità gli deriva certamente, oltre che dal personale talento, dal costante impegno e dall'esperienza acquisita lavorando con grandi cineasti, uno per tutti François Truffaut.

Gli esordi
Non si può certo dire che la sua famiglia fosse estranea al mondo dello spettacolo. Suo zio, Pierre Fresnay, è il Louis Bernard de L'uomo che sapeva troppo (1934) di Alfred Hitchcock, versione inglese, la spia che trascina gli sventurati coniugi Lawrence nel celebre complotto che ha inchiodato milioni di spettatori alle poltrone. Deciso a seguire la sua vocazione per la settima arte, il giovane Philippe s'iscrive al Conservatoire National supérieur d'art dramatique, dove consegue una solida formazione culturale ed artistica. Notato da Alain Resnais, entra a far parte del cast di Muriel, il tempo di un ritorno (1963), nel ruolo di Robert. È solo l'inizio della collaborazione con questo regista, che lo rivorrà più tardi in Mon oncle d'Amérique (1980) e La vita è un romanzo (1983).

Finalmente Truffaut!
Ma il 1983 è anche l'anno di un'altra importante partecipazione: si tratta di Finalmente domenica!, canto del cigno dell'immortale François Truffaut. Appartiene al filone dei film "di genere", per quanto una simile etichetta possa adattarsi al maestro della Nouvelle Vague. È la storia del proprietario di un'agenzia immobiliare che, accusato dell'omicidio della moglie e del suo amante, è costretto ad indagare per dimostrare la propria innocenza. In questo film, Laudenbach recita nel ruolo dell'avvocato Clément.

Le commedie
Successivamente lo troviamo nel cast di Viva la vita (1984) diretto da Claude Lelouch, una brillante commedia che sottintende un urlato messaggio di protesta a favore della causa del disarmo nucleare. Ancora alla commedia appartengono l'ambizioso Reinette e Mirabelle (1987) di Eric Rohmer, l'incontro-scontro tra una ragazza di campagna ed una di città, e Qualche giorno con me (1988) di Claude Sautet, la storia di un ricco personaggio (Daniel Auteuil) che influisce col suo potere sulle vite degli altri, finchè il gioco non gli scappa di mano e la storia scivola nel dramma.

L'incursione nell'horror
Negli anni '90 lo troviamo impegnato in diverse produzioni, tra le quali possiamo ricordare La Sentinelle (1992) di Arnaud Desplechin, Les caprices d'un fleuve (1993) di Bernard Giraudeau, La vie ne me fais pas peur (1999) di Noémie Lvovsky. Ma è interessante citare, nel 2003, l'orrorifica incursione in Maléfique di Eric Valette, la stregonesca storia di un uomo che si trova a convivere in una cella con personaggi tutt'altro che raccomandabili, come il bibliotecario uxoricida interpretato proprio da Laudenbach.

Tra riecheggiamenti letterari e storia contemporanea
Ricordiamo poi la sua partecipazione ne L'amante inglese (2010) di Catherine Corsini, una storia scritta sulla falsariga del capolavoro letterario di Gustave Flaubert, in cui si narra di Suzanne, una quarantenne in cerca d'indipendenza che tradisce il marito Samuel, non a caso "medico", come il suo "precursore" Charles Bovary. In questo film, Laudenbach recita nel ruolo del padre di Samuel. Ma il 2010 è soprattutto l'anno della sua apparizione in Uomini di Dio diretto da Xavier Beauvois, nei panni di Célestin: un'inquietante pagina di storia contemporanea trasposta in immagini, in cui si racconta il sacrificio di sette monaci francesi catturati e decapitati da un gruppo di fondamentalisti islamici.
Nell'aprile 2024 è morto a Tolosa all'età di 88 anni.

Vita privata
L'impegno cinematografico e teatrale ha influito anche sulla vita affettiva di Philippe Laudenbach. È infatti marito di Francine Walter, commediante, nonché docente di arte drammatica al teatro de l'Atelier e a La Bruyère.