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Rassegna stampa di Milos Forman

Milos Forman (Jan Tomas Forman) è un attore ceco, regista, scrittore, sceneggiatore, è nato il 18 febbraio 1932 a Cáslav (Repubblica ceca) ed è morto il 13 aprile 2018 all'età di 86 anni a Danbury, Connecticut (USA).

DAVE KEHR
The New York Times

“IT’S funny to realize, but in my relatively short life I have lived through six or seven different social and cultural systems,” the filmmaker Milos Forman said. “First the Democratic Republic of Czechoslovakia, then the limited democracy before World War II, then the Nazi regime. After the Nazi regime there was a kind of democracy again for three years, then came the Stalinist regime, then the reformed Communist regime, and now I am living in a free country.”
More precisely, Mr. Forman lives in New York City, as he has since he came to the United States in 1969. He shot his first American movie on the streets of New York: “Taking Off” (1971), a comedy centered, like so many of his films, on the distance between parents and their children. Starring Buck Henry and Lynn Carlin as a suburban couple whose teenage daughter (Linnea Heacock) has disappeared into the wilds of the East Village, it remains one of the most closely and compassionately observed films of a tendentious decade and will receive a rare screening as part of a two-week retrospective of Mr. Forman’s films that begins Thursday at the Museum of Modern Art.

MARCO BORRONI
Film Tv

Ancora giovanissimo è costretto a subire il trauma del distacco violento dai genitori, deportati e liquidati ad Auschwitz. Terminati gli studi d’arte, fa il suo ingresso alla Famu, la prestigiosa scuola di cinema della capitale ceca, dove segue con profitto i corsi di regia e svolge il canonico tirocinio come sceneggiatore e assistente. Sono gli anni a cavallo fra i Cinquanta e i Sessanta: quelli delle esperienze di fusione fra film e scena teatrale compiuti in seno al gruppo “Laterna magika”, preludio alla fioritura di una delle più importanti “nuove onde” destinate a scuotere dalle fondamenta le cinematografie europee (e non solo quelle).
Appena di poco posteriore alla “Nouvelle Vague” francese e a quella polacca, la “Nová vina” di Praga e dintorni comincia a esprimere i suoi talenti migliori: oltre a Forman, Vera Chytilová, Ewald Schorm, Jaromil Jires, Jan Kadár, Jan Nemes Karel Vachek, Jan Svankmajer, JifI Menzei, Ivan Passer e Jaroslav Papousek. Ed è con la collaborazione degli ultimi due che Forman sceneggia e gira i suoi primi quattro lavori, gli unici (a tutt’oggi) realizzati in patria. Se in Konkurs (1963), diviso in due episodi e scritto con Passer (che dal 1971 inizierà a sua volta una carriera negli States, dirigendo – fra gli altri – gli interessanti Il mio uomo è una canaglia, Legge e disordine, Alla maniera di Cutter, Dr. Creator specialista in miracoli), il regista adotta i moduli classici del cinéma-vérité per seguire le vicende di un grupPo di cabarettisti e di alcune bande musicali, con L’asso di picche (1964) e Gli amori di una bionda (1965), stile e obiettivi cominciano a farsi più personali e più stringenti. Analogo nell’impostazione, ma assai più caustico e corrosivo nelle caratterizzazioni, è il successivo Al fuoco, pompieri! (1967), primo film a colori di Forman e co-prodotto – con relativa convinzione – da Carlo Ponti.

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Un autore vero, un osservatore attento e polemico delle società nelle quali ha agito, dalla Repubblica ceca ad Hollywood.
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