Ken Loach è un attore inglese, regista, produttore, sceneggiatore, è nato il 17 giugno 1936 a Nuneaton (Gran Bretagna). Ken Loach ha oggi 87 anni ed è del segno zodiacale Gemelli.
Era molto commovente, qualche mese fa, vedere come il regista inglese Ken Loach riceveva al festival di Cannes la Palma d’Oro per il suo film Il vento che accarezza l’erba, che adesso arriva nei cinema. Gli occhi brillavano di contentezza, la faccia s’increspava di timidezza, faticava a sorridere eppure era felice. Che uomo simpatico, onesto, giusto ed elegante, che artista coerente e bravo, senza vanità né presunzione. Il vento che accarezza l’erba, storia molto drammatica della guerra civile anglo-irlandese del 1920- 22 e di due ragazzi costretti a parteciparvi, fa capire come ogni guerra di guerriglia sembri identica, quale possa essere la compassione per i giovani patrioti e per i giovani ridotti come bestie feroci.
È un film bellissimo e duro: come L’agenda nascosta, Riff Raff, Piovono pietre, Terra e libertà, come quasi tutti i grandi film del regista amico del popolo, narratore delle condizioni più desolanti e dei sentimenti più nobili, capace di capire e raccontare operai, madri, ragazzi, irlandesi, emigrati latini negli Stati Uniti, combattenti nella guerra di Spagna dei Trenta. Un regista che ha saputo mescolare dramma e ironia, senza mai voltare gabbana né rinunciare.
Ha 70 anni, adesso. È nato nel Warwickshire, ha studiato legge a Oxford, è stato assunto dalla Bbc nel 1963 e nel 1964 ha debuttato con Catherine, storia familiare nella quale era subito evidente il suo interesse per i temi sociali e psicologici. Debutta nel cinema con Poor Cow, diretto nel 1967, con Terence Stamp; la rivelazione è Family Life, 1971, analisi amara di una schizofrenia generata in una ragazza dall’ambiente sociale e familiare.
Tra la fine degli Anni Settanta e l’inizio degli Ottanta realizza una serie di documentari che vengono puntualmente colpiti dalla censura dei governo Thatcher, contro il quale Loach indirizza sempre la propria critica, sotto il quale ha deciso di non dirigere più film. Quando riprende, i film degli Anni Novanta gli ottengono molti premi e confermano il suo talento nel sommare lo stile documentario e quello del Free Cinema inglese, al sarcasmo nel rappresentare i problemi irrisolti d’Inghilterra, al calore umano nel comprendere i guai della gente.
da Lo Specchio, 11 novembre 2006
Il più tranquillo rivoluzionario -politico e culturale - che il cinema abbia conosciuto. Ma rivoluzionario autentico, cocciuto, serafico, ironico. Figlio di un operaio, interrompe gli studi giuridici a Oxford, recita in teatro, si dedica alla regia ed è assunto dalla BBC nel 1961. Regista di una serie poliziesca fortunata (Z-Cars), affina gli strumenti conoscitivi che gli serviranno per narrare le vicissitudini delle classi inferiori nella Gran Bretagna di Margaret Thatcher. Lo farà secondo una filosofia disincantata e seria: «I cineasti fanno la bella vita, a confronto con chi deve lavorare per vivere. È facile fare il cineasta rivoluzionario. Chi sta sulla linea del fronte non è cineasta».
Esordisce con il bruciante Poor Cow (1967), storia di una ragazza coraggiosa che si oppone con tutte le sue forze alla degradazione dell'ambiente in cui vive. Prosegue con la accorata storia di un ragazzo e di un falchetto in una città dello Yorkshire oppressa dalla crisi economica (Kes, 1969), e con l'indagine su un caso di schizofrenia provocata in una ragazza povera dall'oppressione dei genitori e analizzata secondo i metodi della psichiatria alternativa di R.D. Laing (Family Life, 1971). Con la BBC il lavoro diventa, per un intransigente come Loach, difficile: alcuni film girati non sono trasmessi, altri sono rifiutati, altri bollati con l'accusa di alterare - per la tecnica ambigua del cosiddetto «docu-drama» - la realtà di fatto. Anche sul terreno del cinema questo è un periodo di crisi: i film che riesce a realizzare non raggiungono, per quanto efficaci nella costruzione, il pubblico.
Occorre attendere gli anni '90 per assistere a una inversione di tendenza. Dopo un'inchiesta precisa sulla situazione nordirlandese, in una storia di grande forza (Hidden Agenda, 1990), Loach presenta al festival di Cannes, ricevendo il premio speciale della giuria, una dura tragicommedia di vita operaia e disoccupazione (Riff Raff,1991) che finalmente rivela anche al grande pubblico internazionale un regista esemplare. Piovono pietre (1992), storia amara d'un abito per la prima comunione, Ladybird, Ladybird (1993), che narra gli atroci misfatti della burocrazia, e Terra e libertà (1994), apologia della utopia anarchica distrutta dallo stalinismo durante la guerra di Spagna, confermano il valore, ribadiscono il successo.
Fernaldo di Giammatteo, Dizionario del cinema. Cento grandi registi,
Roma, Newton Compton, 1995