Con una lunga attività di videoclip musicali alle spalle, Howard Deutch esordisce a Hollywood, inizialmente legandosi a temi sentimental-romantici e firmando un feroce classico cult degli Anni Ottanta sulle vicende amorose prevedibili e scontate (fino a un comune happy-end) di una diciottenne di nome Molly Ringwald (la Bella in rosa). Poi scompare in una marea di titoli leggeri e banali (qualcuno anche noioso) che traboccano nel paradosso e nel grottesco quando vorrebbero essere drammatici e nel patetico e nel farsesco quando vorrebbero essere provocatori.
Merito di papà
Dopo aver frequentato la George W. Hewlett high School e la Ohio State University, inizia la sua carriera di regista e montatore firmando trailers e i videoclip musicali per la United Artists Records (Billy Idol e Billy Joel), senza contare i lavori teatrali del New York's Ensemble Studio. Il lavoro della United Artists Records è però tutta opera del padre, dato che è il presidente della compagnia!
La carriera di regista
Dopo un po' di gavetta, decide di esordire al cinema con il cult statunitense Bella in rosa (1986) con Molly Ringwald, Harry Dean Stanton, James Spader e Gina Gershon che avrà un grandissimo successo fra i teenagers dell'epoca. Sfortunatamente, non riesce a replicare il primo film ne Un meraviglioso batticuore (1987) e Non è stata una vacanza... è stata una guerra (1988). Si trasferisce nel piccolo schermo e firma due episodi de Racconti della cripta (1990) e qualche puntata di Melrose Place (1992). Nel 1989, sposa l'attrice Lea Thomspon che lo renderà madre di due figlie Madelyn e Zoey e che lui stesso dirigerà nel telefilm un po' scontato Caroline in the City (1995). Dopo i pessimi Articolo 99 (1992) e Papà ti aggiusto io! (1994), riesce ad appiattire una coppia d'oro del cinema statunitense come quella formata da Jack Lemmon e Walter Matthau con That's Amore - Due improbabili seduttori (1995, nonostante la presenza di Sophia Loren) e La strana coppia II (1998). Va leggermente meglio Le riserve (2000) con Gene Hackman, ma ecco che poi si inabissa di nuovo con il sequel tedioso FBI: protezione testimoni 2 (2004) con Bruce Willis, fino a risorgere nuovamente dalle ceneri con la buona commedia La ragazza del mio migliore amico (2008) con Dane Cook, Kate Hudson, Jason Biggs, Lizzy Caplan e Alec Baldwin. Uno stile carino e piacevole, ma che è a volte troppo anonimo, troppo pieno di nulla, da tipico tecnico infiocchettato dagli Studios che lavora ingenuamente, senza lasciare un'esasperante impronta di sé nei film che dirige. Vive del successo di Bella in rosa (e si vede!!!) e se un pregio può avere quello è sicuramente il mettersi al servizio di stanchi e felici star dalla carriera esaltante.
