•  
  •  
  •  
Apri le opzioni

Rassegna stampa di Amedeo Nazzari

Amedeo Nazzari (Amedeo Carlo Leone Buffa) è un attore italiano, è nato il 10 dicembre 1907 a Cagliari (Italia) ed è morto il 7 novembre 1979 all'età di 71 anni a Roma (Italia).

IDA BIONDI
MYmovies.it

Gli esordi di colui che possiamo definire il primo "divo" del cinema italiano (anche se tale posizione nei gusti del pubblico gli fu contesa quasi alla pari da Vittorio De Sica e da Gino Cervi, almeno secondo un'indagine promossa nel 1940 dalla rivista Cinema), non furono facilissimi. Già durante gli anni dell'Università si dedicò all'attività teatrale, lavorando con continuità nelle maggiori compagnie accanto ai più importanti attori del momento, anche se in ruoli molto modesti, o, addirittura, di sola presenza fisica, affermandosi come giovane attore dal brillante futuro. Nel 1935 esordì nel mondo del cinema in Ginevra degli Almieri (Guido Brignone), ma fu il secondo film, Cavalleria, di Goffredo Alessandrini, interpretato nel 1937, a fare di lui un personaggio famoso, grazie anche al fisico atletico, al volto virile e attraente, alla disinvoltura dei modi e ad eccellenti qualità fotogeniche. Da allora, per oltre cinque anni, Nazzari fu uno degli attori cinematografici italiani più richiesti da registi famosi, come Alessandrini, Genina, Blasetti, Malasomma, Mastrocinque; interpretò numerosissimi film di vario genere, conquistando i favori del pubblico soprattutto nei ruoli di uomo forte, leale e coraggioso e di avventuriero romantico e beffardo; al contrario, gli apprezzamenti della critica si fecero attendere più a lungo. Nel periodo immediatamente successivo alla fine della guerra, dopo una breve permanenza all'estero, incontrò Raffaello Matarazzo (vedi), il regista che lo avrebbe aiutato ad ottenere un entusiastico successo di pubblico. Infatti, grazie a lui, divenne il protagonista in una serie di film melodrammatici e sentimentali, ispirati alle trame dei romanzi d'appendice, che non solo ottennero i maggiori successi commerciali di quegli anni, ma rappresentarono un vero e proprio fenomeno di costume, come Catene (1950), I figli di nessuno (1951), Tormento (1951), Chi è senza peccato (1953) Torna! (1954) e altri. Nazzari li interpretò sempre in coppia con Yvonne Sanson, rimanendo fedele al proprio personaggio, impostato (o piuttosto circoscritto) secondo canoni melodrammatici ben determinati, ma di sicura presa su una vasta fascia di pubblico. Soltanto nel 1952, dopo costruttive esperienze con Alberto Lattuada, oltre che con Blasetti e Camerini, Nazzari poté finalmente cogliere le migliori occasioni artistiche della sua carriera, con due validissime interpretazioni: la prima, per la quale fu premiato con il Nastro d'Argento, nel film Il brigante di Tacca del Lupo, di Pietro Germi; la seconda, che può essere considerata il suo capolavoro, in Processo alla città, di Luigi Zampa. Nel film, che denunciava con rigore la complicità fra poteri istituzionali e camorra, prendendo spunto da un misterioso delitto avvenuto sullo sfondo di una Napoli di inizio secolo, Nazzari appariva, affiancato da altri validissimi attori, nel ruolo di un giudice integerrimo e ben deciso ad assicurare alla giustizia il vero colpevole. In quegli stessi anni, l'attore ebbe altre buone occasioni per affermare al meglio le sue valide doti: fu infatti un robusto protagonista ne Il brigante Musolino (1950, Mario Camerini), e in Un marito per Anna Zaccheo (1953, Giuseppe De Santis). Ormai giunto alla maturità, Nazzari intrecciò anche una fruttuosa collaborazione con Federico Fellini; nel 1957, ne Le notti di Cabiria, diede vita ad una delle sue caratterizzazioni più riuscite, calandosi con notevole sensibilità psicologica nel personaggio di un famoso e ormai maturo attore cinematografico e portando sullo schermo una sorta di autoritratto. Altrettanto efficace il "ritratto" di un ricco italiano residente in Argentina, da lui tratteggiato con vivacità e acume ne Il gaucho (1964, Dino Risi). Attore dalle doti drammatiche forse non eccezionali, robusta presenza virile al fianco di quasi tutte le attrici italiane più famose, dagli anni Quaranta agli anni Sessanta, in un cinema popolare di grande impatto, Nazzari rappresentò innegabilmente una figura di spicco del nostro costume sociale, delle nostre abitudini, dei nostri gusti di quel periodo. Ciò può spiegare anche il suo rapido successo televisivo, iniziato nel 1960, con l'interpretazione di Wolf nello sceneggiato Ragazza mia. Infatti, la TV di quegli anni non di rado attingeva situazioni e personaggi da famosi originali cinematografici, in cui predominavano figure di avventurieri romantici, leali e coraggiosi; così, nel 1965, Nazzari prese parte allo sceneggiato televisivo La figlia del capitano, diretto da Leonardo Cortese e tratto dall'omonimo romanzo di Puskin, in cui gli era stato assegnato il ruolo del cosacco ribelle Pugacev. In questa occasione, l'attore non fece che riproporre una sua celebre interpretazione nell'omonimo film girato nel 1947 da Mario Camerini; nello stesso anno, fu proiettata la versione televisiva di un famoso dramma di Sem Benelli, La cena delle beffe, nella quale Nazzari ebbe il ruolo dell'eroe negativo, l'arrogante e beffardo Neri Chiaramantesi, lo stesso che aveva interpretato nel 1941 nella versione cinematografica diretta da Alessandro Blasetti. Anzi, fu proprio con una famosa battuta di questo suo personaggio, "Chi non beve con me, peste lo colga!", che Nazzari conquistò un'immensa popolarità, attraverso la partecipazione a Carosello come testimonial di un famoso aperitivo, che mandava in onda scenette fondate sulla rievocazione in chiave comica dei film più celebri dell'attore. Dagli ultimi anni Sessanta fino alla seconda metà degli anni Settanta, Nazzari interpretò per il piccolo schermo la versione teatrale di Rebecca, la prima moglie, diretta da Eros Macchi, e l'originale televisivo La donna di cuori, un episodio della serie televisiva che rese famoso Ubaldo Lay, Squadra omicidi tenente Sheridan, diretto da Leonardo Cortese) entrambi del 1969, mentre nel 1975, ormai anziano, fu il colonnello De Risio nello sceneggiato Signora Ava, per la regia di Antonio Calenda. L'anno successivo interpretò Omertà, un episodio della serie Alle origini della mafia, diretta da Ezio Muzii. La sua ultima apparizione televisiva risale all'anno stesso della sua morte, il 1979, quando, divenuto ormai fisicamente l'ombra di se stesso a causa della malattia, interpretò un telefilm tedesco, L'uomo di Portofino, della serie L'ispettore Derrick, diretta da Dietrich Haugk. Fu sposato con l'attrice Irene Genna, da cui ebbe una figlia, Evelina. Nel 1947 ha ricevuto un Nastro d'Argento per il migliore attore protagonista (Il bandito, regia di Alberto Lattuada).

FRANCESCO TROIANO

E' senza dubbio il primo autentico divo del cinema italiano dall'avvento del sonoro: fisico prestante, tratti alla Errol Flynn, Nazzari diviene negli anni '30 l'interprete per eccellenza di personaggi temerari ed avventurosi, guadagnandosi una fama duratura che gli consentirà nel dopoguerra una seconda giovinezza artistica nei melodrammi di Raffaello Matarazzo. Il suo primo ruolo da protagonista è il giovane ufficiale in Cavalleria (1936) di Goffredo Alessandrini; ma la popolarità vera sarà figlia di quel Luciano Serra Pilota (1938) ancora di Alessandrini, opera di regime però asciutta e priva di retorica. Negli anni successivi, Nazzari lavora accanto a quasi tutte le migliori attrici del cinema nostrano - da Assia Noris ad Alida Valli, da Luisa Ferida a Clara Clamai, da Elsa Merlini a Doris Duranti - in parti all'insegna dell'ardimento e della virilità, o comunque d'una visione dell'esistenza dignitosa e nobile: di questo periodo, è impossibile tacere del suo mitico fiorentino Neri ne La cena delle beffe (1941), celeberrimo adattamento del dramma di Sem Benelli firmato da Alessandro Blasetti. Conclusosi il conflitto mondiale, l'esperienza neorealista lo interessa solo marginalmente: in pellicole quali Il bandito (1946) di Lattuada, La figlia del capitano (1947) di Camerini, Un giorno nella vita (1946) di Blasetti, egli si conferma l'attore più popolare della cinematografia indigena; anche grazie alla serie di melò matarazziani interpretati assieme ad Yvonne Sanson, di cui Catene (1950) è insuperato modello. Nel decennio dei '50, da segnalare ancora il suo perfetto giudice Spicacci in Processo alla città (1952) di Zampa e lo strepitoso grandattore de Le notti di Cabiria (1957) di Fellini, dove fa il verso a se stesso con mirabile senso dell'ironia. Fedele nel tempo alle sue incarnazioni di eroe intemerato o di gentiluomo integerrimo, Nazzari è stato icona d'un Italia ingenua e provinciale, autarchica per forza financo nei sogni: ma ha saputo trascorrere dalla commedia "magiara" ai ruoli della maturità con un'impeccabile professionalità, vero segno distintivo della sua brillante carriera.

Vai alla home di MYmovies.it »
Home | Cinema | Database | Film | Calendario Uscite | Serie TV | Dvd | Stasera in Tv | Box Office | Prossimamente | Trailer | TROVASTREAMING
Copyright© 2000 - 2024 MYmovies.it® - Mo-Net s.r.l. Tutti i diritti riservati. È vietata la riproduzione anche parziale. P.IVA: 05056400483
Licenza Siae n. 2792/I/2742 - Credits | Contatti | Normativa sulla privacy | Termini e condizioni d'uso | Accedi | Registrati