In Diaries è condensato un movimentato quinquennio della famiglia Pincus, durante il quale Ed e la moglie Jane, responsabile di un collettivo femminista, crescono i loro figli, dialogano a lungo e litigano, si lasciano e si riprendono, partecipano a funerali e matrimoni, assistono a manifestazioni di protesta contro la guerra in Vietnam, sono testimoni dell'ascesa e caduta del Presidente Nixon. Fedele agli ideali propri della sua
generazione e degli anni Sessanta, il regista persegue uno stile di vita all'insegna della libertà sessuale ed espressiva, ma deve fare i conti con le responsabilità coniugali e i tempi radicalmente mutati. È un'opera in cui confluiscono due fattori: da una parte le riflessioni di Pincus sulla possibilità o meno dell'oggettività nel documentario, in un momento in cui anche la letteratura rende sempre più labili i confini tra narratore e
soggetto; dall'altra, l'introduzione di nuove tecnologie che permettono a una sola persona la ripresa e la sincronizzazione audio-video (il film è girato in 16 mm con la neonata cinepresa Eclair). Il regista sperimenta una forma di documentario in grado di penetrare la
dimensione privata, con particolare attenzione a quegli elementi che rispecchiano la mentalità e la storia politica e culturale di un'epoca.