| Anno | 2025 |
| Genere | Commedia, |
| Produzione | USA, Gran Bretagna |
| Durata | 90 minuti |
| Al cinema | 1 sala cinematografica |
| Regia di | Ethan Coen |
| Attori | Margaret Qualley, Aubrey Plaza, Chris Evans, Charlie Day, Billy Eichner Lera Abova, Lena Hall, Kristen Connolly, Don Swayze, Talia Ryder, Gregg Binkley, Gabby Beans, Christian Antidormi, Kale Browne, Josh Pafchek, Kinna McInroe, Gloria Sandoval, Sean Dillingham, Sean Philip Glasgow, Steve Lantz, Silvia Bond, Alexander Carstoiu, Layne Lazor, Alexis Leah Scott, Grace Lord, Donny Ness. |
| Uscita | giovedì 18 settembre 2025 |
| Distribuzione | Universal Pictures |
| Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: V.M. 14 |
| MYmonetro | 2,19 su 14 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
|
|
Ultimo aggiornamento martedì 16 settembre 2025
Una dark comedy su Honey O'Donahue, investigatrice privata di una piccola città, che indaga su una serie di morti misteriose legate a una chiesa. In Italia al Box Office Honey Don't! ha incassato nelle prime 8 settimane di programmazione 113 mila euro e 60,2 mila euro nel primo weekend.
|
CONSIGLIATO NÌ
|
L'incidente mortale (e affatto accidentale) di una coppia di Bakersfield (California), attira l'attenzione della detective Honey O'Donahue, che finisce per indagare su una setta devota a padre Dean, pastore carismatico e criminale, col vizio del sesso e della manipolazione. Nella vita di Honey, intanto, irrompono un vecchio padre, a cui non perdona un'infanzia di abusi, e una poliziotta, con cui comincia una torrida relazione. Tra ufficio, casa e chiesa, Honey avrà la meglio sui cattivi di turno senza alzare un dito, o quasi.
Da quando i fratelli Coen hanno deciso di separarsi e avviare una carriera da solisti - Joel ha firmato un adattamento very arty del Macbeth, Ethan esplora nuovi orizzonti cinematografici con Tricia Cooke, montatrice, sceneggiatrice e compagna (Drive-Away Dolls) - il loro cinema, essenzialmente metafisico e agnostico, è disinnescato.
Mai più cool come i loro eroi, sistematicamente alle prese con l'ironia della sorte, il primo abbraccia il testo di Shakespeare e lo scarnifica immergendosi ancora di più nel cuore delle tenebre, il secondo non si allontana troppo dall'universo che hanno costruito insieme e che ha ridisegnato, con Soderbergh e Tarantino, i contorni del cinema americano. Viene quasi da chiedersi, se il cinema dei Coen non sia una sapiente sintesi dei gusti opposti: shakespeariano e clownesco, angoscioso e trash, formalista e libero.
Indiscutibilmente è sempre stato un mondo di uomini e le donne, il grande 'altro' delle loro storie, una fonte di inesauribile angoscia per gli eroi. Drive-Away Dolls ieri, Honey Don't! oggi, invertono la formula, sforzandosi di seguire un femminile - e si sente quanto costi a Ethan. In macchina o sui tacchi, si avventura in questo continente oscuro e al buio, si sa, è facile inciampare. Di nuovo una commedia queer, di nuovo Margaret Qualley iper-sessualizzata e forzatamente canaglia, di nuovo quel dovere di impegnarsi nei confronti di un possibile pubblico femminile e femminista che potrebbe altrimenti giudicarlo duramente. Il risultato è un'altra compilation dei peggiori tic coeniani.
Tra ninfomania e ostentazione, faticose autoreferenze e prestazioni cartoonesche, che fanno sbagliare anche la prima della classe (Miss Margaret Qualley), Ethan Coen non riesce a produrre un'immagine accurata delle donne. Solo lesbiche di grande appetito che risolvono misteri, ripudiano gli uomini, si lanciano in acrobazie sessuali e hanno sempre la battuta pronta come in una sitcom di fine anni Novanta.
Thriller pop e pochade vagamente femminista, Honey Don't! è un film anacronistico e senza interesse che si inscrive in una sorta di trilogia (in progress) di film eccentrici e queer ispirati ai B movie. È forse il nome di Ethan Coen che incoraggia la severità, perché il tocco è immediatamente riconoscibile anche dietro a una sceneggiatura che ha poco da offrire. Riconoscibile nel modo di trasformare la realtà e il thriller in una sorta di commedia macabra e colorata, di spingere i personaggi a comportamenti estremi, mescolando allegramente emoglobina e brutalità. In questo senso, il nuovo film di Ethan Coen gioca coi generi, thriller, poliziesco, noir, commedia ma senza stabilire mai una vera direzione. L'umorismo nero è forzato, l'ispirazione in panne, l'immaginazione in mutande come Chris Evans in sagrestia. Dio sa quanto amiamo i fratelli Coen e quanto aspettiamo la fine della ricreazione...
(Le stelle sarebbero 3,5/5).HONEY DON?T!Ethan Coen ritorna, dopo un buon Drive-Away Dolls, dietro la macchina da presa e a co-sceneggiare insieme alla moglie Tricia Cooke questo secondo film di un?ipotetica trilogia a tematiche queer.Bakersfield, California. Il caso di un?automobile ribaltata oltre il guardrail con due cadaveri e una donna misteriosa che sfila un anello particolare da uno dei due attira [...] Vai alla recensione »
l'ho trovato parecchio infantile e poco spontaneo, sarebbe stato sufficiente se non fosse completamente scopiazzato da altri film, invece seppur sofisticato risulta banale e noioso
Era da tanto tempo che non vedevo un film di questo livello, in puro stile fratelli Coen, anche se a dirigere era solo uno. Macchiette umane, fra il tragico e il farsesco, di cui la protagonista si prende gioco o cerca di rimetterle sulla buona strada, si alternano in una trama scoppiettante; recitazione da teatro dell'arte, ambienti e fotografia avvincenti.
Deserto della California. Una donna in pantalone leopardato scende ai bordi della strada: una macchina giace rovesciata con al suo interno un corpo ormai senza vita. La donna, niente affatto sorpresa, si inginocchia e dalla mano della morta toglie un anello con una forma particolare. Scopriamo presto che quella forma è il logo di una chiesa - il Four-Way Temple - in cui il "prete padrone", il Reverendo [...] Vai alla recensione »
Il noir non è mai stato soltanto un genere cinematografico, ma una condizione dello sguardo e dell'anima, un modo di raccontare la vita quando la luce non è garanzia di verità ma abbaglio che confonde, e quando l'ombra non è semplice assenza ma sostanza che avvolge e restituisce la densità del reale; e se nei decenni il noir si è travestito di molte forme - la detective story disillusa di Chandler, [...] Vai alla recensione »
Quanto vorremmo tornare in sala a vederci un film come si deve dei fratelli Joel e Ethan Coen! È infatti da La ballata di Buster Scruggs (2018) che i due fratelli si sono separati e lavorano ognuno per conto proprio, dopo ben diciotto film girati insieme. Ora con Honey Don't! è uscito in sala il secondo film di finzione di Ethan Coen in solitario senza il fratello Joel, e realizzato, come il road [...] Vai alla recensione »
L'investigatrice privata Honey dà un'occhiata e ha subito chiaro che non è stato un incidente (d'auto). Sappiamo che ha ragione, abbiamo visto qualcuno sfilare un anello dal dito della vittima. L'indagine porta a uno strano predicatore (leggi: molto libertino) di una strana chiesa. Libertina è anche Honey. Le piacciono le donne e ha un paio di grandi scene - al bar la migliore, l'altra a letto - con [...] Vai alla recensione »
Diversamente da Joel, lanciatosi su sentieri impervi shakespeariani, Ethan travasa tutto il contenuto grottesco-demenziale, che i fratelli Coen amavano declinare, pur essendo inferiore al loro lato oscuro noir. Così dopo "Drive-away dolls", ecco "Honey don't!", ancora con Margaret Qualley protagonista, pronto a ricordarci cos'è oggi l'America trumpiana, tra Maga, presenza delle armi e sette indecenti. [...] Vai alla recensione »
Indagando sulla morte di un suo cliente, la detective privata Honey O'Donahue (Qualley) risale fino a un predicatore (Chris Evans) che ha molte cose da nascondere. Con il precedente Drive away dolls, scritto insieme alla compagna Tricia Cooke, Ethan (senza Joel) ha inaugurato un nuovo stile Coen, sempre dark, divertente e assurdo, ma più spensierato ed eccitante.
Honey Don't! è un film che si vede con un senso di stringente nostalgia. Non tanto per il suo look fintamente 70s evocato dalla fotografia polverosa e cartolinesca di Ari Wegner o per le mise perennemente rétro della private eye Honey O'Donohue (Margaret Qualley), quanto per quell'impressione di svago incompiuto che hanno i film di Ethan Coen da quando ha deciso di separarsi dal fratello.
Honey (Margaret Qualley) indaga su omicidi legati al pastore di una setta soggiogata sessualmente dal disinibito e furbastro padre Dean. Secondo titolo della trilogia lesbo di Ethan Coen dopo Drive -Away Dolls, il film non è il solito giallo. Si scava infatti sulle "gabbie" in cui si dibattono i personaggi. Lo stile dei Coen è rispettato, ottimo film ma lontano dal capolavoro Fargo.
Una setta pastorale con vizi sessuali, un incidente poco accidentale, una maneggiona che gira in Vespa e la solitaria detective lesbica interpretata da una un po' inerte Qualley. È la commedia private eye al femminile, gay e woke, di Ethan della coppia Coen, i formidabili fratelli che ora, separati, per strade diverse perdono un po' segnaletica e orientamento.
Al secondo film della sua personale "trilogia di film lesbici di Serie B" forse si chiarisce meglio il senso dell'operazione da solista di Ethan Coen, che sembra soprattutto un tentativo di terapia, un riattraversamento dell'immaginario creato insieme a Joel per testarne la tenuta anche quando questo spazio viene pensato lontano dal fratello. O forse è una resa? Basta in fondo un altro sceneggiatore, [...] Vai alla recensione »
A differenza di quanto accaduto con Drive Away Dolls, il lungometraggio d'apertura della trilogia queer firmata da Ethan Coen e Tricia Cooke, i due autori (nonché coniugi) sembrano avvertire per tempo il loro pubblico circa la riuscita effettiva dell'imminente secondo capitolo. E lo fanno a partire dal suo stesso titolo, Honey Don't! dapprima monito apparente, e poi preghiera inascoltata.
Forse non tutti ricordano che contestualmente all'esordio alla regia con Blood Simple - Sangue facile, Ethan e Joel Coen firmarono la sceneggiatura di I due criminali più pazzi del mondo con il regista del film, Sam Raimi. Un commedia scatenata oggi abbastanza insopportabile ma allora sorprendente per l'hellzapoppin' di personaggi strampalati, grandangoli, primissimi piani, gag, qualche truculenza [...] Vai alla recensione »
Honey O'Donahue, detective saffica, indaga sull'incidente mortale di una coppia di Bakersfield, California. Le indagini la conducono presto tra le braccia di una poliziotta ardente e nella chiesa di un reverendo carismatico che predica bene e razzola nel letto dei suoi fedeli. Nuova commedia queer per Ethan Coen in coppia con Tricia Cooke, montatrice, sceneggiatrice e compagna, con cui compone da qualche [...] Vai alla recensione »