| Anno | 2025 |
| Genere | Drammatico, Thriller, |
| Produzione | Italia |
| Durata | 91 minuti |
| Regia di | Giulio Ancora |
| Attori | Federica Pagliaroli, Marco Cocci, Simona Cavallari, Massimo Bonetti, Romina Mondello Ernesto Mahieux, Serra Yilmaz, Paola Barale, Martina Chiappetta, Caterina Misasi, Costantino Comito. |
| Uscita | lunedì 24 novembre 2025 |
| Distribuzione | Unicorn, 102 Distribution |
| MYmonetro | 3,75 su 2 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento domenica 23 novembre 2025
Una violenza del passato influenza la vita di una giovane ragazza ribelle. In Italia al Box Office Even ha incassato nelle prime 2 settimane di programmazione 9,5 mila euro e 8,8 mila euro nel primo weekend.
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CONSIGLIATO SÌ
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Giulia suona in una band ed ha un rapporto non propriamente disteso con la madre. Una notte, all'uscita da un locale viene aggredita e violentata. Da quel momento il suo servizio, presso un istituto che offre sostegno a donne vittime di molestie sessuali o di violenza domestica, assume un nuovo significato. L'esperienza vissuta finirà con il legarla a un caso accaduto in passato in cui la vittima non era sopravvissuta.
Alla sua opera prima Giulio Ancora mostra buoni doti come regista.
Even parte bene con una sequenza che rimanda al meglio del cinema di indagine su un omicidio con una figura di commissario arrogante e puntiglioso che lascia ben sperare. Il suddetto ricomparirà solo molto più avanti e per un tempo breve. Ci si concentra invece sulla vita di Giulia, una ragazza che ha una sua trasmissione in una radio, suona in una band e non va molto d'accordo con la madre.
Il fatto che quanto le accade sia oggetto in parte di un tentativo di rimozione e in parte di una vicinanza a quanto successo a una ragazza la cui morte ha dato origine a un istituto diretto dai genitori, è interessante.
Ogni volta che si pone all'attenzione di chi guarda il tema dei femminicidi o delle violenze sulle donne si compie un'operazione degna di rispetto e Ancora se lo merita. Quello che manca è una reale costruzione di tensione e connessione tra i due eventi lontani nel tempo che viene suggerita da sogni di Giulia e da un sopralluogo nonché dall'incontro con una stravagante 'maga', interpretata, con la verve che le è tipica, da Serra Yilmaz. A proposito del cast va rilevato come il nome di Paola Barale sia utilizzato per attirare l'interesse di chi ne conosce l'attività di attrice e showman offrendole però una presenza decisamente esigua rispetto alla durata del film. Ci si trova di fronte a una narrazione divisa in tre parti: un prologo, una parte dedicata alla Giulia di prima della violenza e un'ultima legata alla connessione con l'evento di cui alla premessa.
Manca quel taglio di firma di autore che il film inizialmente promette ma poi non mantiene preferendo percorrere la più confortevole strada di una regia professionalmente di routine in cui l'elemento di novità viene lasciato al cambiamento di formato tra presente e passato.
Even, opera prima di Giulio Ancora, è un film che colpisce fin dai primi minuti per la sua capacità di trasformare un tema complesso in un’esperienza emotiva profonda e sorprendentemente intima. Ancora affronta l’argomento centrale, la violenza di genere, con uno sguardo registico maturo, capace di far emergere sfumature invisibili a un’occhiata superficiale.
Vi invito a leggere la mia recensione. Film toccante e consigliatissimo
Even ? uno di quei film che ti afferra in silenzio, senza grandi proclami, e ti trascina dentro un vortice emotivo da cui ? difficile uscire indenni. Giulio Ancora costruisce un?opera intensa (opera prima!!!), rarefatta e pulsante allo stesso tempo, un racconto in cui ogni gesto, sguardo e pausa ? carico di significato. La sua regia ? elegante, precisa ma mai rigida, sempre pronta a seguire i personaggi [...] Vai alla recensione »
Il film si muove con una sensibilit? rara, quasi pudica, nel raccontare fragilit?, desideri e profonde crepe di una giovane ragazza scaturite da una violenza animalesca. Le emozioni non vengono mai forzate: emergono naturalmente, come se lo spettatore fosse invitato a osservare da vicino, ma senza mai violare lo spazio emotivo dei protagonisti, soprattutto di Giulia.
“Attenti ai lupi”, recita un cartello all’ingresso del bosco in cui viene trovato il corpo di una ragazza, proprio all’inizio di Even, il film con cui Giulio Ancora esordisce al lungometraggio. E sono molti i lupi che compaiono nel cinema, così come sono molti i film in cui la violenza maschile contro le donne ha un ruolo determinante, da Sotto accusa a Thelma e Louise, da A letto con il nemico a Irreversible, da Women Talking fino al recente It Ends With Us – Siamo noi a dire basta, e in Italia da La ciociara a La sconosciuta, da Un giorno perfetto a La vita possibile fino a C’è ancora domani. Uno dei film più riusciti in questo filone resta La moglie del poliziotto di Philip Gröning, per il modo realista e crudele in cui racconta la progressione geometrica della prevaricazione maschile. E per uscire dalla sfera occidentale, guardando ad esempio all’Iran in tempi recenti tornano in mente Shayda e Holy Spider .
La percezione, come racconta Even, è che ci sia intorno alle donne un clima di allerta continua, perché anche uomini apparentemente amorevoli possono trasformarsi in violentatori e killer, e questo purtroppo rispecchia quanto si legge sulle pagine dei giornali, che raccontano casi di femminicidio con una cadenza quasi quotidiana. Lo stesso termine femminicidio, che indica un omicidio commesso su una donna “in quanto donna”, sembra implicare anche che chi ha commesso quegli omicidi abbia agito “in quanto uomo”. Ma non è “nella natura” maschile che si annida il pericolo, bensì in una cultura che legittima mentalità arcaiche e comportamenti inaccettabili che non dovrebbero appartenere agli esseri umani “in quanto tali”.
Ricordiamo come esempio cinematografico contrario Chocolat, in cui il marito violento viene a poco a poco isolato dalla sua stessa comunità, che è composta di uomini e donne intenti a rifiutare quel comportamento come antisociale.
La violenza contro le donne ha creato anche un sottogenere cinematografico, il “rape and revenge” movie, che vede la protagonista vendicarsi da una violenza maschile subìta, o vendicare la morte per femminicidio o il suicidio in conseguenza di uno stupro di un’altra donna: in tempi recenti, oltre a Even, abbiamo visto ad esempio titoli come Revenge e Una donna promettente, ma già nel 1981 con Ms. 45 - Angelo della vendetta Abel Ferrara raccontava la rivalsa di una ragazza violentata (due volte nello stesso girono) e armata della pistola dal calibro del titolo.
Un’alternativa possibile, e certamente meno discutibile della filosofia “occhio per occhio dente per dente” indirizzata ai perpetratori della violenza sulle donne, è stata il bel documentario Un altro me di Claudio Casazza, ambientato fra i colpevoli di reati sessuali nel carcere di Bollate protagonisti di un corso di rieducazione da parte dell’Unità di Trattamento per autori di reati sessuali del CIPM (Centro Italiano per la Promozione della Mediazione). Perché non dovrebbero essere le donne a doversi difendersi dai lupi, ma i lupi a ricordarsi che essere uomo, nel senso più altro del termine, vuol dire fra le altre cose avere rispetto delle donne, della loro autodeterminazione e libertà, e della loro incolumità fisica e mentale.
C'è un cartello con la scritta «ATTENZIONE AI LUPI» sul luogo in cui viene trovato il cadavere della giovane Marisol, violentata tra le nevi della Sila, e la mdp dell'esordiente Ancora ci torna più volte, per rimarcare il concetto: il mondo è pieno di "lupi cattivi", pronti a predare le belle ragazze indifese (soprattutto se, incaute, vanno in giro da sole).