The Art Of Disobedience è un viaggio adrenalinico nel mondo del graffiti writing attraverso lo sguardo di Geco, uno dei writer più noti e prolifici d'Europa. Con una straordinaria ostinazione e uno stile inconfondibile, ha trasformato la sua arte in un atto di sfida alle regole e alle convenzioni sociali. Attraverso immagini inedite e riprese mozzafiato, il film ci trascina tra le strade e sulle vette più alte di Roma (e non solo), ripercorrendo i momenti salienti dell'assurda caccia all'uomo di cui l'artista è stato protagonista. La sua identificazione a Roma nel 2020 ha scatenato una bufera mediatica senza precedenti, dividendo l'opinione pubblica e riaccendendo il dibattito sul concetto stesso dell'arte. Chi decide cosa è arte e cosa è degrado? The Art Of Disobedience è un invito a guardare oltre le apparenze, a scoprire il potere della disobbedienza e a interrogarsi sul significato di libertà. Recensione ❯
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Un documentario su Bryan Johnson, un uomo che ha dedicato la propria vita a sfidare l'invecchiamento. Espandi ▽
Il doc analizza in modo approfondito le controverse pratiche di benessere che un uomo utilizza per mantenersi giovane e vitale, nonché l'effetto che questo percorso ha su lui stesso e su chi lo circonda. Recensione ❯
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I fatti che hanno coinvolto Alberto Genovese, portandolo ad un'accusa, prima, e ad una condanna, poi, per violenza sessuale e lesioni personali aggravate ai danni di alcune ragazze. Espandi ▽
La serie racconta gli abusi perpetrati dall'imprenditore Alberto Genovese ai danni di alcune ragazze che frequentavano le sue feste. Partendo dallo spunto di un tremendo caso di cronaca che ha catalizzato l'attenzione dell'opinione pubblica per diverso tempo, la serie vuole tuttavia raccontare anche il lato oscuro di un mondo in apparenza meraviglioso, fatto di soldi, bellezza e gioventù. C'è una protagonista indiretta, Milano, la città delle grandi opportunità, come le start up tecnologiche, di cui Genovese era considerato un guru, ma anche una città a due facce, di cui una incredibilmente oscura.
Poi c'è la protagonista vera e propria, Terrazza Sentimento, l'attico a 5 stelle di Genovese che non solo dà il titolo alla serie ma che, attraverso il suo triste riferimento alla cronaca nera, offre l'occasione per immergersi in una storia dove l'abuso sembra la normalità. Che sia abuso delle proprie possibilità finanziarie, abuso di sostanze stupefacenti in quantità irreali, abuso, ed è il punto di non ritorno, della volontà delle ragazze che resteranno coinvolte dalla vicenda. Ma è anche abuso di se stessi, una storia di cattiveria verso tutti, fino all'autodemolizione. Recensione ❯
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A partire dalla storia del rione Pilastro a Bologna, il film indaga le contraddizioni dello sviluppo urbano e il rapporto tra spazi e vita quotidiana. Espandi ▽
Il rione Pilastro comincia la sua storia a partire dagli anni Sessanta, con un nucleo di case popolari edificato a pochi chilometri dal centro storico di Bologna in risposta alle richieste di alloggi per il crescente numero di immigrati nel secondo dopoguerra.
All'ombra del "Virgolone", uno dei più grandi complessi residenziali della città, cresce un quartiere di quasi settemila abitanti, oggi purtroppo spesso al centro dell'attenzione dei media solo per crimini e fatti di cronaca nera.
Il film indaga la storia del quartiere e dei suoi abitanti, il rapporto tra spazi cittadini ed esperienze quotidiane, in un contesto dove sono evidenti sfide e contraddizioni nello sviluppo urbano. Recensione ❯
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Il documentario accende i riflettori sul fandom dei BTS, noto come ARMY (acronimo di Adorable Representative M.C. for Youth), oggi composto da oltre 90 milioni di fan in continua crescita a livello globale. Espandi ▽
Il film esplora il fandom appassionato che ha proiettato i BTS - icone pop del XXI secolo - tra i nomi più noti al mondo. Il film racconta storie di fan al ReactorCon, un evento dedicato ai BTS a Lewisville, Texas; di un maestro di danza a Seul che insegna le coreografie della band; e di chi, dal 2013, lavora instancabilmente per far scalare le classifiche al gruppo.
Contrariamente agli stereotipi che dipingono i fan del pop come semplici adolescenti urlanti, ARMY è un movimento intergenerazionale, culturalmente consapevole e socialmente attivo, tanto variegato quanto il mondo stesso. Il film cattura lo spirito collettivo e attivista che rende ARMY un simbolo di speranza e unità in un mondo sempre più frammentato. Recensione ❯
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Alessandro Piva gira un documentario per riflettere sul cambiamento dei ruoli femminili, parlando della storia dell'ex brefotrofio di Bari. Espandi ▽
Dal dopoguerra in poi, l'ex brefotrofio di Bari accolse bambini abbandonati alla nascita da madri lasciate sole o sottratti alle famiglie dai servizi sociali. Questi istituti pubblici, sparsi in tutta Italia, nell'arco di circa cinquant'anni ospitarono oltre un milione di bimbi non riconosciuti e furono chiusi negli anni '90 per il mutato clima socio-culturale, il costante calo di abbandoni minorili e l'avvio di un diverso modello di assistenza. Recensione ❯
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Un doc che celebra Milo Manara, un protagonista della cultura italiana raccontandone l'opera, la vita e le passioni, e chiamando a festeggiarlo anche uno straordinario gruppo di sodali, colleghi, ammiratori. Espandi ▽
La carriera artistica del rivoluzionario fumettista - o, meglio, fumettaro - Milo Manara è raccontata attraverso le testimonianze di chi lo ha conosciuto e ha lavorato con lui: da Paolo Conte, a Vincenzo Mollica, passando per Cristina Tavera, Fumettibrutti e arrivare infine alla cantante pop Elodie, grande fan dell'autore. Alla narrazione partecipa in prima persona anche lo stesso Manara, intento a ripercorrere con garbo e ironia la propria storia: le prime tavole negli anni Sessanta, la collaborazione con Hugo Pratt e Federico Fellini, il successo dei racconti erotici in Francia; le controversie e gli apprezzamenti.
Valentina Zanella firma un documentario che porta sullo schermo il percorso artistico di Milo Manara, un omaggio tradizionale e riuscito all'universo narrativo dell'autore. Si tratta di un documentario accattivante e divulgativo, capace di ricostruire l'articolato percorso artistico di uno dei maggiori fumettisti italiani e internazionali. Recensione ❯
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Un rigoroso documentario che attraverso la musica parla del nostro Paese senza chiudere la porta al grande pubblico. Documentario, Italia2025. Durata 120 Minuti.
Un documentario girato tra le varie regioni di Italia in cui si scoprono diverse tradizioni popolari. Espandi ▽
Dalla Liguria alla Calabria, dalle Marche alla Sicilia, una storia fatta di frammenti che catturano diverse realtà italiane attraverso gli strumenti musicali che appartengono a ognuna di esse. Cos’è un paese, una cultura, quando ne si va a cercare il nucleo più tangibile? La risposta dei fratelli De Serio è un rigoroso documentario in undici tappe, sparpagliate per le varie regioni italiane, che guarda in particolare alla musica, al canto e agli strumenti che lo rendono possibile per raggiungere una dimensione autentica del folklore e della ricerca etnografica. Ricco in suggestioni e riscoperte, il film parla di noi senza però distogliere lo sguardo dagli oggetti e dalle tradizioni che hanno segnato la nostra storia, restando mirabilmente concreto. La magia più grande del film, che di per sé non sarebbe fuori posto nei dipartimenti di musicologia internazionali, è che riesce a non chiudere la porta a un pubblico più ampio. Recensione ❯
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L'omicidio del Presidente della Regione Sicilia Piersanti Mattarella, avvenuto il 6 gennaio 1980, è il nodo da cui iniziare a sbrogliare una matassa che arriva fino alla bomba del 2 agosto alla stazione di Bologna. Il docufilm racconta omicidi politici, depistaggi e tradimenti di Stato con il ritmo di un thriller e il peso di una storia vera. È un viaggio al centro di quel magma che ancora oggi ribolle sotto i nostri piedi. Un invito a scalare il vulcano e guardare giù, dentro la bocca del cratere, alla ricerca della Verità. Recensione ❯
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Un omaggio a un uomo che ha vissuto la montagna con passione, coraggio e determinazione, spingendosi oltre ogni limite e lasciando un'impronta indelebile nella storia dell'alpinismo. Espandi ▽
Il 3 luglio 1953 il ventinovenne Hermann Buhl compie una delle imprese più titaniche nella storia dell'alpinismo moderno: in quarantun'ore di traversata solitaria, in carenza di ossigeno e deficit di energie, diventa il primo uomo a scalare la cima del Naga Parbat (Himalaya Occidentale), alta più di ottomila metri.
Ancorandosi a questo evento, il documentario ricostruisce la vita dell'indimenticato alpinista svizzero, dall'infanzia tormentata alla recluta come soldato durante la Seconda Guerra Mondiale in Italia, passando per l'incontro con la futura moglie (la scalatrice Genie con cui ebbe tre figlie), senza trascurare altre leggendarie ascese compiute negli anni Cinquanta tra cui quelle al messicano Broad Peak, alla Sella d'Argento del Monte Rosa e al fatale Chogolisa (Pakistan).
Inquadrando uno dei più influenti scalatori di roccia del Secondo Novecento ancora oggi modello d'ispirazione per ogni alpinista, Werner Bertolan scrive e dirige un biopic devoto, accorato, ma fin troppo illustrativo e sovrabbondante, proiettato in Italia in anteprima al Trento Film Festival 2025. Recensione ❯
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Nell'autunno del 2024 Marco Paolini ha portato in scena "Mar de Molada", uno spettacolo che esplora il legame tra acqua e territorio, attraverso il racconto delle trasformazioni idriche e geologiche nel Veneto. In quattro spettacoli campestri e itineranti, dalla Marmolada all'Adriatico, Marco Paolini intreccia narrazione, scienza e poesia per sensibilizzare sull'urgenza di una gestione sostenibile delle risorse idriche. II film documentario segue il processo artistico dello spettacolo, mettendo in scena il rapporto tra territorio, teatro e coscienza civile, da sempre al centro del lavoro dell'artista veneto. Recensione ❯
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Un viaggio universale nei grandi interrogativi dell'esistenza: la libertà, la sofferenza, il senso della vita e della morte. Espandi ▽
Stefano Gheller, affetto sin dall'adolescenza da una particolare e grave forma di distrofia muscolare progressiva, è stato il secondo italiano ad ottenere per vie legali l'autorizzazione al suicidio assistito in Italia. Il documentario ci mostra la quotidianità di vita, narrando anche il suo legame con la sorella affetta dallo stesso morbo, anche se ancora in una fase anteriore.
Un documento importante che merita la visione anche (e forse soprattutto) da parte di chi è contrario a consentire l'accesso alla procedura.
Su temi etici scottanti e inevitabilmente divisivi ci sono documentari che sono finalizzati fondamentalmente alla propaganda, ottenendo il risultato di convincere i già convinti e di radicalizzare ulteriormente i contrari. Il pregio particolare di questo lavoro di Massimiliano Fumagalli consiste nel fatto che Gheller ha chiesto e ottenuto l'autorizzazione al suicidio assistito ma poi non se ne è avvalso. Recensione ❯
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Un film sul mestiere di restare autentici: un elogio alla misura, all'intelligenza ironica, alla capacità di non prendersi troppo sul serio. Documentario, Italia2025. Durata 94 Minuti.
Willie Peyote tra musica, vita e riflessioni a Torino: un ritratto intimo e autentico di un artista tra impegno, ironia e coerenza nello showbiz. Espandi ▽
Torino d’inverno, la nebbia che sale dal Po e un uomo che cerca di mettere ordine tra le parole, come se da quelle potesse dipendere il suo equilibrio. Willie Peyote. Elegia sabauda è prima di tutto il ritratto di un artista che fa della semplicità e dell’umiltà la sua cifra identitaria, una dichiarazione d’amore a una città e a un modo di intendere la musica. Il documentario, diretto con pudore e curiosità, segue Willie lungo un biennio di cambiamenti – dall’inverno del 2023 fino a Sanremo 2025 – raccontandone la quotidianità, le contraddizioni e la capacità di essere se stesso, anche quando la pressione esterna vorrebbe che su di lui si costruisse un personaggio. Willie Peyote, all’anagrafe Guglielmo Bruno, si presenta come un artista senza trucco né finzione. Si definisce “nichilista, torinese e disoccupato, perché dire cantautore fa subito Festa dell’Unità e dire rapper fa subito bimbominkia”.
Nella sua apparente semplicità, è un film sul mestiere di restare autentici: un elogio alla misura, all’intelligenza ironica, alla capacità di non prendersi troppo sul serio. E forse, in un’epoca di sovraesposizione e clamore, è proprio questo il gesto più radicale possibile. Recensione ❯
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Un incontro-intervista con Marianne Faithfull che dà vita a un documentario musicale e testamentario. Documentario, Gran Bretagna2025. Durata 96 Minuti.
Un atto di resilienza e ribellione contro ogni genere narrativo: l'ultima coraggiosa dichiarazione di Marianne Faithfull, il suo ribelle canto del cigno. Espandi ▽
Due impiegati di un futuribile ufficio della "non-dimenticanza" intervistano la grande cantante inglese Marianne Faithfull, anziana e sopravvissuta al Covid ma ancora capace di sedurre con la sua voce, la sua ironia, il suo carisma, la sua storia straordinaria. Dagli esordi nella Swinging London e dalla famigerata relazione con Mick Jagger, passando per gli scandali sessuali, la droga, l'alcolismo, i ricoveri in ospedale, le tante cadute e le altrettante rinascite, la Faithfull ripercorre la sua carriera, mentre alcuni artisti che in passato hanno collaborato con lei eseguono le sue canzoni. E lei stessa, in un'ultima commovente esibizione in studio, regala per un'ultima volta la sua voce.
Il documentario degli specialisti inglesi Jane Pollard e Iain Forsyth, già autori di un film su Nick Cave, 20,000 Days on Earth, ricorre a una cornice di fantasia vagamente ispirata a "1984" di Orwell per sottolineare il valore storico e testamentario della Faithfull. Guidata dagli interpreti Tilda Swinton e George MacKay, Marianne Faihfull (all'epoca delle riprese ancor provata dalla degenza dopo il Covid) viene messa di fronte alla sua intera esistenza. Recensione ❯
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La storia di Antonio Esposito, noto come "Bostik" nei Quartieri Spagnoli di Napoli che negli anni '90 fece realizzare un murales in onore del Pibe de Oro facendo diventare la piazza dell'opera una meta turistica per i tifosi di tutto il mondo. Espandi ▽
Antonio Esposito, detto Bostik, è l'uomo che, a partire dalla passione per Diego Armando Maradona, ha trasformato un quartiere della città rivitalizzandolo e facendolo diventare un luogo di attrazione turistica che si trova sulle guide.
Mauro Russo Rouge ha faticato non poco per realizzare un ritratto che consente allo spettatore di entrare in una Napoli diversa dallo stereotipo che impera.
L'immersione nella folla e nei gadget. Lo sguardo a una finestra le cui persiane si possono aprire solo in certe ore della giornata perché su di esse è disegnata una parte essenziale del murales. Tutto contribuisce a una sensazione di spontaneità che non si avverte quando Bostik va in visita a una multi installazione celebrativa del campione. Lì tutto è molto hi-tech ma freddo. I selfie dei visitatori di Largo Maradona non lo sono affatto. Recensione ❯
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