Titolo originale | Smoke Sauna Sisterhood |
Anno | 2023 |
Genere | Documentario, |
Produzione | Estonia, Francia, Islanda |
Durata | 89 minuti |
Regia di | Anna Hints |
Uscita | lunedì 5 febbraio 2024 |
Tag | Da vedere 2023 |
Distribuzione | Wanted |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,50 su 9 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 1 febbraio 2024
Uno sguardo tutto al femminile, intimo e al contempo intenso, che porta sul grande schermo un rito ancestrale, quello della sauna nella tradizione estone. Ha vinto un premio ai European Film Awards, Il film è stato premiato a Sundance, In Italia al Box Office Smoke Sauna - I segreti della sorellanza ha incassato 42,8 mila euro .
CONSIGLIATO SÌ
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In una sauna costruita in un bosco rigoglioso, le donne di Voro, piccola città dell'Estonia, si ritrovano stagione dopo stagione. Nel caldo avvolgente di uno spazio scuro e protettivo, giovani e meno giovani parlano di sé stesse, dei loro figli appena nati che coccolano fra le braccia, dei loro ruoli di figlie, madri, mogli, delle loro esperienze di vita, di storie mitiche e lontane, a volte piangendo, altre ridendo o restando in silenzio. In inverno talvolta escono nella neve immergendosi nude nell'acqua gelida, mentre in primavera ed estate partecipano alle feste del villaggio. Poi tornano sempre alla sauna, l'una insieme all'altra, trovando nella reciproca vicinanza il senso delle rispettive esistenze.
La regista estone Anna Hints entra in un mondo riservato, ne osserva i corpi e ne ascolta le parole realizzando così un documentario di grande sensibilità e di estrema, estetizzante cura formale.
La cosa che colpisce di Smoke Sauna è proprio la sua forma esibita: nel chiuso della sauna - microcosmo fisico e ideale, spazio di socialità e condivisione - la regista sottolinea il contrasto tra il nero delle atmosfere e il giallo-ocra dei corpi fiocamente illuminati dai bracieri o dalle lame di luce che filtrano dall'esterno. Le protagoniste sono filmate con piani ravvicinati che mettono in evidenza i dettagli - un piede, un seno, un braccio, un ginocchio, un frammento di schiena o di ventre... - mentre le parole si accavallano e delle persone che parlano si ascolta solamente la voce fuoricampo o si vedono i volti nell'oscurità. Il sudore della pelle crea inoltre effetti di luminescenza che aiutano l'atmosfera della sua sauna a farsi quasi magica, e a un certo punto, in un momento esplicitamente visionario, il racconto di un'anziana signora crea addirittura dal vapore l'immagine di una donna vestita in abiti tradizionali: una creatura mitica proveniente da una dimensione ancestrale.
In realtà, al di là delle soluzioni visive eclatanti (la sensazione è quella di vedere un dipinto come "Il bagno turco" di Ingres incontrare un documentario sperimentale come Somniloquies di Véréna Paravel e Lucien Castaing-Taylor, entrambi declinati però secondo un'eleganza in formato esportazione...), in Smoke Sauna la vera forma di trascendenza sta nella concretezza dei corpi filmati e nella verità delle parole condivise. Libere di esprimersi e al tempo stesso consapevoli di essere filmate, le protagoniste del film si raccontano e si esibiscono nei racconti delle loro stesse vite. In questo modo si ascoltano storie e chiacchiere di ogni genere: le risate per la dimensione di un pene durante un incontro sessuale, il racconto di una maternità sofferta, il resoconto di un aborto forzato, il trauma di uno stupro da adolescente, il ricordo perduto nel tempo di una condizione femminile di eterna subalternità fisica e sociale.
La regista non ha mai veramente il coraggio di abbattere il muro tra sé e i suoi soggetti, rendendo chiara in ogni momento del film la presenza del cinema, il suo equilibrio di chiari e scuri, di corpi e luci, di suoni e parole, anche di silenzi e di musiche dal sapore tribale. Eppure, proprio questo stile artificioso - riconosciuto al Sundance Film Festival dello scorso anno con il premio alla miglior regia di documentari - permette alla parola sisterhood del titolo, vale a dire "sorellanza", di acquisire un valore preciso: la sauna del film è un'astronave, un posto unico e assoluto, in cui spazio e tempo si confondono rimanendo sempre uguali stagione dopo stagione. Fuori c'è un mondo, dentro un altro: e solo nel buio della sauna le donne del film possono essere quello che veramente sanno di essere.
I documentari ben realizzati sono squarci preziosi attraverso cui esplorare qualcosa che ancora non conoscevamo. Lo è senz’altro Smoke Sauna di Anna Hints, regista estone al suo debutto dietro la macchina da presa che sceglie di raccontare una tradizione del suo Paese. La “smoke sauna”, appunto, rituale durante il quale le donne di più generazioni si raccolgono per ore di confessioni condivise, che affrontano anche argomenti tabù come aborti, stupri, violenze vissuti in prima persona.
«Sono sessioni che possono durare ore, con picchi emozionali importanti, condivisioni sincere e profonde e un alto potere curativo. Tutto ciò che si dice nella smoke sauna resta nella smoke sauna da sempre», spiega la regista, fresca di premio al Sundance Film Festival.
Com’è nata la voglia di realizzarne un film?
«Nel 2015 stavo facendo un silent retreat con mia madre e mi sono concentrata sul potere delle voci interiori, iniziando a chiedermi dove fosse la mia voce. Mi sono data da sola lo spazio vitale della smoke sauna per capire cosa volessi fare, ed è emersa la visione di questo film. Volevo realizzare un documentario per il cinema per trasformare lo spettatore in una delle sorelle della smoke sauna».
Quante smoke sauna ci sono volute per girare questo film?
«Una cinquantina almeno. E sette anni di riprese, due di montaggio. La sfida era rendere visivamente interessante il girato al buio tra il vapore della sauna. Ci tenevo a realizzare qualcosa che non si era mai visto, quando l'ho vinto al Sundance ho capito che ne era valsa la pena. È stato un modo per ritrovare la mia voce non solo nella vita, ma anche nel sistema cinema».
La smoke sauna è una tradizione che conosce sin da bambina.
«Avevo undici anni quando mio nonno morì. Un giorno prima del funerale facemmo una smoke sauna con mia nonna e le donne della mia famiglia. Mia nonna confessò tutto l’amore che provava, ma anche tutto il dolore per essere stata tradita più volte. Ricordo come fosse ieri tutte le emozioni che abbiamo condiviso. Mi è rimasta la sensazione che, attraverso questo rituale, mia nonna abbia fatto pace con mio nonno».
Con le donne che vediamo raccontarsi in sauna come si è rapportata?
«So che c’è bisogno di tempo per confidare. Non ho spinto nessuno a dire o fare niente, ho solo insistito con la produzione affinché firmassero i documenti solo dopo il montaggio, così da dare loro la possibilità di rivedersi, sentirsi libere e al sicuro. La smoke sauna è uno spazio protetto, volevo mostrare che non appartiene solo all’Estonia ma all’universo, come patrimonio immateriale. E per questo può essere d’ispirazione a tutto il mondo».
Quali sono le sue ispirazioni come regista?
«Mi lascio ispirare da tutto, faccio meditazione, tengo la mente aperta e la curiosità alta. Mi ha sempre ispirato molto il cinema italiano, sin da adolescente, quando guardavo i vostri film in quantità. Tanto che a 17 anni sono venuta in Italia e sono scoppiata a piangere dalla bellezza. La smoke sauna è come uno dei vostri dipinti rinascimentali, per le luci del mio film ho pensato che mi sarebbe piaciuto renderle simili a quelle delle opere di Caravaggio».
Come vede la situazione delle registe donne a livello internazionale?
«Come quantità stiamo crescendo, ma abbiamo tanto da fare. Nel mio corso di cinematografia ero l’unica donna. Continuano a insegnarci il cinema in base ai grandi nomi dei registi maschi che l’hanno fatto, mi ci è voluto tempo per fidarmi di me stessa, del mio valore, in questo regista. Mi dicevano di dover essere accattivante per convincere produttori e attori, ho deciso di essere l’esatto opposto: non voglio far parte di una macchina tossica di persuasione, voglio spiegare ogni mio progetto in maniera semplice e trasparente. Non esiste una sola via, possiamo sempre creare la nostra strada in modo diverso e nuovo ogni volta».
Il suo prossimo progetto?
«Il cortometraggio Weight of light sulle donne indiane marginalizzate che ho incontrato, per indagare che cosa significhi essere una donna nella società indiana».
La sauna, in questo bel lavoro di Anna Hints, premiato come Miglior Documentario Europeo al Sundance Film Festival 2023, Miglior documentario europeo agli EFA 2023 e scelto dall'Estonia per rappresentarla agli Oscar 2024, è un luogo sacro di purificazione, dove si può rinascere dalle ceneri, dove, lentamente ci si rigenera e ci si nutre a vicenda, spogliandosi dei fardelli di una vita intera.
Smoke Sauna - I segreti della sorellanza, il film diretto da Anna Hints, vincitore dello European Film Award 2023 per il miglior documentario, arriva in sala per tre giorni, dal 5 al 7 febbraio, distribuito da Wanted. Una sauna a legna in mezzo alla natura, 25 donne che a rotazione si incontrano e si confessano, portando avanti una tradizione secolare e componendo un affresco della condizione femminile [...] Vai alla recensione »
La quiete della baita immersa nella neve, circondata da alberi maùestosi, associa da subito lo spettatore a una visione idilliaca e nostalgica dell'Estonia. Tuttavia, il volto feroce di Kadi Kivilo, immortalato in un primo piano intenso mentre spacca il ghiaccio di un lago, aggiunge un tocco di cruda realtà. Il documentario di Anna Hints, al suo esordio con un lungometraggio, segue Kivilo e le donne [...] Vai alla recensione »
La sorellanza passa dai corpi, dalla condivisione di un momento sacrale che vive nel diretto contatto con la natura, quando la pelle si fa preda del vapore e ne sfrutta il potere curativo e purificatorio; con Smoke Sauna - I segreti della sorellanza Anna Hints, regista e sceneggiatrice del film, racconta la tradizione estone della Sauna di fumo di Vana-Võromaa, nel sud-est del paese, considerata dall'UNESCO [...] Vai alla recensione »
"A me non verrebbe mai in mente di stare su Tinder e mandare una foto della mia passera". È una delle tante dichiarazioni - intime, non sempre comiche - che si ascoltano in Smoke Sauna - I segreti della sorellanza di Anna Hints. Nata a Tartu, Estonia, nel 1982, Hints ha realizzato il suo primo lungometraggio nel suo Paese, dove nella regione sud-orientale di Vana-Voromaa vige da secoli la tradizione [...] Vai alla recensione »
Contea di Võrumaa, Estonia meridionale. Nel cuore della foresta, in una casa di legno, sorge una piccola sauna a fumo. Cullate dai vapori roventi, cinque donne vi entrano. Si spogliano. Si stendono, si confessano. Pelle su pelle piangono, ridono, si sostengono, si versano acqua, si medicano, si spargono unguenti, si accarezzano a colpi di ramoscelli di betulla.
La savu sauna, o sauna di fumo, è una tipologia peculiare di sauna di origine finlandese, che prevede, appunto, di riempire del fumo di un camino la capanna in legno per intere ore prima di utilizzarla. In passato le donne venivano fatte partorire all'interno delle smoke sauna, e ora questa tradizione, in Estonia, è patrimonio dell'UNESCO, insieme al rituale di purificazione che vi si attua.
Caldo estremo. Freddo estremo. Una contrapposizione così netta può far pensare a un possibile shock termico, se non si è avvezzi a certe tradizioni, eppure in Finlandia e in altri territori di cultura affine passare dal calore così intenso della sauna al contatto repentino con acqua gelida, per esempio quella di un lago ghiacciato, viene considerato prassi salutare.