La pitturessa

Film 2023 | Documentario, +13 80 min.

Anno2023
GenereDocumentario,
ProduzioneItalia
Durata80 minuti
Regia diFabiana Sargentini
AttoriAnna Paparatti .
Uscitamercoledì 10 aprile 2024
TagDa vedere 2023
DistribuzioneLo Scrittoio
RatingConsigli per la visione di bambini e ragazzi: +13
MYmonetro 3,63 su 5 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

Regia di Fabiana Sargentini. Un film Da vedere 2023 con Anna Paparatti. Genere Documentario, - Italia, 2023, durata 80 minuti. Uscita cinema mercoledì 10 aprile 2024 distribuito da Lo Scrittoio. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +13 - MYmonetro 3,63 su 5 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento giovedì 28 marzo 2024

La storia di una delle straordinarie figure che animarono la Roma delle avanguardie artistiche degli anni '60 e '70: Anna Paparatti.

Consigliato assolutamente sì!
3,63/5
MYMOVIES 4,00
CRITICA 3,25
PUBBLICO
CONSIGLIATO SÌ
Un tributo sincero, indagatore, curioso su Anna Paparatti, un'artista anticonvenzionale.
Recensione di Rossella Farinotti
giovedì 28 marzo 2024
Recensione di Rossella Farinotti
giovedì 28 marzo 2024

"Chi arriva qui ricomincia da capo. Se può". Questa frase è scritta in una delle tappe del "gioco dell'oca" di Anna Paparatti (Reggio Calabria, 1936). O, meglio, del gioco de La Pop Oca. Si tratta di uno dei dipinti che l'artista elaborò giovanissima, negli anni sessanta, poco più che ventenne, della serie dei "giochi". Il gioco del si e del no; Il gioco che non esiste; Il gioco del rosa; Il gioco del non-sense...

La seria ironia di questa donna che, dalla sua casa romana, dove l'atmosfera legata a quella cura tipica di un'artista dalla densissima vita, e dai richiami attinti e mescolati da diverse culture - tra cui quella indiana, da sempre indagata, amata, assorbita - si racconta agli occhi della figlia, Fabiana Sargentini.

Colore, geometrie imprecise, morbide, mai perfette, dove triangoli e cerchi, ripetizioni e piccoli leziosi ornamenti, accompagnano Anna nel suo studio sin da quando era studentessa alla scuola d'arte.

Una scelta bizzarra per una giovane calabrese, nata da una famiglia borghese, dove la donna, però, doveva avere un destino tranquillo, da moglie e madre. Un destino che Paparatti non accoglie. Non per scelta, ma per destino. "Essere artisti? Lo sei. Non puoi fare altro", asserisce oggi la pittrice davanti a una tela che sta, minuziosamente, elaborando con un piccolo pennello attinto nel rosso. Inizia così questo ritratto di donna. Un tributo sincero, indagatore, curioso, della figlia che ha intrapreso l'avventura di un film per delineare un percorso umano e artistico con delicatezza. Lo sguardo di una persona di famiglia, la più vicina, che tenta di dare un giudizio a una madre "non normale".

La sottile linea che unisce e separa le due donne è il mondo dell'arte. Dalla sua camera romana Anna, attraverso un racconto senza fronzoli, ma cauto, poetico, con tracce di intelligente sarcasmo, partendo dal racconto di sé, apre via via il percorso ricostruendo quella Roma che, negli anni sessanta, è diventata crocevia di artisti, intellettuali, vivaci personaggi che facevano arte, con la consapevolezza di costruire un nuovo sistema, ma con la leggerezza di non aderire (ancora) ad alcuna regola, alcun mercato o rigidità borghese. Quel mondo che, dal 1957, si è formato intorno a un luogo particolare, la galleria L'Attico. Da piazza di Spagna a un garage in via Beccaria, dove la galleria si trasferì nel 1969, per poi muoversi ancora in Campo de' Fiori qualche anno dopo. Si. L'Attico: la galleria italiana che ha fatto la storia dell'arte e di quelle culture musicali, performative e di ricerca che da li hanno poi contaminato tutta Italia e, più tardi, il mondo. L'Attico, un luogo storico, sperimentale, all'avanguardia, guardato da tutti, dalla storia incredibile studiata ancora oggi.

Anna Paparatti è dunque parte di quel sistema. È una delle matrici di quel sistema: una donna artista, affascinante, bella, che si mette da parte per stare davanti e dietro le quinte di questo luogo pazzesco. Anna diventa la "madre" di quella "piccola famiglia artistica" di talenti e avventori che, dall'americano Sol LeWitt, agli italiani Pino Pascali, Jannis Kounellis, l'amico Piero Pizzi Cannella - uno dei narratori del film -, frequentano ed elaborano mostre e azioni nello spazio. Anna entra nel contesto dell'arte romana da subito, fin dagli studi. Frequenta Toti Scialoja, lo stesso Pasquali, fino a incontrare il compagno di vita, il neo gallerista - e precursore della figura del curatore - dal bell'aspetto e dal piglio sperimentatore Fabio Sargentini.

Anna e Fabio si mettono insieme e intraprendono un'avventura solidale nel mondo dell'arte. Gli artisti, le mostre, i viaggi - soprattutto quelli in India -, le tracce fotografiche, i ritratti, i bei ricordi, i tessuti, le pietre dure delle collane e dei bracciali che adornano Anna e la sua casa. La figlia Fabiana, voluta e amata. La pitturessa indaga con educazione un macro mondo composto da strati - umani, artistici - che delineano un personaggio "originale e personale", per citare due aggettivi che LeWitt utilizza parlando della pittura di Paparatti. Anna poi riprende a dipingere: crea la serie dei "Mandala". Dei piccoli dipinti a tempera, che dimostrano un rigore spirituale, che l'artista utilizza per concentrarsi, per non sbagliare le forme e gli accostamenti di colore che, di fatto, vengono da sé, in maniera naturale, necessaria. Il triangolo con la punta in basso rappresenta il femminile. E Anna lo preferisce all'altro. Simboli, elaborazioni grafiche e pittoriche, ripetizioni modulari, pensiero formale per controllare il colore; la mescolanza di simboli pop con quelli di altre culture.

Riprese di spalle, sedute sul divano di casa, osserviamo Anna e Fabiana che, chiacchierando, riguardano una sequenza di Ti ho sposato per allegria (1967), il film di Salce, dove Monica Vitti e Giorgio Albertazzi fanno festa in uno studio d'artista, ("Forse è via Margutta?"), tutto virato con luci e costumi rossi, dove di sfondo emergono protagoniste alcune opere di Anna. Opere che, per anni, rimangono all'entrata di casa fino al momento in cui, negli anni novanta, escono di nuovo per diventare protagoniste di mostre personali importanti, tra cui quella newyorkese in una delle gallerie più note della city, Annina Nosei, amica e stimatrice della pittrice. Anna Paparatti finisce anche sul New York Times grazie alle sue pitture e ai suoi "buddah", soggetti ricorrenti, appunto, dagli anni novanta. A Roma la segue Elena Del Drago, fautrice di un incontro fondamentale, che sottolinea la forza eterna della collaborazione tra donne talentuose: quello con Maria Grazia Chiuri. La designer immediatamente assorbe il lavoro di un'artista che, in anni non certo semplici per una donna che usciva dal coro, non assomigliando a nessuno, aveva, per tanto tempo, messo da parte la sua tenacia e il suo lavoro di pittrice, per poi riprenderlo con cautela. E così, per la sfilata primavera-estate 2022 della maison francese Dior a Parigi, la Chiuri crea un grandioso set riprendendo il "mitico" gioco dell'oca di Anna che, pezzetto per pezzetto con Fabiana, elabora in una maquette.

Le opere di Paparatti diventano fonte primaria ispiratrice di un ambiente che richiama quel contesto innovativo degli anni sessanta, creando una cornice indimenticabile, che viene replicata via via, con dei dettagli, in tutti i negozi Dior, da Parigi a New York. Oltre alla Chiuri, altri protagonisti del sistema culturale - del passato e di oggi - raccontano di Anna Paparatti. Dal critico Gianluca Marzani che, analizzando lo stile dell'artista, parla "codice di libertà", alla costumista Lia Morandini; dal direttore del Museo Nazionale D'arte Orientale Massimiliano Polichetti, all'amico artista Luca Pedroni, di cui vediamo alcuni ritratti della casa della artista. Voci e racconti accompagnati dalle musiche originali - e, in un commovente momento, anche dalla voce - di Andreina Noce.

Suona il campanello di casa. Un grande pacco da Parigi giunge nell'abitazione di Anna. Fabiana lo apre con la mamma. Contiene uno scialle bellissimo e dei maglioni realizzati con il disegno delle opere di Anna. Un gioco serio, appunto, accurato e appassionato, che in questo film viene raccontato senza alcuna sbavatura.

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RECENSIONI DELLA CRITICA
venerdì 12 aprile 2024
Giovanni Spagnoletti
Close-up

C'è una affermazione iniziale di principio nel film di Fabiana Sargentini sulla madre oggi ottantasettenne, l'artista Anna Paparatti, che mi ha colpito e che dice più o meno: "fare il pittore è una professione, fare l'artista è una iattura e non ci si può fare niente". E c'è una immagine che mostra le due donne, madre e figlia, testa contro testa di nuca, in una sorta di incontro-scontro molto peculiare [...] Vai alla recensione »

mercoledì 10 aprile 2024
Tonino De Pace
Sentieri Selvaggi

Anna Paparatti, calabrese trasferitasi in gioventù a Roma, è una pittrice che ha radicato la propria arte nel clima delle avanguardie artistiche romane e più generalmente in quell'humus culturale che dagli Stati Uniti all'Europa ha attraversato i decenni tra i '60 e i '70 dello scorso secolo, seguendo quelle che allora erano le nuove frontiere di un pensiero orientale che affascinava gli artisti, dai [...] Vai alla recensione »

martedì 2 aprile 2024
Alessandro Uccelli
Film TV

«Essere un'artista è una iattura ineluttabile, è talento e lavoro»: così si presenta Anna Paparatti, artista defilata eppure al centro della scena. Come tanti esordienti nella Roma degli anni 60 allieva di Toti Scialoja, ma con due altri maestri putativi, Julian Beck e il Dalai Lama. La pitturessa è un ritratto che è anche autoritratto, di Fabiana, figlia di Anna e di Fabio Sargentini, gallerista di [...] Vai alla recensione »

giovedì 2 novembre 2023
Giovanni Spagnoletti
Close-up

C'è una affermazione iniziale di principio nel film di Fabiana Sargentini sulla madre oggi ottantasettenne, l'artista Anna Paparatti, che mi ha colpito e che dice più o meno: "fare il pittore è una professione, fare l'artista è una iattura e non ci si può fare niente". E c'è una immagine che mostra le due donne, madre e figlia, testa contro testa di nuca, in una sorta di incontro-scontro molto peculiare [...] Vai alla recensione »

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giovedì 28 marzo 2024
 

Regia di Fabiana Sargentini. Un film con Anna Paparatti. Da mercoledì 10 aprile al cinema. Guarda il trailer »

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