Anno | 2023 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Italia |
Durata | 105 minuti |
Regia di | Paolo Zucca |
Attori | Benedetta Porcaroli, Alessandro Gassmann, Lidia Vitale, Leonardo Capuano Andrea Pittorino, Giulio Pranno, Maurizio Lombardi, Fortunato Cerlino, Leo Ferrari. |
Uscita | giovedì 23 maggio 2024 |
Tag | Da vedere 2023 |
Distribuzione | Vision Distribution |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 2,33 su 12 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 21 maggio 2024
A quarant'anni dall'uscita del libro di Barbara Alberti, questo film racconta Maria non più come spettatrice, ma come coraggiosa artefice della propria esistenza. In Italia al Box Office Vangelo secondo Maria ha incassato 326 mila euro .
CONSIGLIATO NÌ
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Sogna l'Egitto Maria e la grande biblioteca di Alessandria, sogna di andarsene lontano verso freschi giardini dove i frutti si possono mangiare ma il mondo intorno la vuole maritare, scambiandola con pecore e miseria. Selvaggia e ribelle, Maria rifiuta un ricco pretendente e poi è promessa a Giuseppe, un "vecchio gigante" che la rispetta e di cui diventa l'allieva prediletta, perché questa giovane donna vuole conoscere la lingua greca e la meridiana. Almeno fino a quando un angelo appare, batte le ali e l'annuncia madre del figlio di dio. Per Maria è soltanto un altro uomo a disporre del suo corpo, ingravidandolo. Decisa a fare finalmente la sua volontà, si tufferà tra le braccia di Giuseppe per 'attraversare' insieme la più grande avventura del mondo: l'amore.
Partendo dal romanzo omonimo di Barbara Alberti (Il Vangelo secondo Maria), Paolo Zucca dirige un'anti-narrazione mariana cercando una Maria più 'vera', più compiuta, a cui prova a restituire la sua condizione pienamente umana.
Apolitica e asessuata, nel nostro immaginario è depositata come vergine pia sotto le spoglie di una suora, per elevarla meglio a dea e a irraggiungibile mito verginale. Il Vangelo secondo Maria non si occupa della nascita e della morte del figlio Gesù ma si spinge più indietro nel tempo, ritrovando la sua giovinezza e il suo carattere, segnato dal furore di Erode (Maurizio Lombardi resuscita la parola come Carmelo Bene), e rendendole la sua sessualità e la sua indipendenza. Nessun processo ai teologi che hanno costruito la visione ufficiale di Maria, di cui si ricorda la dimensione storica e le ambizioni escatologiche. Va da sé che la grazia, l'empatia e le precauzioni non basteranno a placare i credenti ma del resto il cinema, come la scienza, non è fatto per sostenere dogmi. Giocando in sogno con l'iconografia mariana, la protagonista si sogna statua sacra in processione, Il Vangelo secondo Maria rende Maria più familiare, collocandola nel suo contesto spaziale e temporale. Giovane fanciulla ebrea dentro un mondo arcaico dalla spiritualità ancora primitiva, Paolo Zucca la incarna, per scoprire chi fosse questa donna la cui vita è stata intenzionalmente cancellata per farne un grido del cuore, il grido della fede: "Santa Maria, Madre di dio!". Se per la Chiesa e per i credenti, è l'immensità del mistero del Dio fatto uomo, la divinizzazione di Gesù ha provocato la perdita progressiva della consistenza umana di Maria. Ricettacolo del figlio di Dio, non poteva evidentemente avere un destino al di fuori di questo ma il film se ne 'inventa' uno radicato nei testi, nell'archeologia e nella Sardegna tellurica e vibrante, dove regnano gli uomini e i loro riti violenti.
La regia di Zucca contempla le pause, lunghi silenzi con cui compongono i suoi attori, Benedetta Porcaroli e Alessandro Gassman, mai così ispirato e pieno dello "stupore" di cui cantava De André ("Il ritorno di Giuseppe"). Dei suoi versi incarna soprattutto quell' "affetto quasi implorato" davanti alla "rondine" di Benedetta Porcaroli, vestita di sabbia e di azzurro. Pazza d'amore per la conoscenza, soffia un vento di sedizione sul film di Zucca. Dentro al saio, la sua silhouette è come una forma di poesia elementare, arte povera ispirata, che tuona contro l'ingiustizia e la sua condizione di donna. Oggetto non identificato tra ramo d'oro, coro greco e lingua sarda, che aggiunge un'autenticità intestina alle parole, Il Vangelo secondo Maria non è una speculazione femminista ma un'ipotesi che prova a riempire i buchi storici e a gettare uno sguardo nuovo su una grande figura femminili del primo cristianesimo. Lontano dal neo-peplum di Garth Davis (Maria Maddalena), apocrifo del XXI secolo che vincola l'immaginazione al rispetto dei testi canonici, rispetto che deve a sua volta assecondare le leggi dello spettacolo, il film di Zucca si prende più libertà sulla tradizione cristiana ma lo fa senza fare rumore, lasciando che un uomo e una donna giacciano nello stesso talamo separati soltanto dalle 'mura di Gerico' e da un voto che infrangeranno per concepire il più segreto dei sentimenti. Non è un film ortodosso Il Vangelo secondo Maria ma un film esitante, instabile su cui pesa il sole del Mediterraneo. Immerso in un realismo straordinariamente evocativo e poetico, è affollato di personaggi, uomini e donne del popolo che formano una galleria di ritratti pasoliniani e autentici. Coi suoi grandi occhi chiari, la Maria di Benedetta Porcaroli interrompe quei volti, concessione formale alle fonti, disegnando un femminile che ha tutta la fantasia irresponsabile del primo francescanesimo. Un femminile moderno e più complesso - si tratta della donna prima della Madre - che denuncia la secolare e scomoda realtà della misoginia. Perché nel lontano passato le cose erano altrettanto complicate, altrettanto intrise di potere, privilegi e politica. Le voci sovversive le ascoltiamo solo cercando diligentemente ai margini, guardando con attenzione tra immaginazione e realtà.
Nell' ormai lontano 1983, era uscito un film che parlava di una ragazza ebrea, Yentl, assetata di sapere, che, assecondata dal padre rabbino, studia il Talmud e poi si traveste da uomo per andare a studiare in una scuola riservata agli uomini , rinuncerà all'amore per la sua libertà. Il film di Paolo Zucca racconta la storia di Maria, si proprio lei, la madre di Gesù, [...] Vai alla recensione »
Paolo Zucca propone ad oltre 40 anni dall’uscita del libro la storia di Maria narrata da Barbara Alberti. In una vita piena di dubbi una delle poche certezze è proprio nel valore della Madonna, scelta da Dio per mettere al mondo suo figlio. E proprio sotto questo profilo si deve dar merito al regista di essere riuscito a proporre un film coraggioso in cui vengono esaltati i valori umani [...] Vai alla recensione »
Chi non vorrebbe accanto qualcuno come questo Giuseppe? La definizione dell'amore, puro, disinteressato, che sostiene e costruisce. La scena finale ne è il culmine.
Brutta copia di film Pasoliniani. Recitano tutti male, sembra una recita scolastica. Peccato perché l'idea di una Maria "alternativa" è interessante.
Un film fieramente «controluce», sia per stile estetico che per scelta di prospettiva. Lo sguardo è puntato sulla giovinezza di Maria, restituito anche in soggettiva, mentre affronta il periodo più delicato della sua vita, quell'approdo all'età adulta tanto desiderato che coinciderà con l'Annunciazione e la presa di coscienza del ruolo di madre di Gesù.
«Maledetta la legge che è fatta per i maschi e Yahve che mi ha fatto femmina». Quando Maria (Benedetta Porcaroli) finisce di pronunciare la bestemmia, tuoni e fulmini spaccano il cielo. Lei casca a terra chiedendo perdono per aver scatenato la divina diffida atmosferica. Ma in quell'istante arriva il non ancora suo sposo, il falegname sapiente Giuseppe (Alessandro Gassman), a rassicurarla: «Non è [...] Vai alla recensione »
La più grande storia mai raccontata. Nel 1965 era il titolo del film di George Stevens, con Max von Sydow nella parte di Gesù avviato alla croce con una vistosa corona di spine. Gli scrittori fanno a gara per raccontarla a loro volta, ognuno a suo gusto. Emmanuel Carrère nel "Regno" (tra le righe, traspare la sua invidia per gli evangelisti che avevano una storia troppo bella).
Pubblicato originariamente nel 1979 Vangelo secondo Maria, terzo romanzo di Barbara Alberti, è opera dai propositi apertamente sovversivi, in cui la scrittrice, per sua stessa ammissione, al tempo si proponeva di "far sorridere la Madonna". Tratteggiando una Maria di Nazareth curiosa e ribelle, non più semplicemente un'icona dell'obbedienza ma un soggetto vivo, pulsante, consapevole che la realtà è [...] Vai alla recensione »
Tratto dall'omonimo libro di Barbara Alberti, che ha partecipato alla sceneggiatura, il film di Paolo Zucca è tutto ambientato nella sua Sardegna, perfetta - geograficamente e antropologicamente nel suo realismo magico - per mettere in scena la storia di duemila anni fa di Maria (una convincente Benedetta Porcaroli) e Giuseppe (Alessandro Gassman) predestinati ad accogliere il figlio di Dio.
Stavolta è d'uopo una premessa: chi vi scrive fino al primo agosto 2023 è stato in forza alla redazione di Sky Cinema, e ha seguito per quella piattaforma l'intera lavorazione del film di cui ci occupiamo oggi, Vangelo secondo Maria, dalla sceneggiatura al missaggio. Non sarò obiettivo, perciò, provando però ad essere per lo meno onesto. In origine fu il libro, il romanzo omonimo che Barbara Alberti [...] Vai alla recensione »
«Maria, Maria, Maria. Sussurra il suo nome dolcemente, e sarà come pregare». Ma la Maria di Paolo Zucca, e prima ancora di Barbara Alberti (cosceneggiatrice e autrice dell'eponimo romanzo nel 1979, ben altro tempo di lotte), differisce dalle note dolci, dall'iconografia angelicata, da figure di domata deferenza a Figlio, Padre e Spirito santo. Quella che si leva dal suo profilo nervoso e scompigliato [...] Vai alla recensione »
Lo hanno fatto, su tutti, Martin Scorsese e Paul Schrader, preferendo ai canonici la riscrittura di Nicos Kazantsakis, per entrare, come mai prima, nei più intimi pensieri di Gesù, fino alla sua ultima tentazione. Era il 1988: e fu scandalo. Con Vangelo secondo Maria, presentato fuori concorso all'ultima edizione del Torino Film Festival, anche Paolo Zucca ha scelto la strada di una doppia mediazione, [...] Vai alla recensione »
Risuonano stonati i versi di De André. Quasi estranei, quasi raccontassero una storia diversa, un universo altro. Risuonano stonati, teologicamente paralleli al nuovo film del regista Paolo Zucca (L'arbitro, L'uomo che comprò la luna), a quel sogno che diviene incubo nel tentativo di rileggere in maniera provocatoria il più casto e puro tra i racconti cristiani.
La poesia e la prosa danzano in Vangelo secondo Maria, il film Sky Original presentato fuori concorso alla 41a edizione del Torino Film Festival e prossimamente in uscita nelle sale cinematografiche. Un progetto che viene da lontano come la luce delle stelle. Avrebbe, infatti, dovuto essere il primo lungometraggio diretto da Paolo Zucca, dopo il folgorante cortometraggio L'arbitro datato 2009.
Maria la ribelle non vuole sposarsi, anzi sogna solo di fuggire in groppa a un cavallo o magari a un somaro per scoprire il mondo e le sue meraviglie. Maria l'ambiziosa beve ogni parola del sacerdote nel tempio. Poi va a predicare alle anatre, le uniche disposte ad ascoltarla, perché tutto ciò che vuole è studiare, imparare, sapere, anche se la sua religione glielo vieta.