Liberamente ispirato a una storia vera, quella di Giorgia Righi, una giovane ragazza pesarese, affetta da Atassia di Friedrich, rara malattia di natura ereditaria. Espandi ▽
La storia raccontata nel film prende ispirazione dalla vera vita di Giorgia Righi, una giovane ragazza pesarese affetta da una rara malattia ereditaria: l'Atassia di Friedreich. Il film, sebbene racconti un dramma, è in realtà una storia di rivincita e riscatto sulla vita stessa. Recensione ❯
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Una storia di tori e toreri che non prende il volo, in cui a mancare sono proprio il sangue e l'arena. Drammatico, Italia, Spagna2023. Consigli per la visione: Ragazzi +13
In una piccola città del nord Italia, un bambino, Matteo, cresce circondato da bare e con la madre gravemente malata. Sogna di andare via, e morire da eroe in un'arena. Nelle praterie dell'Andalusia, un vitello, Fandango, viene allevato per diventare un toro da corrida. Matteo e Fandango crescono in mondi distanti e paralleli, ma un giorno dovranno incontrarsi e affrontarsi, davanti a migliaia di persone. Recensione ❯
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Un'opera dal respiro utopico che rivendica la lotta femminile contro il potere e l'emancipazione dalla società patriarcale. Drammatico, Italia2023. Durata 119 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Una donna cerca di preservare la bellezza selvaggia della sua Sardegna. Espandi ▽
È un ritratto femminile potente e capace di rimanere impresso, il nuovo film di Marco Amenta. Ha per protagonista Rosa Aste, più convincente che mai nei panni della Anna del titolo, una ragazza sarda che ama pascolare le sue pecore e vendere il formaggio. Almeno fin quando non vogliono spodestarla, con l'intenzione di costruire un albergo sulla sua terra, di cui pare non abbia il certificato di proprietà. È un film drammatico dal respiro ampio di utopia che incanta, conquista e convince, facendosi perdonare picchi di eccessivo pathos. Amenta sta ben attento a non firmare un'agiografia lontana dal reale, ma a restituirci il ritratto eroico di una donna imperfetta, aspra, diffidente, irascibile, lontana da ogni stereotipo letterario e cinematografico.Una storia di resistenza contro il potere, insieme capitalistico e maschilista, che solo una donna è in grado di combattere. Recensione ❯
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La storia di quattro famiglie legate alla lotto per la legalizzazione del divorzio. Espandi ▽
Un tuffo nell'Italia degli anni '70, attraverso i ricordi di quattro famiglie legate alla storia della legalizzazione del divorzio. Le voci di Tiziana, Claudia, Maurizio e Luciana e i filmini in Super 8 ci riportano al tempo in cui il divorzio era proibito, il delitto d'onore tollerato e l'amore poteva condannare alla clandestinità. Fino a quando un referendum ha cambiato tutto. Recensione ❯
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Cosmo in un doc musicale sui generis, in parte coming of age, in parte spaccato della desolazione emozionale di provincia. Documentario, Italia2023. Durata 60 Minuti.
Il ritratto del musicista Cosmo, dagli inizi in provincia all'affermazione nazionale. Espandi ▽
Un doc sul musicista Cosmo, il racconto di un giovane che è uscito dalla provincia per abbracciare la musica come strumento di affermazione e salvezza. Gli inizi indie-rock dell'artista e delle sue band si mescolano al ritratto di Ivrea, una provincia un po' folle, come se quel che è seguito fosse una conseguenza inevitabile di quel luogo e di quegli umori. Con la voglia di raccontarsi a parole e in musica, il ritratto generazionale di uno spaesamento nei suoni di uno dei musicisti più originali della scena italiana contemporanea. Recensione ❯
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Un'indagine sull'Albania seguendo le statue del Paese. Espandi ▽
Un documentario che indaga la complessità di una nazione, l'Albania, attraverso la narrazione della contorta storia dei suoi monumenti. Cosa succede alle statue quando vengono distrutte, con cosa vengono sostituite e dove finiscono i loro brandelli di marmo? Che ne è stato del loro costoso bronzo? E ancora:cosa ne pensano di queste distruzioni gli scultori che queste statue le avevano realizzate, qual è la loro opinione. E oggi? In Albania quali statue vengono distrutte oggi? Recensione ❯
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Le voci di 14 migranti partiti dai loro paesi, passati dalla Libia e arrivati in Italia attraversando il Mar Mediterraneo su un gommone. Espandi ▽
C’è chi ha lasciato la propria città dopo aver subito un assalto brutale in casa da parte di violenti e crudeli oppositori politici, chi per la povertà, chi per via del proprio stato di schiavitù o dei soprusi dovuti a una condizione fisica considerata inaccettabile e spaventosa. Le storie di Danielle, Fonfana, Moustapha, Joy, Bakary, Malick, Amadou e di altri sette migranti costretti a lasciare l’Africa per intraprendere un viaggio terribile verso l’Europa si uniscono in un racconto corale che ricostruisce le fasi di un cammino carico di terrore e indicibili sofferenze. Un documentario che colpisce diritto al cuore mettendo al centro le testimonianze di quattordici sopravvissuti alla violenza, al deserto e al mare. Il ritmo è serrato tragico e coinvolgente, silenzioso e privo di retorica: la camera fissa inquadra i volti dei protagonisti, lo sfondo è nero. La scena è loro e noi non possiamo fare altro che ascoltare. Recensione ❯
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L'incipit del manifesto del WWF, l'organizzazione mondiale più importante per la difesa della natura e dell'ambiente recita: Il benessere di ogni essere vivente è legato in modo imprescindibile a quello di tutte le altre specie animali e vegetali con cui condividiamo questo straordinario pianeta.
Durante il 1800 una speculazione selvaggia, guidata dal governo piemontese dei Savoia, rade al suolo l'ottanta percento dei boschi della Sardegna. Nel 1861 il regno di Sardegna si trasforma in Regno d'Italia e la Sardegna paga il suo tributo al nuovo Stato diventando, ormai brulla, "l'isola disboscata e delle pecore": "l'isola di Sardegna fu letteralmente rasa al suolo come per un'invasione barbarica. Caddero le foreste che ne regolavano il clima e la media delle precipitazioni atmosferiche" (Antonio Gramsci).
Cantato da Grazia Deledda, Nobel per la letteratura nel 1926, il bosco del Monte Ortobene, a Nuoro, ha subito, nella seconda metà dell'800, la medesima sorte dei boschi di tutta la Sardegna. Recensione ❯
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Un dramedy che ci trasporta nel mezzo di una guerra ispirata alla Seconda guerra mondiale dove un Mowgli del XX secolo trova il coraggio per sfidare nientedimeno che il Dittatore in persona. Espandi ▽
Venti di guerra sferzano il mondo. E così anche in una lontana città abbracciata dalla lussureggiante campagna il conflitto si espande tra le strade, le piazze, i vicoli. I soldati marciano, i soldati perquisiscono, i soldati prelevano. Lo fanno anche nel palazzo dove vive una madre con il suo bimbo appena nato. Su di loro veglia la cagnetta Bianca, che però nulla può contro le armi e la crudeltà degli uomini. Bianca riesce comunque a salvare il piccolo, anni dopo diventato parte integrante del branco di cani che ruzzano per i prati fuori città. Un giorno tutto si complica: il bambino viene catturato dai soldati e internato in un campo, dove gli ufficiali e il Comandante aspettano con trepidazione l'arrivo del Dittatore.
Girato in diciannove mesi, animazione 2D, Arf è un altro tassello del doloroso mosaico della Settimana della Memoria.
Prende un segno più classico, conciliante e rotondo possibile e lo porta avanti fino alla fine, con le linee morbide del branco e gli occhioni giganti di Arf, i colori pastello della campagna e la faccia accogliente di Bianca. E lì fa scontrare con il tratto medievaleggiante della città, i palazzi incrinati espressionisti, i corpi tutti spigoli e angoli dei soldati. Recensione ❯
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Un lavoro che mette un sigillo definitivo su quello che è considerato il contributo più importante all'arte del dopoguerra nel nostro Paese e che ha un respiro internazionale. Espandi ▽
Un film sulla forza dissacrante di un movimento e di un gruppo di giovani artisti che hanno inciso profondamente sul panorama dell'arte contemporanea non solo italiana. Tra iconici capolavori, filmati originali dell'epoca e interviste ai suoi protagonisti, prende vita un incredibile resoconto dell'Arte Povera e del suo linguaggio innovativo. Recensione ❯
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Un padre e un figlio in un viaggio on the road in Arizona alla ricerca dell'utopia. Espandi ▽
L'archivio di un viaggio compiuto nel 2019 alla ricerca dell'utopia, riportato oggi in un mondo condizionato dalla pandemia. La storia di un padre e un figlio, Vittorio e Giulio, on the road in Arizona alla ricerca di Arcosanti, la città-utopia dell'architetto Paolo Soleri. Recensione ❯
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Un assassino, al suo ultimo contratto, viene ingaggiato per uccidere sette persone sparse in tutto il mondo; senza immaginare che gli obiettivi siano a loro volta assassini assunti per ucciderlo. Espandi ▽
Un assassino, al suo ultimo contratto, viene ingaggiato per uccidere sette persone sparse in tutto il mondo; senza immaginare che gli obiettivi siano a loro volta assassini assunti per ucciderlo. Trasformandosi dunque da cacciatore a preda, la sua unica possibilità per sopravvivere è scoprire la misteriosa mente che si cela dietro al piano mortale. Recensione ❯
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Uno show multiformato in cui si alternano scene del monologo di Aurora Leone a clip backstage con i The Jackal e ospiti inaspettati. Espandi ▽
Dall'infanzia all'adolescenza, Aurora Leone racconta la ricerca incessante di un equilibrio attraverso le tappe scomode ma necessarie della vita come: il primo appuntamento, la prima offerta di lavoro o la recita di quinta elementare. Scelte e condizionamenti. Recensione ❯
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I bambini diventano la misura di tutto in quest'opera che racconta di un'infanzia all'ombra della fabbrica. Documentario, Italia2023. Durata 75 Minuti.
Osservando i gesti e ascoltando le emozioni dei bambini di Taranto, entriamo nel mondo dell'infanzia e allo stesso tempo ci immergiamo nel presente di questo territorio. Espandi ▽
Prodotto dalla Zen Movies dello stesso regista e di Virginia Gherardini, Bangarang ha vinto il premio speciale della giuria ad Alice nella città 2023.
Mastromauro voleva acconciare un affresco etnografico dell’infanzia tarantina, e quello ha raggiunto – perché come si può fare etnografia in quella città senza sputare fuori la posa dell’ILVA? Quello che però fa strizzare gli occhi è il modo con il quale Bangarang è tenuto insieme: ad una prima riflessione sembrerebbe che la macchina da presa si sia limitata a scontornare la presenza dei bambini all’interno del profilo ferroso della Fabbrica – così, con la maiuscola –, e invece pian piano emerge quanto l’operazione sia di segno inverso, cioè sono i più giovani a cercare una rappresentazione diversa che li stacchi da quel fondale. Così i più piccoli divengono la misura di tutto, la loro storia è la storia di tutto, non c’è nessun adulto. Taranto è la città necessaria della lotta in Italia, ma Taranto dovrebbe essere solo quello dice il piccolo Gianni: “Il mare. Il pesce. Le cozze”. Recensione ❯
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