Infinite Sea

In una realtà alternativa a cavallo tra il progresso tecnologico e l'obsoleto la terra è diventata un pianeta vecchio, superato, che sta lentamente decadendo e che soprattutto viene abbandonato da sempre più persone. Pedro osserva giorno dopo giorno i razzi che partono verso Proxima Centauri, un pianeta ricco d'acqua, che si racconta essere ricoperto da distese infinite di mare e che viene presentato come la nuova frontiera per l'uomo. Il sogno di molti, forse di tutti è raggiungere questa terra promessa. Così l'umanità si divide fra chi è rimasto e chi è già andato. Chi come Pedro ha ancora i piedi per terra si sente solo, privo di speranza e alternative. C'è anche chi dubita che ciò che si racconti di Proxima sia vero, speculando che il viaggio sia solo una grande truffa. Ma il restringersi delle alternative non lascia campo a questi dubbi, il sogno di Pedro sembra anche essere la sua unica scelta.

Infinte sea è una storia di fantascienza che affianca i temi di solitudine e speranza, raccontando la storia di chi migra verso l'incerto ricercando un miglioramento della propria vita affrontando il mare infinito dell'universo.

Circondato da pochissimi personaggi in una vita sempre uguale, solitaria, senza lavoro né affitto, Pedro vive aspettando di poter essere accettato come candidato per il viaggio. Cerca addirittura di hackerare il sistema di selezione per poter essere ammesso. A salvarlo nella dolorosa attesa sarà l'amore condiviso con Eva, una giovane ragazza in cerca di una alternativa, una prospettiva migliore, che per qualche strano motivo è rimasta indietro abbandonata alla stessa sorte di Pedro.

Il film come dichiara il regista stesso non ha una trama lineare, è invece una grande metafora raccontata attraverso scene frammentarie di cui il tema ricorrente e fondante è senz'altro l'acqua. Questa rappresenta la speranza, un confine da superare per raggiungere una nuova terra, ma anche un luogo vastissimo in cui perdere le proprie certezze.

Quasi superfluo specificare che il regista si ispira fortemente al tema della migrazione e della ricerca di un futuro migliore da parte dei giovani, un riferimento diretto a ciò che successe in Portogallo nel 2008 dopo la crisi economica (così spiega nel video di presentazione del film per il Ravenna Nightmare Festival). Se l'acqua è l'elemento ricorrente e sempre presente, l'espediente narrativo che porta avanti Infinite Sea è invece l'incertezza. Vero e falso si sovrappongono scena dopo scena, è inevitabile non accostare le sequenze della pellicola ad alcuni dei temi trattati in Solaris di Andrej Tarkovskij, le immagini dell'oceano e il concetto delle illusioni sono due fili conduttori che legano strettamente le due opere.

Il continuo vacillare delle certezze non rende chiaro cosa sia reale e cosa sia sogno rafforzando la metafora che il regista vuole riportare, ma facendo pagare al film il prezzo di una trama indebolita. Si crea sullo schermo una storia spezzettata, nella quale non sappiamo se i protagonisti sono ancora sulla terra o se in viaggio nello spazio, forse cullati da sogni indotti da macchine, aspettando di raggiungere la meta vivendo in ibernazione. In conclusione il regista preferisce gettarsi in una riflessione filosofica sull'attesa e sull'avvenire rispetto che limitarsi al puro racconto fantascientifico.

Complessivamente l'opera sorprende, soprattutto se messa in relazione al basso budget con cui è stata realizzata (gli effetti speciali sono opera del regista stesso). La trama ripropone alcuni dei temi classici del viaggio dell'uomo nello spazio ma non risulta banale e senz'altro non prevedibile. In mezzo alle ambientazioni spoglie e silenziose (minimaliste ma splendidamente efficaci) si parla di amore, del futuro dell'umanità, vengono a galla numerosi quesiti sul nostro essere. Purtroppo il film perde colpi tenendosi alla larga da qualsiasi forma di azione, mantenendosi completamente ed esclusivamente sul piano poetico e metaforico. 