Anno | 2021 |
Genere | Documentario |
Produzione | Brasile |
Durata | 64 minuti |
Regia di | Eryk Rocha |
Attori | Edna Rodrigues de Souza . |
Tag | Da vedere 2021 |
MYmonetro | 3,84 su 4 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 23 aprile 2021
Edna è una donna che ha deciso di restare a vivere nell'Amazzonia brasiliana, vicino all'autostrada Transbrasiliana.
CONSIGLIATO SÌ
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Edna Rodrigues Souza è una donna anziana che vive nel cuore dell’Amazzonia e che, nel corso dei decenni, ha condotto in varie forme (subendone le pesanti conseguenze) la lotta contro la deforestazione. Eryk Rocha (figlio di Glauber) ne racconta il presente che non dimentica il passato.
“Se voli proietti un’ombra. Se cammini lasci una traccia” afferma a un certo punto del documentario Edna. Due sono fondamentalmente le tracce su cui lo sguardo di Rocha si fonda.
Sono quelle lasciate sul volto di lei dallo scorrere degli anni e delle sofferenze subite da persone ‘che vogliono essere padroni’ senza scrupoli e quelle piane e ordinate che lascia la penna che, guidata dalla sua mano ferma, contribuisce a fare memoria di un passato di soprusi e di violenze che si protrae nel presente. Rocha, guidato dalla voce pacata e dolce della sua protagonista, lascia che sia la consapevolezza forte e provata di una donna che ha visto le cose peggiori a parlarci consapevolmente del passato senza fare sconti a nessuno ma anche senza omettere un senso di gratitudine per il positivo che, nonostante tutto, riesce a individuare in ciò che la circonda. Per una bambina abbandonata mentre era ancora nel ventre materno insieme ai suoi sei fratelli dal padre, la vita non si è presentata come facile sin dall’inizio. Rocha, con uno stupendo bianco e nero che a un certo punto cede il passo al colore, ne segue i piccoli gesti, i dialoghi con un compagno che non osa dire di amarla accontentandosi di ammettere lei gli piace, l’immersione in ciò che resta della Natura sottolineato da una colonna sonora attenta, fino ai testi che precedono i titoli di coda, a questo aspetto. Non si tratta solo di un ritratto di una persona che merita di essere conosciuta ma anche di una lezione di cinema: si può far sentire l’intensità della violenza anche senza drammatizzare la narrazione. Lasciando a una voce pacata e a un corpo provato ma ancora forte il compito.
Un reticolo di rughe, un volto consumato, vissuto, segnato da una vita di martirio, e al contempo uno sguardo di grande dignità, quello di Edna Rodríguez de Souza, una donna brasiliana nata nel 1950. Un viso che il regista Eryk Rocha svela progressivamente all'inizio, o mostra in tanti close up, degli occhi, della bocca, durante il film, oppure tiene, spesso, oscurato da tende o drappi vari.
Le immagini asciutte e dure di Eryk Rocha sembrano ancora di più segnare il volto di Edna, una donna guerrigliera dell'Amazzonia, una combattente di questa foresta ancora una volta violentata da un'espropriazione selvaggia per farci passare l'autostrada che la taglia a metà. Edna, conosciuta come Dina, vive nel Parà che è un cuore vivo di questo luogo che come il suo corpo porta i segni di quella lotta [...] Vai alla recensione »
Edna, la protagonista dell'omonimo film di Eryk Rocha (visto nel concorso Burning Light di Visions du Réel, in questi giorni a Nyon e online), è a sua modo una guerrigliera: vive nel cuore dell'Amazzonia, nel Pará, o meglio resiste lì, da sempre, in quel che resta della sua terra, opponendosi all'espropriazione forzata della foresta sin dal 1975, quando è iniziata la sua resistenza contro quella lunga [...] Vai alla recensione »