Anno | 2020 |
Genere | Thriller |
Produzione | Canada |
Durata | 89 minuti |
Regia di | Cody Calahan |
Attori | RJ Mitte, Peter Outerbridge, Ari Millen, Nicholas Campbell, Martin Roach David Ferry, Avery Esteves, Coal Campbell. |
MYmonetro | 3,09 su 7 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 6 novembre 2020
Il proprietario di un bar apre il suo locale a un vagabondo. Rimarrà tutta la notte intrappolato in un loop di racconti.
CONSIGLIATO SÌ
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Durate una violenta tempesta di neve, Paul, proprietario di un bar in una piccola città canadese, ha appena chiuso il suo locale quando Steve, un vagabondo carico di bagagli, chiede di entrare. Dopo l’iniziale tensione fra i due, Steve racconta al barista una storia come se ci fosse un vecchio debito tra loro. È la storia di un'altra notte nevosa, di un altro bar, il The Oak Room, e di un altro barista al quale, poco dopo l'orario di chiusura, fa visita un ragazzo sconosciuto. Ma anche dentro questa storia ce n’è un’altra, e poi un'altra ancora. La notte si trasforma in un racconto oscuro, tra violenza e scambi di identità.
Questa trentottesima edizione TFF non cessa di riservare sorprese, presentando sul finire una delle opere migliori di tutto il programma, un eccellente film noir, neo-noir, thriller che dir si voglia, The Oak Room , dal nome del locale in cui si svolge una parte, forse non la preponderante del film. Il regista è il canadese Cody Calahan che può vantare una non lunghissima filmografia ma un discreto [...] Vai alla recensione »
Il tempo di The Oak Room, presentato nella sezione "Le stanze di Rol" del Torino Film Festival, è un tempo malato. È come se si rompesse di continuo e inquadratura dopo inquadratura e stacco dopo stacco il regista Cody Calahan - come lui tutti gli altri narratori "interni" alla storia - facesse saltare le cronologie introducendoci in una dimensione spaziotemporale obliqua e plurima.
La fine di una storia, dice il giovane Steve (R.J. Mitte) all'attempato e ostile barista Paul (Peter Outerbridge) ha senso solo se ascolti l'inizio. Un assioma solo apparentemente scontato, specialmente nella tradizione del cinema noir. Perché The Oak Room, diretto da Cody Calahan e tra le visioni proficuamente inquietanti delle Stanze di Rol al Torino Film Festival (fino alle 14 del 29 novembre), [...] Vai alla recensione »
Adattamento dell'omonima opera teatrale di Peter Genoway (qui sceneggiatore), il quinto lungometraggio diretto dal canadese Cody Calahan (Antisocial, Antisocial 2, Let Her Out, Vicious Fun) pur essendo serrato tra le quattro mura di un bar, espande le frontiere del neo-noir da una parte incastrandole a un impianto vertiginoso e labirintico, colmo di ombre, misteri e suggestioni ancestrali, dall'altra [...] Vai alla recensione »
Che cos'è oggi il neo-noir? Un'ibridazione tra generi, un incontro tra immaginari. È un cinema di frontiera, a volte mescolato al western, per arrivare alla fantascienza e confrontarsi con la distopia. In questo caso gli esperti parlerebbero di tech noir, ma non perdiamoci in formule. Di sicuro è difficile trovare nel panorama contemporaneo un punto di rottura così forte come quello proposto da The [...] Vai alla recensione »
Il proprietario di un bar in chiusura, durante una notte tempestosa di neve, riceve la visita di un giovane vagabondo, che torna al paese natale. Il ragazzo inizia a raccontare una storia di un altro barista che accoglie uno sconosciuto un attimo prima della chiusura, che gli racconta un'ulteriore storia. Il gioco a scatole cinesi vorrebbe esaltare una narrazione, anche metatestuale, sul fascino delle [...] Vai alla recensione »