Titolo originale | Yi Zhi You Dao Hai Shui Bian Lan |
Anno | 2020 |
Genere | Documentario |
Produzione | Cina |
Regia di | Jia Zhangke |
Tag | Da vedere 2020 |
MYmonetro | 3,17 su 7 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 14 gennaio 2020
Jia Zhangke porta lo spettatore al suo festival di letteratura.
CONSIGLIATO SÌ
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La storia del legame tra un luogo, il Jia Family Village nella provincia dello Shanxi, e la cultura letteraria della Cina, che il regista Jia Zhangke rintraccia nelle testimonianze di vari romanzieri contemporanei in occasione di un festival letterario nella zona, cara all'autore in quanto sua terra natale e teatro di molti suoi film. Jia Pingwa, Yu Hua e Liang Hong rappresentano tre generazioni di artisti della parola ma anche tre testimoni della storia del paese, dalla rivoluzione culturale fino alle più pressanti tematiche odierne.
Come se non fosse già abbastanza difficile catturare la suggestione letteraria e le parole che le danno vita nelle immagini di un documentario, con Swimming out till the sea turns blue Jia Zhangke si avventura al largo in cerca di una doppia preda, unendo il suo consueto studio di volti e luoghi in grado di illuminare il cambiamento sociale con un interesse quasi deontologico per il mestiere dello scrittore.
Al tempo stesso, in un'opera dalla struttura rilassata e familiare, divisa in diciotto capitoli e strutturata sull'alternarsi di conversazioni con vari soggetti - oltre agli autori, le voci di persone nella loro orbita e abitanti del luogo - Jia Zhangke intorbidisce le acque obbligando lo spettatore a chiedersi se questa ricerca del tempo vissuto sia interessata alla scrittura come prodotto del vissuto o viceversa. È un'ambiguità proficua, che non richiede risposta, e che come nei suoi migliori film di finzione sfuma i confini tra spazio e tempo, e tra particolare e universale.
"Il posto in cui nasci ti seppellisce per metà" è uno dei vari estratti e citazioni che costellano il film, pronunciati e poi fissati in didascalia, e rappresenta un'idea da cui il cinema intero di Jia Zhangke sembra fuggire, o verso cui vuole tendere, a seconda delle sfumature. Dieci anni separano Swimming out till the sea turns blue dal precedente documentario del regista (I wish I knew), intervallati da un decennio di straordinario successo artistico il cui ultimo esempio (I figli del fiume giallo) costituisce forse la summa di una carriera intera.
Con questo film Jia prosegue nel continuo ritorno al suo Shanxi, premendo una pausa che rimane intrigante (in primis per i suoi fan) per come si inserisce nella sua poetica - e in come ad esempio sotto le nozioni di Arte e Storia emergano prima di tutto i contorni di un ritratto di placido villaggio - ma che non può trascendere la barriera del senso su cui pur si interroga così assiduamente. E forse, nel celebrare l'onda lunga della letteratura, il punto è proprio mostrare come l'aneddotica che gli sta intorno non possa non essere effimera e dimenticabile.
Jia Zhangke, con tutta probabilità il maggiore regista cinese contemporaneo, conclude con Swimming Out Till the Sea Turns Blue la sua ideale "trilogia degli artisti", trittico documentario che scandaglia l'anima della Cina attraverso la prospettiva delle arti. Dopo Dong (2006), incentrato sul pittore Liu Xiadong, e Useless (2007), sulla stilista Ma Ke, è ora il turno della letteratura, storie di vita [...] Vai alla recensione »
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