
Monro costruisce un racconto che si ritaglia un posto nella folta schiera di ammiratori del Maestro. Presentato al Biografilm Festival.
di Raffaella Giancristofaro
Per circa vent'anni il critico cinematografico e giornalista parigino Michel Ciment, direttore della rivista specializzata "Positif", ha studiato il lavoro di Stanley Kubrick, intervistandolo più volte, in particolare su quattro dei suoi tredici lungometraggi: Arancia meccanica, Barry Lyndon, Shining e Full Metal Jacket. Le loro conversazioni, registrate su nastro, una volta trascritte hanno dato corpo a un autorevole volume monografico (edito in Italia da Milano Libri per la prima volta nel 1981, poi ripubblicato da Rizzoli nel 2007 in una versione ampliata). L'attore e sceneggiatore Gregory Monro (già autore di speciali su Calamity Jane, Jerry Lewis, Michel Legrand), riscoperti quegli audio, nel frattempo digitalizzati, ha colto l'opportunità per ridare letteralmente voce al regista e cucire attorno ad essa una nuova narrazione. In ossequioso atteggiamento verso Ciment e il suo privilegio di un dialogo prolungato con uno dei più enigmatici creatori di immagini, il film si offre come un mosaico di soli materiali d'archivio (estratti dai film, foto e interviste coeve).
Dando per scontata la conoscenza dell'opera kubrickiana, con questa sintesi parziale Monro si ritaglia un posto nella folta schiera di ammiratori, collaboratori e studiosi (tra cui va nominato Filippo Ulivieri, creatore di archiviokubrick.it) che nei due decenni dalla morte del regista (1999) hanno ragionato sul suo opus.