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Ultimo aggiornamento lunedì 23 novembre 2020
Tratto dal best-seller di J.D. Vance e diretto dal premio Oscar Ron Howard, il film è un'autobiografia che offre uno spaccato del percorso di una famiglia verso la sopravvivenza e il trionfo. Il film ha ottenuto 2 candidature a Premi Oscar, 1 candidatura a Golden Globes, 1 candidatura a BAFTA, 2 candidature a Critics Choice Award, 2 candidature a SAG Awards,
CONSIGLIATO NÌ
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J.D. Vance è un brillante studente di diritto a Yale ma la vita non gli ha fatto sconti. Figlio di una madre instabile e tossicomane, è cresciuto dalla nonna determinata a mostrargli la via per l'american dream. Alla vigilia di un colloquio da cui dipende il suo futuro, una crisi familiare lo costringe a rientrare in Ohio. Ritrovare il genitore di nuovo in ambasce, riapre ferite e risveglia il passato. Un passato difficile che J.D. saprà riscattare e piegare a un avvenire migliore.
C'è del Frank Capra in Ron Howard. Niente che riguardi lo stile ma il soggetto dei loro film, tutti fondati sulle belle cause, gli individui che si battono per la famiglia, un sogno, l'avvenire. La convergenza è tutta nel punto di vista: l'ostinazione dei loro personaggi a sperare contro ogni previsione e contro tutti. Se ieri era la boxe (Cinderella Man - Una ragione per lottare) a mettere in gioco il coraggio individuale, il superamento di sé e la conquista del successo con la sola forza dei pugni, oggi è l'America bianca e povera da cui J.D. Vance proviene e da cui si è emancipato a colpi di algebra. Ron Howard fa ancora una volta quello che gli riesce così bene: il racconto di redenzione.
A riguardo non esistono tragitti più edificanti di quelli di Jim Braddock e J.D. Vance. E pazienza se conosciamo già il valzer, la ricetta funziona (sempre) e Ron Howard non morde certo la mano che lo ha nutrito. Pieno del suo irriducibile ottimismo, adatta le memorie del businessman J.D. Vance, un best seller come solo l'America ama, e realizza sullo schermo l'ennesima storia edificante di una vittoria personale contro l'avversità. Quella di un ex marine che ha saputo affrancarsi dal suo milieu sociale per fare fortuna a Wall Street. Ron Howard realizza, Hans Zimmer 'accompagna', Glenn Close e Amy Adams interpretano un'ode americana classificata tra le produzioni di prestigio per Netflix. Uscito quasi indenne dal calamitoso Solo: A Star Wars Story, l'autore hollywoodiano ritorna al racconto classico sulla linea di A Beautiful Mind e Cinderella Man, entrambi incarnati da Russell Crowe. Daccapo un eroe maschile, Gabriel Basso, impreziosito da due attrici incisive che comprendono il cinema e i personaggi come nessun altro. È l'irriducibile nonna di Glen Close a permettere al suo eroe di diventare chi è. È il suo sguardo chiaro, impenetrabile ma penetrante, a incantarlo e a incutergli un rispetto che lo condurrà lontano.
Ma il libro di J.D. Vance non assomiglia affatto a un'autocelebrazione, è una biografia lucida e senza compiacenza scritta da un uomo che ha fatto il salto di classe ma continua a guardare con grande affetto la sua comunità d'origine, provata dalla disoccupazione legata alla chiusura delle miniere di carbone e dall'addiction agli oppiacei. Cresciuto tra il Kentucky e l'Ohio, Vance racconta l'America della classe operaia democratica divenuta trumpista in collera in due generazioni. A immagine del cinema di Ron Howard, semplice ma non semplicista, il libro omonimo di J.D. Vance non è grande letteratura ma è rimarcabilmente scritto. Senza giri di parole descrive con grande chiarezza il suo pensiero complesso ed esplora la storia di tre generazioni di hillbilly (letteralmente, 'cretino delle montagne'), fornendo finalmente una voce conservatrice udibile dal Paese. Ma di quel contesto, le miniere del Kentucky, antiche terre democratiche piegate dalla crisi e confidenti nel miracolo Donald Trump, Elegia Americana non tratta. Il film si limita alla cronaca familiare piena di buoni sentimenti, che all'occorrenza funzionano. Perché in fondo è questa la specialità di Ron Howard.
L’ultima pellicola di Ron Howard adatta la biografia best seller del businessman J.D. Vance, un interessante racconto di formazione e di riscatto contro le avversità, una condizione sociale di povertà e vari conflitti personali e familiari. Sullo sfondo dell’opera c’è un’America fatta di working classs che soffre alla periferia delle grandi città, [...] Vai alla recensione »
In Elegia americana la storia è quella di J.D. Vance, nato a Middletown, Ohio, ma con il cuore in Kentucky, a Jackson. Nei flashback, J.D. tenta di scappare da un contesto che non offre molte possibilità di avanzamento sociale, mentre viene tirato a fondo dalla madre Bev (Amy Adams), con chiari problemi psichici non diagnosticati, e tenuto a galla da Mamaw (Glenn Close), nonna ruvida [...] Vai alla recensione »
il film diretto da Ron Howard è l'adattamento cinematografico del libro di memorie di J.D. Vance (Gabriel Basso) e racconta - attraverso continui flashback - il sogno americano di questo ragazzo di ottenere un lavoro presso un prestigioso studio legale. Il tutto attraverso una adolescenza e gioventù ricca di episodi drammatici di cui è protagonista la madre Bev (la bravissima [...] Vai alla recensione »
“Hillbilly Elegy” è un film basato sull’autobiografia di J.D. Vance, pubblicata con il titolo Hillbilly Elegy: A Memoir of a Family and Culture in Crisis e che è stato un caso editoriale nel 2016. Probabilmente avendo portato alla ribalta una zona depressa e una situazione critica americana, non ebbe particolare accoglienza in generale negli Stati Uniti, e neanche [...] Vai alla recensione »
Non ha certo bisogno di presentazioni Ron Howard (67 anni) con alle spalle una filmografia di venticinque titoli e un Oscar per A Beautiful Mind, oltre a una carriera di favolosi incassi, fra tutti i film tratti dalle opere di Dan Brown. La sua ultima fatica, uscita nel 2020 e intitolata Hillbilly Elegy , in italiano più semplicemente Elegia Americana (visibile su Netflix) è invece stata fatta a pezzi, [...] Vai alla recensione »
Ora, non per fare il professorino, ma il nuovo film di Ron Howard si chiama in originale "Hillbilly Elegy" (lo trovate su Netflix). Ha senso: "hillbilly" è un termine perlopiù dispregiativo, usato per indicare chi abita nelle aree rurali e montuose a ridosso degli Appalachi, persone di solito considerate arretrate e violente, dei bifolchi insomma. Il titolo italiano del film, pure del libro da cui [...] Vai alla recensione »
Un andirivieni continuo tra passato e presente, l'infanzia e la giovane età adulta, tra dolore e riscatto, nelle terre mobili fra il conflitto privato e l'eterno dream nazionale. Ron Howard, regista da sempre attratto dalle biografie individuali e collettive, in questa Elegia americana (Hillbilly Elegy) trova ancora un'altra storia d'America così lontana, così vicina.
Tough Love, fermezza a fin di bene. Così era stato descritto il punto di vista di Hillibilly Elegy, un libro che, alla sua uscita, nell' estate del 2016 in piena campagna presidenziale, si trovò investito dell' improbabile funzione di decifrare per il pubblico di massa il mondo dei (nel titolo apparso sul «New York Times») «poveri che sostengono Trump».
Sempre in tema di film da oscar prodotti da Netflix, e visibili solo su quella piattaforma, merita una segnalazione l'ultimo diretto da Ron Howard, che ha ormai una carriera quasi quarantennale da Cocoon a Apollo 13, da A Beautiful Mind a Frost/Nixon e Rush. In Elegia americana , scritto da Vanessa Taylor sulla base del libro di memorie del 2016 di J.
Il giudizio su Hillybilly Elegy è in larga parte vincolato alla spontaneità o alla malizia del suo punto di vista marcatamente naive. La trasposizione cinematografica del romanzo autobiografico di J. D. Vance è un inno alla declinante visione reaganiana del sogno americano. Lo scrittore è una testimonianza vivente di questo mito in declino: si è laureato a Yale nonostante fosse partito da una modesta [...] Vai alla recensione »
Quando è uscita nel 2016, l'autobiografia di J.D. Vance è diventata un bestseller a sorpresa, un oggetto di dibattito e una testimonianza accorata e improvvisata sullo stato della nazione: era il libro da leggere se volevi capire perché Donald Trump era stato così abile nello sfruttare la rabbia e la frustrazione del sottoproletariato bianco nella sua vittoria presidenziale.
Pagine sui supplementi culturali, accompagnate dalla magica frase "Ecco l' America di Trump". Sembrava che Netflix avesse in serbo il gran capolavoro da avviare agli Oscar. Viene da un memoir di J. D. Vance: un giovanotto di Middletown, Ohio, che con l' aiuto della nonna - a suo modo amorevole, tra un insulto e una sigaretta - sfugge alla madre drogata e approda a Yale, facoltà di Legge.
"In questo mondo ci sono solo tre tipi di persone", spiega Mamaw, la saggia matriarca del film Elegia americana, diretto da Ron Howard. "Ci sono i Terminator buoni, i Terminator cattivi e i Terminator neutri". Riferendosi ai film d'azione con Arnold Schwarzenegger, la donna (interpretata dall'attrice Glenn Close) cerca di convincere il suo sensibile nipote J.
Siete, davvero, convinti che siano solo le misure anti-Covid, che hanno costretto temporaneamente (si spera) la sale a chiudere, ad uccidere i cinema? E non, magari, il fatto che sempre più case di distribuzione e «mostri sacri» preferiscano i soldi dei vari Netflix, Amazon, Disney, Sky, Apple e compagnia cantando, per far esordire, direttamente sulle piattaforme a pagamento, i loro film? Quando vedi [...] Vai alla recensione »
Dall'Ohio al Kentucky, viaggio nel midwest americano dove la frontiera è lontana anni luce ma la catena degli Appalachi è lì, simulacro naturale di una Provincia dove si muore poveri e contadini. E in molti, quelle montagne, le hanno lasciate proprio per cercare fortuna. Spesso nemmeno l'hanno trovata. Migranti dell'interno. E di una disperazione che ha il sapore aspro della fame e della miseria.
Nella vita reale, J.D. Vance, l'autore del fortunato memoir Elegia americana all'origine del film (disponibile su Netflix), è un repubblicano dal volto umano, non conforme alle degenerazioni di Donald Trump e vicino a una certa idea di America fatta di working classs che soffre alla periferia delle grandi città. È curioso che la trasposizione del suo complicato percorso familiare ed esistenziale arrivi [...] Vai alla recensione »
Osservando da vicino il vero J.D. Vance (al secolo James Donald Bowman) si scopre che il personaggio, interpretato nel film di Ron Howard da Owen Asztalos e Gabriel Basso, è vicino agli ambienti del partito repubblicano, vanta frequentazioni con l'ideologo religioso e tradizionalista Rod Dreher e si è convertito recentemente al cattolicesimo nel corso di una celebrazione pubblica.
Elegia americana, il nuovo film Netflix Original, esce oggi sull'omonima piattaforma e ha tutte le luci puntate su di sé. Il motivo è evidente, trattandosi dell'ultima fatica di Ron Howard, un regista che non ha bisogno di presentazioni, e di un'opera che vede giganteggiare due star della recitazione del calibro di Glenn Close e Amy Adams. Il film, inoltre, è l'adattamento cinematografico di quello [...] Vai alla recensione »
Non è chiaro come ci siano riusciti, ma gli autori della versione cinematografica di Elegia americana hanno spazzato via ogni regionalismo dal best seller di J.D. Vance, lasciandoci alle prese con un generico esempio di pornografia della povertà. Il regista Ron Howard e la sceneggiatrice Vanessa Taylor, rispettati professionisti dell'industria cinematografica, hanno cercato di descrivere una sottoclasse [...] Vai alla recensione »