Ascoltati

Film 2020 | Drammatico 90 min.

Regia di Andrea Recchia. Un film con Andrea Baldazzi, Lorenzo Boesso, Pasquale Faraco, Aldo Jani, Giovanni Mazza. Cast completo Genere Drammatico - Italia, 2020, durata 90 minuti. - MYmonetro 3,50 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento martedì 8 novembre 2022

Andrea inizia la ricerca della frequenza giusta e vaga per Bologna con un'insolita antenna, pronto ad ascoltare.

Consigliato sì!
3,50/5
MYMOVIES 2,00
CRITICA
PUBBLICO 5,00
CONSIGLIATO SÌ
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Trailer
Un messaggio intimo e importante veicolato da un'opera a cui manca equilibrio.
Recensione di Elia Iervese
martedì 8 novembre 2022
Recensione di Elia Iervese
martedì 8 novembre 2022

Andrea è un quarantenne solitario e triste, si potrebbe dire depresso. Un giorno riceve un'inaspettata chiamata che seccamente, in maniera anaffettiva, gli annuncia la morte della madre. Il rimpianto di non aver mai avuto il coraggio di parlarle in maniera profonda, "guardandola negli occhi", assale il protagonista che cade quindi in uno stato di rabbia e tristezza che non riesce a gestire. Cercando conforto e consiglio, Andrea si rivolgerà dapprima al suo parroco, poi ad uno stretto amico, infine incontrerà il padre con il quale ha un difficile rapporto. Scambiando battute, elaborando pensieri, masticando bocconi di pizza, tra una lacrima e l'altra, Andrea giungerà alla conclusione di dover ricercare la "frequenza" della madre. Carico di tutti i suoi dolori e dubbi inizierà a vagare per le strade di Bologna con un'antenna e un paio di cuffie, per ascoltare sé stesso e ritrovare il ricordo di una persona cara scomparsa. Perché anche se "non esiste separazione definitiva fino a quando esiste il ricordo" (come citerà l'amico Leo) ciò non è necessariamente un male, con il tempo il lutto si può assimilare e risintonizzandoci sulla frequenza persa si torna ad ascoltare dell'ottima musica.

"Ascoltati" più che un titolo è un invito. È un lungometraggio che esplora le tematiche del lutto, del rimpianto, descrive la sensazione incombente di aver perso una possibilità che ormai non può più tornare.

Il restringimento del possibile e di conseguenza l'allargamento dell'inevitabile. Una sensazione tipica di un'età non più di gioventù ma nemmeno di vecchiaia, un periodo in between. Una tematica cara a molti, senz'altro condivisibile, presentata attraverso una trama che concettualmente incuriosisce ma che nella realizzazione fatica a realizzarsi.

Il superamento del lutto di Andrea innanzitutto avviene in maniera innaturale ma soprattutto non riceve un approfondimento adeguato nonostante sia il cardine di tutto l'intreccio. Il cambiamento del suo stato d'animo è dato unicamente dal passare del tempo, non avvengono eventi particolari, solo tanta riflessione e poca azione. Oltre al filo principale della storia, a contornare la trasformazione del lutto di Andrea arricchendo il minutaggio, osserviamo sullo schermo le vite degli altri personaggi, amici, familiari, conoscenti, che incarnano tutti il tema chiave dell'opera.

Gli squarci di vita che vengono mostrati allo spettatore inscenano lo stato di incertezza e assenza di prospettive che molti incontrano prima o poi nella propria esistenza. Queste scene di accompagnamento avrebbe potuto notevolmente rafforzare il messaggio del film, se non fosse per il fatto che la caratterizzazione dei personaggi rimane molto sintetica e priva di sviluppi, talvolta superflua alla trama.

La grande pecca però è senz'altro il profilo low budget dell'opera che purtroppo salta all'occhio fin da subito. Le carenze nella produzione non riescono ad essere celate o attenuate né dal copione, né tantomeno dalla prestazione degli attori (forse più idonea al teatro che al cinema) che stona a tratti con il clima dell'opera, risulta macchinosa, non fluida ed a tratti poco spontanea. Lo stesso effetto è creato dall'audio che vacilla in diverse occasioni, il volume sale e scende di scena in scena e solo in pochi momenti si mischia in maniera ottimale al visivo.

Per molteplici motivi quindi non si crea l'illusione che sarebbe servita a far brillare il tutto. Nonostante l'importanza e intimità del messaggio, (che pare quasi autobiografico) espressa dall'ottima e calzante metafora della radio e della ricerca della giusta frequenza, le idee della regia non bastano per mantenere l'equilibrio del film che risulta a tratti disturbato, come un rumore statico di sottofondo che rovina quella che poteva essere una buona melodia. 

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sabato 31 ottobre 2020
andrea recchia

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