Titolo originale | Tsukiyo no kamagassen |
Anno | 2019 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Giappone |
Durata | 115 minuti |
Regia di | Leo Sato |
Attori | Yota Kawase (I), Tumugi Monko, Naori Ota, Kiyohiko Shibukawa, Shôji Ômiya . |
MYmonetro | 3,07 su 3 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 28 giugno 2019
Quando il simbolo della città viene rubato inizia una guerra tra poveri.
CONSIGLIATO SÌ
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Kamagasi è uno slum di Osaka che, dal termine della seconda guerra mondiale, ha attratto lavoratori alla giornata, vagabondi e prostitute. Quando delle agenzie immobiliari iniziano a interessarsi all'area i politici cercano di cogliere l'occasione per raderlo al suolo. Si accordano con la gang che domina il quartiere per rendere dura la vita a coloro che ancora non intendono andarsene. Kantaro, un ragazzino, si ritrova depositario, dopo la tragica fine del padre, di un oggetto che ha un valore simbolico per il capo gang: una pentola. Inizia allora una caccia a tutte le pentole disponibili nella quale viene coinvolto anche un utensile che ha un altro valore simbolico. il pentolone in cui viene cucinata la zuppa per sfamare i bisognosi.
Leo Sato, al suo primo film di finzione dopo un documentario che si occupava dei senzatetto, resta legato al tema di coloro che nella società giapponese vengono sfruttati e poi relegati ai margini.
Prendendosi una licenza culturale si potrebbe sintetizzare la loro sorte con le parole di papa Francesco: "Ai poveri non si perdona neppure la loro povertà". I protagonisti del suo film sono infatti coloro che, per citare un poeta laico anch'esso non giapponese "se non sono gigli son pur sempre figli, vittime di questo mondo" (De André). Le due citazioni sono funzionali al fatto che questo è uno di quei film in cui si sente l'urgenza di raccontare dal basso non una, ma tutte le 'periferie' di questo mondo 'libero'. Sato, che ha girato in 16 mm senza alcun finanziamento e ci ha messo cinque anni per completare il suo film, non rinuncia comunque ad immergersi totalmente in un mood cinematografico altamente nipponico. A tratti ricorda alcuni tratti stilistici di Kitano Takeshi con la mescolanza di figure grottesche, tratteggiate con dettagli che vanno sopra le righe alternati a scene in cui si avverte il dolore profondo e la partecipazione sincera nei confronti degli emarginati.
Non mancano i momenti comici, gli inseguimenti e un bambino che, come il Kikujiro di Kitano osserva questo pazzo mondo. Un mondo che però è anche in grado di rialzare la testa al momento giusto forse perché anche in Giappone c'è un proverbio simile al nostro: "Il diavolo fa le pentole ma non i coperchi".
Il quartiere degradato di Kamagasaki, a Osaka, è un centro d'attrazione per lavoratori alla giornata e prostitute fin dalla Seconda guerra mondiale. Le autorità locali vorrebbero raderlo al suolo in nome di progetti di sviluppo urbanistico. Un ragazzo, Kantaro, che ha perso il padre in un incendio, con una prostituta e un ladro, e una banda di teppisti sono i protagonisti della ricerca del grande calderone, [...] Vai alla recensione »
The Kamagasaki Cauldron War è il secondo titolo in concorso a Pesaro Film Festival, nella sezione Nuovo Cinema. Girato da Leo Sato in 16mm, inquadra uno dei quartieri meno in voga, eppure più sovra-popolati, di Osaka. Il turismo cinge Kamagasaki come un recinto, evitandone accuratamente la povertà sociale, gli abusi di potere e la criminalità, vera o presunta tale.