Anno | 2019 |
Genere | Documentario |
Produzione | Italia |
Durata | 70 minuti |
Regia di | Pierfrancesco Li Donni |
MYmonetro | 3,84 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 4 giugno 2020
Le scuole medie, il passaggio tra l'infanzia e l'adolescenza un momento spesso difficile e sempre sofferto. Ancora di più in una scuola nel cuore di Palermo.
CONSIGLIATO SÌ
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I protagonisti: Daniel, Desirée, Simone, Morena e il loro professore di lettere Giovanni. Luoghi: l'aula della classe III B della scuola media Bonfiglio di Palermo, le loro abitazioni e le strade del loro quartiere, Colonna Rotta. Pierfrancesco Li Donni li segue nell'ultimo anno della scuola secondaria di primo grado (definizione ministeriale) e li va a cercare nuovamente a distanza di un anno. Ci mostra così delle personalità in fase di formazione confrontate con chi a quella stessa formazione dedica la propria professionalità cercando, nonostante tutti gli ostacoli che la società frappone, di mostrare loro strade alternative.
Perché il titolo di questo documentario è molto significativo: gli anni che i quattro ragazzi vivono sono quelli fondamentali per trovare la propria 'strada' nella vita ma sembra che intorno a loro domini un senso di ineluttabilità difficile da sconfiggere.
Dei loro genitori il regista non ci mostra quasi nulla. Conosciamo un po' meglio solo un nonno che non si sottrae al compito di insegnare ciò che conosce sul piano del lavoro. Ma è il quadro complessivo che li depriva di vere possibilità di scelta e non basta la buona volontà di un insegnante che è capace anche di riprendere i propri studenti per i loro comportamenti sbagliati, conservando però fondamentalmente la loro fiducia.
Sulla pagina Internet del Ministero dell'Istruzione si legge: "E' obbligatoria l'istruzione impartita per almeno 10 anni e riguarda la fascia di età compresa tra i 6 e i 16 anni. L'adempimento dell'obbligo di istruzione è finalizzato al conseguimento di un titolo di studio di scuola secondaria superiore o di una qualifica professionale di durata almeno triennale entro il 18° anno di età. L'istruzione obbligatoria è gratuita." Li Donni ci aiuta a riflettere se quanto scritto nella Legge abbia poi sempre la corretta applicazione.
Quando ritroviamo, ad un anno di distanza, tre dei quattro ragazzi vediamo che ognuno ha preso la propria strada. C'è chi ha conservato delle aspettative nel futuro e c'è chi invece si sta già orientando ad un 'realismo' privo di speranze. Chiunque abbia avuto a che fare con la scuola non solo come studente ma come genitore o come insegnante esce da questa visione con la consapevolezza che da soli non ce la possono fare né i ragazzi né gli insegnanti né i genitori. Occorre che operino insieme per fare sì che la parola futuro conservi la sua piena significazione. Anche (e forse soprattutto) in tempi difficili.