Anno | 2019 |
Genere | Documentario |
Produzione | Italia |
Durata | 89 minuti |
Regia di | Alessandra Galletta |
Tag | Da vedere 2019 |
MYmonetro | Valutazione: 4,00 Stelle, sulla base di 1 recensione. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 10 marzo 2023
Una testimonianza preziosa della vita e della carriera del pittore e scultore Ettore Spalletti ripreso nel suo studio e nei luoghi della sua quotidianità poco prima della sua scomparsa.
ASSOLUTAMENTE SÌ
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Alessandra Galletta, attraverso interviste e testimonianze a curatori, galleristi, familiari e ovviamente al maestro stesso, ci restituisce una meravigliosa panoramica sulla vita e sull'arte di Ettore Spalletti. Impegnato talvolta nella quotidianità che tanto lo appassionava e talvolta immerso nell'atto di creazione, Spalletti ci viene mostrato in varie declinazioni della sua prismatica e contemplativa umanità.
Una meravigliosa panoramica che riflette in maniera cristallina l'anima di Ettore Spalletti.
"Una cosa che mi piace è che quando i miei amici artisti vengono in studio a trovarmi non hanno bisogno di trovare una frase o un pensiero intelligenti che li faccia sentire presenti. Mi sembra che il quadro risolva il problema in partenza: dice al visitatore che non ha bisogno di essere raccontato, è lì". Questa riflessione di Ettore Spalletti rispetto al suo lavoro si accosta meravigliosamente anche all'opera di Alessandra Galletta, che ha senza dubbio il pregio di riuscire a catturare l'essenza ultima del maestro. Traspare infatti da questo documentario un certo senso di semplicità, di onestà intellettuale ed artistica, insomma, una sincerità totale, che altro non sono che riflessi della personalità di Ettore Spalletti. Anche la scelta del titolo, semplicemente Ettore Spalletti, rivela il preciso intento di non costruire banalmente un documentario su Ettore Spalletti, quanto più una clessidra magica o una lampada del genio che possa contenere l'essenza stessa dell'artista per sempre, quasi un pezzo tangibile della sua vita. Attraverso le sue parole, i suoi rituali e il suo perfezionismo quasi spirituale, la regista ci serve una corsia privilegiata per accedere a Ettore Spalletti, o meglio all'uomo dietro l'artista, anche se in questi casi i confini si fanno labili e la vita diventa specchio esatto dell'arte. C'è in effetti nella figura di Spalletti una certa tendenza a far coincidere modus operandi e modus vivendi, unitamente a un attaccamento del tutto personale ai luoghi della sua vita: ecco che infatti la narrazione si dipana tra la sua casa a Spoltore, il suo studio a Cappelle sul Tavo e la vecchia casa dei nonni che sogna di ristrutturare.
Una cosa interessante, che la regista riesce a raccontare al meglio, è il rapporto tra paesaggio reale e paesaggio immaginato o, se vogliamo, tra interno ed esterno. Perché, in effetti, ogni interno diventa per Spalletti inesorabilmente governabile, malleabile e dunque immaginato secondo il suo personalissimo sguardo e la sua irresistibile sensibilità. Attraverso una mise en abyme tutta artistica, Galletta ci affoga nei colori ineffabili e pulviscolari di Spalletti: ci perdiamo, ipnotizzati, nei confini indefiniti delle sue non-stanze. Come però rivela lo stesso artista durante il documentario, tutti questi colori, che animano questo mondo immaginato e artificioso in cui ama rifugiarsi, derivano dai suoi luoghi: dalle montagne, dal mare e dal cielo d'Abruzzo. Ed ecco che la regista ci riconduce sempre al grande tema (del documentario, ma nella misura in cui lo sguardo è stato il grande tema della vita di Spalletti): lo sguardo, che poi è la cifra comune che unisce arte e cinema. Spalletti anela a un modo di fare arte che lasci spazio al solo sguardo, un tipo di arte capace di nutrirsi di quella complessa dialettica del guardare-essere guardati, perché in fin dei conti, quando un artista è in grado di comunicare emotivamente sul piano del visibile, che bisogno c'è di sporcare l'esperienza estetica con le parole? Alessandra Galletta restituisce, in maniera ossequiosissima, toccante e libera da ogni pietismo, l'immagine di Spalletti "così com'è". Ettore non avrebbe potuto chiedere di meglio.
Alessandra Galletta, attraverso interviste e testimonianze a curatori, galleristi, familiari e ovviamente al maestro stesso, ci restituisce una meravigliosa panoramica sulla vita e sull’arte di Ettore Spalletti.
Impegnato talvolta nella quotidianità che tanto lo appassionava e talvolta immerso nell’atto di creazione, Spalletti ci viene mostrato in varie declinazioni della sua prismatica e contemplativa umanità. Traspare da questo documentario un certo senso di semplicità, di onestà intellettuale ed artistica, insomma, una sincerità totale, che altro non sono che riflessi della personalità di Ettore Spalletti.
Attraverso le sue parole, i suoi rituali e il suo perfezionismo quasi spirituale, la regista ci serve una corsia privilegiata per accedere a Ettore Spalletti, o meglio all’uomo dietro l’artista, anche se in questi casi i confini si fanno labili e la vita diventa specchio esatto dell’arte. Alessandra Galletta restituisce, in maniera ossequiosissima, toccante e libera da ogni pietismo, l’immagine di Spalletti “così com’è”. Ettore non avrebbe potuto chiedere di meglio.
Il film sarà disponibile gratuitamente in streaming su MYmovies dal 16 al 26 marzo, grazie alla collaborazione tra Lo Schermo dell'Arte e Palazzo Grassi.