Titolo originale | Skin |
Anno | 2018 |
Genere | Biografico, Drammatico, |
Produzione | USA |
Durata | 120 minuti |
Regia di | Guy Nattiv |
Attori | Jamie Bell, Danielle Macdonald, Vera Farmiga, Mary Stuart Masterson, Mike Colter Bill Camp, Jenna Leigh Green, Louisa Krause, Kylie Rogers, Daniel Henshall, Zoe Margaret Colletti, Colbi Gannett, Russell Posner, Sean Cullen, Jaime Ray Newman, Portia, Scott Thomas (VI), Ari Barkan, Justin L. Wilson, Michael Villar, Rob Giumarra, Maliq Johnson, Rob Figueroa, Joanna Herrington, Samantha Jones, Walid Chaya, Steven Vacnin, Cecil Blutcher, Tyler Williamson. |
Distribuzione | Sun Film Group |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,00 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 13 giugno 2019
Un ragazzo che ha frequentato l'estrema destra deve fare i conti con i tatuaggi che documentano il suo passato violento.
CONSIGLIATO SÌ
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Bryon Widner è un esponente di spicco di una comunità di neo-nazisti in Ohio. Cresciuto come tanti altri giovani senza famiglia dai leader dell’organizzazione, Fred e Shareen, Bryon vive una vita fatta di violenza, droga e appartenenza alla causa, come dimostrano il corpo e il volto interamente coperti da simboli d’odio. L’incontro con Julie, una ragazza della zona con tre figli piccoli, farà però scattare qualcosa in Bryon. Qualcosa che l’attivista Daryle Jenkins, specializzato nel recupero di ex-estremisti, è pronto a sfruttare.
Skin può sembrare un titolo non particolarmente ispirato per una storia sui naziskin americani, ma il primo film statunitense del regista israeliano Guy Nattiv ha forse più di altri diritto a reclamare drammaturgicamente la sfera del contatto epidermico.
È infatti un film “sulla” pelle di Bryon, realizzato sfruttando in modo viscerale i tatuaggi (che Jamie Bell trasforma in un punto esclamativo della sua stessa esistenza) e le linee del corpo su cui sono applicati.
Una tale dedizione alla dimensione corporea, che include anche una sequenza di Halloween in cui i corpi sono sfigurati dal trucco “horror”, e una decisione cruciale scritta su una mano, aiuta il film a trascendere il materiale non proprio inedito e la parabola convenzionale della sceneggiatura.
Non mancano perciò energia e passione in un’opera che sa come combinare l’effetto shock della brutalità di Bryon e dei suoi compari con il contrappunto quasi biblico dei piccoli inserti che, fin dall’inizio del film, accompagnano il protagonista in una complessa operazione di rimozione chirurgica dei tatuaggi.
È un destino già scritto, o meglio già cancellato, attraverso una via crucis tutta personale. Jamie Bell, da sempre attore che fa del corporeo il suo orizzonte principale, la percorre con encomiabile abbandono riuscendo però a trovare la vulnerabilità del suo personaggio anche nelle prime fasi del film, quando è quasi impossibile.
Ancora meglio fa Danielle Macdonald, la cui Julie è una giovane donna già maltrattata dalla vita che non ha più pazienza per chi non rispetta lei e i suoi figli, ma che al tempo stesso non rinuncia ad aprirsi a nuove possibilità.