peergynt
|
sabato 1 settembre 2018
|
una perfida stratega alla conquista del potere
|
|
|
|
Dopo due ottimi film surreali e metaforici (“The Lobster”, 2015 e “Il sacrificio del cervo sacro”, 2017), il regista greco Yorgos Lanthimos tenta un genere per lui nuovo, il film storico, con ottimi risultati. Magistralmente servito da una sceneggiatura non sua (di Deborah Davis e Tony McNamara), Lanthimos entra alla corte inglese di Anna Stuart (regina dal 1702 al 1707) e ce la mostra popolata da uomini imbecilli che passano il tempo a scommettere sulle corse delle oche e a bersagliare di arance qualche malcapitato servo di corte, mentre le donne, avide di potere, dedicano tutte le loro forze intellettive e seduttive per conquistarsi un posto al fianco della regina. La sovrana, donna debole e infantile, complessata e malata (ottima Olivia Colman, capace di passare dai panni del sergente di polizia Ellie Miller, nella serie Broadchurch, a quelli di questa brutta regina malata di gotta), è facile preda della nuova favorita, Abigail Masham (un’Emma Stone regale nella sua machiavellica perfidia), che raggiungerà in breve le vette del potere.
[+]
Dopo due ottimi film surreali e metaforici (“The Lobster”, 2015 e “Il sacrificio del cervo sacro”, 2017), il regista greco Yorgos Lanthimos tenta un genere per lui nuovo, il film storico, con ottimi risultati. Magistralmente servito da una sceneggiatura non sua (di Deborah Davis e Tony McNamara), Lanthimos entra alla corte inglese di Anna Stuart (regina dal 1702 al 1707) e ce la mostra popolata da uomini imbecilli che passano il tempo a scommettere sulle corse delle oche e a bersagliare di arance qualche malcapitato servo di corte, mentre le donne, avide di potere, dedicano tutte le loro forze intellettive e seduttive per conquistarsi un posto al fianco della regina. La sovrana, donna debole e infantile, complessata e malata (ottima Olivia Colman, capace di passare dai panni del sergente di polizia Ellie Miller, nella serie Broadchurch, a quelli di questa brutta regina malata di gotta), è facile preda della nuova favorita, Abigail Masham (un’Emma Stone regale nella sua machiavellica perfidia), che raggiungerà in breve le vette del potere. E se la penna che descrive questi personaggi non è quella di Lanthimos, l’occhio che ce li fa vedere è quello caustico e impietoso del regista greco, che ci mostra quest’umanità ridicola con mezzi tecnici (il ralenti durante la corsa delle oche e un ricorso insistente all’uso del grandangolo) che ne esasperano la componente grottesca. Una satira letterariamente gustosa alla Jonathan Swift (autore peraltro citato nei dialoghi, e la divisione del film in capitoli rimanda certamente ad un ascendente letterario), impreziosita da un ritmo veloce e spigliato e da dialoghi divertenti e irridenti. Da vedere con gusto.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a peergynt »
[ - ] lascia un commento a peergynt »
|
|
d'accordo? |
|
flaw54
|
domenica 3 febbraio 2019
|
la favorita agli oscar?
|
|
|
|
Rimango allibito quando leggo che questo film ha ricevuto 10 candidature all'Oscar. È vero che gli spettacoli di questa stagione sono di basso livello, ma premiare un film normale come questo fa riflettere. Ironico, ma neppure tanto, serio, ma solo in parte passa come acqua corrente senza lasciare sensazioni particolari. Con un altro cast nessuno lo avrebbe notato.
|
|
[+] lascia un commento a flaw54 »
[ - ] lascia un commento a flaw54 »
|
|
d'accordo? |
|
samanta
|
martedì 29 gennaio 2019
|
la storia e la noia
|
|
|
|
Lanthimos ha colpito ancora! Dopo il noioso Il massacro del cervo sacro si è "gettato" e pazienza che ha massacrato la storia ( in realtà spesso nei film storici anche di valore ci sono numerose indulgenze sui reali avvenimenti) ma ha creato un'opera mediocre, noiosa ed inverosimile. Ovviamente le lobby della critica hanno espresso grandi elogi al film che è addirittura candidato a 10 Oscar.
Vediamo i fatti storici: la regina Anna regna in Inghilterra e in Scozia è una Stuart ed è quindi sospettata di essere filo cattolica, fino al 1708 ha regnato con il marito Re Giorgio con cui ebbe un rapporto buono e molto affttuoso tanto che rimase incinta almeno 17 o 18 volte tutte con esito negativo e i pochi figli superstiti morirano in giovane età, fin dal 1707 si incrinarono i rapporti con la sua principale consigliera Sarah Churchill moglie di John Churchill che diventerà Duca di Marlborough che venne bandita dal regno nel 1711, e fu sostituito in alcune delle cariche che rivestiva da Abigail Masham.
[+]
Lanthimos ha colpito ancora! Dopo il noioso Il massacro del cervo sacro si è "gettato" e pazienza che ha massacrato la storia ( in realtà spesso nei film storici anche di valore ci sono numerose indulgenze sui reali avvenimenti) ma ha creato un'opera mediocre, noiosa ed inverosimile. Ovviamente le lobby della critica hanno espresso grandi elogi al film che è addirittura candidato a 10 Oscar.
Vediamo i fatti storici: la regina Anna regna in Inghilterra e in Scozia è una Stuart ed è quindi sospettata di essere filo cattolica, fino al 1708 ha regnato con il marito Re Giorgio con cui ebbe un rapporto buono e molto affttuoso tanto che rimase incinta almeno 17 o 18 volte tutte con esito negativo e i pochi figli superstiti morirano in giovane età, fin dal 1707 si incrinarono i rapporti con la sua principale consigliera Sarah Churchill moglie di John Churchill che diventerà Duca di Marlborough che venne bandita dal regno nel 1711, e fu sostituito in alcune delle cariche che rivestiva da Abigail Masham. Anna era una debole mentre Sarah era una persona autoritaria che spesso si assentava da Corte per i suoi dissapori con la regina, mentre Abigail, meno intelligente, fu più furba e non contraddiceva la regina. Durante il suo regno si consolidarono i 2 partiti dei Whig (mercanti, banchieri, finanzieri liberali e filo protestanti) e dei Tory (conservatori in cui vi erano presenze filo cattoliche). La regina pur debole e senza il senso dell'autorità era consapevole della sua regalità e come discendente dei Plantageneti procedeva all'imposizione delle mani per guarire i malati di scrofolosi (come in Francia i re discendenti dei Capetingi).
Il regista ha trasformato un periodo storico interessante e che coinvolgeva notevoli personalità come il Duca di Marlborough una dei più grandi condottieri della storia, in una vicenda squallida con personaggi che sono maschere farsesche e inverosimili con comportamenti da pagliacci, in una reggia in cui la camera della regina sembra un porto di mare in cui chiunque entrava e usciva come le più umili fantesche. Per cercare di rinvigorire la storia inventa un rapporto lesbico tra le due favorite Sarah (Rachel Weisz)) e Abigail (Emma Stone) tra esse e la regina per conquistare il suo favore ("il momento omosessuale strategico e obbligatorio" di ogni film di adesso come lo definisce Pino Farinotti) perdendo di vista quello che potevano essere elementi più avvincenti: la debolezza di una donna che deve governare e cerca l'aiuto di persone che la sostengano, il dramma di una madre che ha visto perdere ogni speranza di avere figli, la perdita dell'autorità regale e così via, riducendo il tutto a una squallida storia di letto. Oltre tutto la regina ha il linguaggio e il comportamento di una serva (ma perbacco era discendente di una secolare dinastia di re!), i personaggi usano un linguaggio da camionisti ad esempio Abigail si rivolge al suo spasimante nobile altolocato "mi volete scopare?" ma dove è la rigida etichetta di Corte mantenuta ancora adesso? Il capo dei Whig è poi semplicemente una maschera ridicola e non il capo di un partito che ha trasformato l'Inghilterra in una democrazia parlamentare.
L'ambientazione è praticamente all'interno di sale molto belle, con pochissimi esterni, con un sottofondo di una musica insopportabile, il film è diviso in capitoletti con titoli che vorrebbero essere spiritosi (un'imitazione mal riuscita de La Stangata) . Pure nelle armi il film è inverosimile: Sarah si veste da uomo e spara a più non posso, sbaglia il regista non era quello il caricamento e i fucili sono fuori epoca. La recitazione ovviamente segue la pessima regia per cui se Olivia Colman fa bene la regina serva e mezza scema, le altre due recitano mediocramente in parti in cui si vede la carenza della sceneggiatura nei dialoghi e dispiace per Emma Stone, costretta a mostrare le tette, che è una valente attrice mal impiegata. Un consiglio al regista: esca dalla Storia per i prossimi film non vorrei vedere Napoleone gay che insegue i suoi marescialii per sodomizzarli.
In conclusione a che pro prendere in giro un'epoca così lontana da noi, qual'é il messagio?
[-]
[+] un successo montato
(di no_data)
[ - ] un successo montato
|
|
[+] lascia un commento a samanta »
[ - ] lascia un commento a samanta »
|
|
d'accordo? |
|
vanessa zarastro
|
domenica 27 gennaio 2019
|
tre donne confronto
|
|
|
|
Amo molto questo regista greco che crea sempre delle atmosfere al limite del paradosso. In “La Favorita” Yorgos Lanthimos presenta le persone quasi una sequenza di caricature (in particolare i nobili incipriati e imparruccati). Si ispira a figure realmente esistite ma mette in scena le dicerie che erano in auge presso la corte, mai verificate del tutto dagli storici. Tre sono le donne protagoniste dotate di personalità completamente diverse tra loro.
Siamo in Inghilterra all’inizio del ‘700 e regnava Anna d’Inghilterra, ultima Stuart (una splendida Olivia Colman), che era andatain sposa nel 1683 al principe Giorgio di Danimarca (che nel film non c’è) di dodici anni più grande, matrimonio negoziato in segreto da suo padre con il beneplacito di re Luigi XIV di Francia, che sperava in un'alleanza anglo-danese contro l'Olanda.
[+]
Amo molto questo regista greco che crea sempre delle atmosfere al limite del paradosso. In “La Favorita” Yorgos Lanthimos presenta le persone quasi una sequenza di caricature (in particolare i nobili incipriati e imparruccati). Si ispira a figure realmente esistite ma mette in scena le dicerie che erano in auge presso la corte, mai verificate del tutto dagli storici. Tre sono le donne protagoniste dotate di personalità completamente diverse tra loro.
Siamo in Inghilterra all’inizio del ‘700 e regnava Anna d’Inghilterra, ultima Stuart (una splendida Olivia Colman), che era andatain sposa nel 1683 al principe Giorgio di Danimarca (che nel film non c’è) di dodici anni più grande, matrimonio negoziato in segreto da suo padre con il beneplacito di re Luigi XIV di Francia, che sperava in un'alleanza anglo-danese contro l'Olanda. Tale alleanza non si sarebbe mai verificata. Anna era sempre stata una ragazza fragile, molto miope sin da bambina, malata di gotta e di sindrome di Hughs che non le ha permesso di portare avanti le sue gravidanze. Infatti delle 18 gravidanze reali – tra aborti e morti precoci - solo 5 i figli della regina sono sopravvissuti, e non erano i conigli che tiene nella sua stanza da letto, come mostra Lanthimos. Anna non era particolarmente istruita perché, essendo la terzogenita, non si pensava fosse da inserire nell’asse ereditario conosceva poco la storia e faceva errori nella scrittura. Di Anna si è sempre vociferato essere omosessuale: dopo un’ambigua amicizia a tre con la sorella Mary e Frances Aspley, la Regina ha un rapporto molto particolare con Lady Sarah Churchill, nata Jennings (antenata di Wiston e Lady D. e interpretata magnificamente da Rachel Weisz) sua amica e compagna di scuola che va a vivere a Palazzo. Si chiamano affettuosamente tra loro con degli pseudonimi inventati da ragazzine: Anne è "Mrs. Morley", Sarah è "Mrs. Freeman”. Sara si occupa di lei in tutto e per tutto, si prende “cura” delle sue malattie, del suo carattere volubile, e soprattutto le sbroglia le “incombenze politiche” di regina, in un periodo bellico come quello. Ci sono due gruppi in conflitto nel Parlamento (come ancora oggi, del resto): i Tories, anglicani e legati alla Chiesa di Inghilterra, erano contrari alla guerra che affamava gli Inglesi, e i Whigs, i puritani cui appartenevano i Churchill, duchi di Marlborough a favore dell’intervento in guerra.
L’Inghilterra, infatti, ha partecipato alla Guerra di Successione Spagnola (dal 1702 al 1713), dove John Churchill (Mark Gatiss), il marito di Sarah comandante delle forze inglesi,ha riportato numerose vittorie sui Francesi. Ma a Corte, nonostante le difficoltà economiche dovute al proseguire della guerra, le corse delle anatre, il consumo di ananas, e i balli, vanno per la maggiore.
Ma mentre Sarah, sicura del suo potere sulla Regina, è diventava molto altezzosa e prepotente, Anne, bisognosa d’affetto, è diventata sempre più capricciosa e richiedente attenzioni. In mezzo a questo rapporto un po’ in crisi, si insinua Abigail Masham (bravissima Emma Stone), una cugina della Jennings caduta in disgrazia, arrivata a Corte per chiedere lavoro a Sarah, ma palesemente in cerca di riacquistare una posizione dignitosa e facoltosa. Diventa cameriera personale della cugina tramite trucchi e inganni, poi poco a poco si sostituisce a lei nelle “cure” della Regina e persino nel suo letto.
Abigail riuscirà a farsi sposare da un Tory e ad avere un sussidio mensile dalla Sovrana, in tal modo, si è riabilitata, rientrando nella categoria di Dama da semplice cameriera. Alla fine nel 1710, contemporaneamente all’uscita dell’Inghilterra dal conflitto, John Churchill è estromesso dal servizio alla regina, Sarah perde di colpo tutti i suoi titoli, entrambi vengono allontanati da corte e è il trionfo dell’intrigante cugina.
Il regista crea delle fantastiche atmosfere un po’ alla “Barry Lindon”, con le luci delle candele, gli arredi del palazzo scelti con cura e i costumi con inusuali bianchi e neri. L’uso del grandangolo (specie per gli ambienti dei servi) è, una specie di “marchio di fabbrica” oltre a omaggi pittorici e riferimenti a Greenaway, oltre al già citato Kubrick. Come hanno notato alcuni critici cinematografici, anche qui, come in “Barry Lindon” arriva un brano di Schubert a creare uno straniamento poiché il musicista austriaco è vissuto un secolo dopo.
Le riprese si sono tenute presso Hatfield House, nell'Hertfordshire, dimora infantile di Elisabetta I d’Inghilterra, un esempio di “architettura giacobiana” costruita nel 1611. Attualmente l’edificio è la residenza di Robert Gascoyne-Cecil, VII marchese di Salisbury, già usata dal cinema in vari film tra cui l’“Orlando” del 1992 di Sally Potter, il “Batman” del 1989 di Tim Burton, e in “The New World” del 2005 di Terrence Malick.
Yorgos Lanthimos, che stavolta non è lo sceneggiatore del film (la sceneggiatura è firmata da Deborah Davis e Tony McNamara),mette a nudo le rivalità al femminile, gli intrighi, gli amori, e in un mondo dove sembra che le passioni siano di uomini con gli uomini e di donne con le donne, assolutamente indipendenti dai matrimoni. Il regista rende espliciti gli umori come: l’alcool, il vomito e il sangue come lui ama fare. C’è una rivisitazione parossistica dei vari elementi di corte, basti citare la scena che mostra i volteggi aerei della coppia nella danza.
Così scrive Federico Gironi in “comingsoon.it”:«…con lo sguardo caustico e affilato di un regista che disseziona ed espone senza falsi pudori, e che questa volta muove la sua macchina da presa in maniera quasi barocca, a far da contraltare a certi toni grotteschi, allo stile decadente del XVIII secolo.»
Il film “La favorita” è candidato a 10 premi Oscar: al film, tre alle tre attrici, alla regia, alla migliore sceneggiatura originale, alla fotografia (Robbie Ryan), al costume (Sandy Powell), al montaggio (Yorgos Mavropsaridis) e alla scenografia (Fiona Crombie e Alice Felton).
[-]
|
|
[+] lascia un commento a vanessa zarastro »
[ - ] lascia un commento a vanessa zarastro »
|
|
d'accordo? |
|
cinefoglio
|
sabato 19 gennaio 2019
|
istantanea di la favorita (the favourite)
|
|
|
|
Yorgos Lanthimos centra il suo obiettivo di raccontarci qualcosa, pochi punti chiari e nitidi, dotati di grande significato e una cura dell’immagine, e dell’atmosfera da abile artista.
La Favorita, che suggerisce l’aspetto più tenero, ma allo stesso tempo viziato, in una relazione, si sintetizza e trova la sua chiave di lettura (con ironia) nei titoli di coda: pura estetica formalizzata, che identifica un’informazione di fondo difficile da cogliere, se non addirittura da processare con gli occhi, ma ricca di fascino e contemplazione.
Così il maestro greco si destreggia in un dramma-commedia vero, dove si mescolano le fantasie e gli stilemi più classici, meccanismi tipici della suspense per suoni sospesi e costanti nel ritmo, e carrellate nei momenti gioiosi e rocamboleschi, una sfrontata ironia ed acuta maleducazione in quelli che sono i passaggi più intimi e vulnerabili, movimenti rapidi e violenti contrastati da inquadrature intensissime, che incidono i volti nei momenti a loro più imbarazzanti, il tutto condito da una postura che tende, da una parte, all’indagine dei cliché, dall’altra, all’iperbole del mondo caricaturale.
[+]
Yorgos Lanthimos centra il suo obiettivo di raccontarci qualcosa, pochi punti chiari e nitidi, dotati di grande significato e una cura dell’immagine, e dell’atmosfera da abile artista.
La Favorita, che suggerisce l’aspetto più tenero, ma allo stesso tempo viziato, in una relazione, si sintetizza e trova la sua chiave di lettura (con ironia) nei titoli di coda: pura estetica formalizzata, che identifica un’informazione di fondo difficile da cogliere, se non addirittura da processare con gli occhi, ma ricca di fascino e contemplazione.
Così il maestro greco si destreggia in un dramma-commedia vero, dove si mescolano le fantasie e gli stilemi più classici, meccanismi tipici della suspense per suoni sospesi e costanti nel ritmo, e carrellate nei momenti gioiosi e rocamboleschi, una sfrontata ironia ed acuta maleducazione in quelli che sono i passaggi più intimi e vulnerabili, movimenti rapidi e violenti contrastati da inquadrature intensissime, che incidono i volti nei momenti a loro più imbarazzanti, il tutto condito da una postura che tende, da una parte, all’indagine dei cliché, dall’altra, all’iperbole del mondo caricaturale.
In questo mondo fittizio (tanto vicino al nostro quanto diverso, fatto di finzione originata dalla fantasia, nonostante la storicizzazione verosimilmente accurata dei fatti e dei personaggi), man mano prende forma il triangolo delle vite della regina Anne d’Inghilterra, di Olivia Colman, la domestica che fu dama, di Emma Stone, e la consigliera più vicina alla corona, di Rachel Weisz.
Il pregio della pellicola sta proprio nella più completa esplorazione del poligono, dove ogni personaggio trova lo spazio per affermarsi, combattere e distruggersi, dove realmente l’evoluzione è presente, ed affrontata da ogni punto di vista, e sviscerata per ogni pulsione, desiderio ed aspirazione delle tre: compenetrazione e ricerca della propria individualità assoluta ed auto-sufficiente, dimenticandosi (o non voler rendersi conto) che, per essere il “favorito” di qualcuno, bisogna che ci si desideri a vicenda con sincerità, e le verità che sostengo i castelli o i palazzi di carta, prima o poi crolleranno.
Non passa inosservata la scelta dell’immagine, che, più di tutti gli elementi, giustifica e partecipa alla cristallizzazione del tema del film, indagandoi colori ed i contrasti, luci bruciate e ombre scure. Il crearsi di questoun vortice sempre in duplice contrasto tra bianco e nero, dove i grigi, (i toni di mezzo), impastano figure e silhouette confuse nel gioco delle parti.
Qui tutta la maestria di Lanthimos come architetto visivo, si sperimenta, a volte stupendo e colpendo, altre volte perdendosiin esercizi sperimentali, ma senza ombra di dubbio in grado di ricavare giusti ed inaspettati spazi interiori (ricordando Kynodontas ed Alps) e di interni (The Lobster, The Killing of a Sacred Deer), in puro stile ottocentesco.
E sei gli angoli di un triangolo equilatero godono della stessa importanza, nella sua rappresentazione spicca sia come centro narrativo, nonché storico della vicenda, oltre che d’interpretazione poliedrica ed impeccabile, Olivia Colman, che riesce a dar vita ad una Regina memorabile: una madre, uno scettro del potere ed una donna capricciosa di attenzioni, saggia e bambina, una performance non passata inosservata a Venezia.
15/01/2019
[-]
|
|
[+] lascia un commento a cinefoglio »
[ - ] lascia un commento a cinefoglio »
|
|
d'accordo? |
|
no_data
|
domenica 27 gennaio 2019
|
due ore di ripicche femminili
|
|
|
|
Ambientazioni, costumi e fotografia fantastici, davvero, per il resto io l'ho trovato molto noioso. La trama francamente mi è sembrata davvero banale, prevedibile e sostanzialmente monotematica: due ore ripetitive di ripicche fra donne. Sullo sfondo tutta una serie di personaggi ed eventi ben poco delineati, giusto quel poco per fare da "motivazione" a questi "dispetti" fra le due protagoniste. Per il resto qualche "musica pulp", masturbazioni e riferimenti sessuali per "spezzare la noia" e tentare forzatamente di rendere "informale" un film in costume.
[+]
Ambientazioni, costumi e fotografia fantastici, davvero, per il resto io l'ho trovato molto noioso. La trama francamente mi è sembrata davvero banale, prevedibile e sostanzialmente monotematica: due ore ripetitive di ripicche fra donne. Sullo sfondo tutta una serie di personaggi ed eventi ben poco delineati, giusto quel poco per fare da "motivazione" a questi "dispetti" fra le due protagoniste. Per il resto qualche "musica pulp", masturbazioni e riferimenti sessuali per "spezzare la noia" e tentare forzatamente di rendere "informale" un film in costume. In questi ultimi particolari mi ha ricordato un tentativo di ispirarsi a The Knick, ma a mio parere siamo lontani. Ovviamente mia semplicissima opinione.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a no_data »
[ - ] lascia un commento a no_data »
|
|
d'accordo? |
|
annalisarco
|
giovedì 6 settembre 2018
|
il potere della manipolazione
|
|
|
|
Alla 75esima Mostra del Cinema di Venezia è stato presentato il nuovo lavoro di Yorgos Lanthimos, "The Favourite", la cui trama si intreccia sullo sfondo della guerra tra Regno Unito e Francia, in un gioco di potere e seduzione alla corte della Regina Anna. Con un cast straordinario, le cui protagoniste principali sono tutte donne, assistiamo ad una lotta per la supremazia e la sopravvivenza di Abigail (Emma Stone), ex dama di corte che ha perduto il proprio status e intenta a riconquistarlo ad ogni costo, e Sarah (Rachel Weisz), prima donna al fianco della Regina Anna (Olivia Colman). Tre cugine, tre donne con un passato troppo pesante alle spalle.
[+]
Alla 75esima Mostra del Cinema di Venezia è stato presentato il nuovo lavoro di Yorgos Lanthimos, "The Favourite", la cui trama si intreccia sullo sfondo della guerra tra Regno Unito e Francia, in un gioco di potere e seduzione alla corte della Regina Anna. Con un cast straordinario, le cui protagoniste principali sono tutte donne, assistiamo ad una lotta per la supremazia e la sopravvivenza di Abigail (Emma Stone), ex dama di corte che ha perduto il proprio status e intenta a riconquistarlo ad ogni costo, e Sarah (Rachel Weisz), prima donna al fianco della Regina Anna (Olivia Colman). Tre cugine, tre donne con un passato troppo pesante alle spalle. Una Regina che si lascia manipolare per ottenere un pó di affetto e attenzione, la cui insicurezza affligge terribilmente le sorti del Paese, lasciato nelle mani ai suoi sbalzi di umore e alla manipolatrice di turno. Sarah lo ha fatto per anni, ha sussurrato all'orecchio di Anna ogni mossa secondo lei opportuna per una buona sorte del conflitto. Abigail, nuova arrivata, ha a cuore solamente sè stessa. In una tempesta di idee e sentimenti, Anna sembra essere in balia di una corrente, senza personalità, una Regina senza potere.
Una bellissima regia di Lanthimos, con focali lunghe per sottolineare i lunghi spazi e la solitudine della vita a Palazzo; assurdità di situazioni e personaggi distorti all'infinito, ma incredibilmente meno delle sue precedenti pellicole. L'immancabile gusto di paragone tra animali ed esseri umani, preda dei loro istinti, delle loro passioni, bestie che agiscono razionalmente e istintivamente, in una meditata ma non molto controllata ascesa al potere. E gli uomini, sono quasi messi da parte, se non confinati ad essere uno strumento nei piani delle due donne. Figure femminili con caratteri maschili, nel loro impugnare la situazione, nell'abilità con le armi, nel cavalcare, nell'essere impavide. La furbizia del regista nel proiettare ogni aspetto magnifico e pericoloso delle donne, fa comprendere come questo film non sarebbe stato possibile con protagonisti maschili: l'astuzia, l'abilità, la seduzione, l'inarrestabilità, la sensibilità. Tutte qualità femminili che, se usate nel modo sbagliato - come in The Favourite - possono essere molto pericolose. Le donne strutturano i loro piani inevitabilmente con il cuore, qualunque sia la situazione da trattare; sono consapevoli del loro potere sugli uomini, del loro fascino, del loro corpo. Gli uomini, davanti ad un problema di stato, quale sia la guerra o l'amministrazione economica, agiranno sempre con la testa, con la preparazione e con la violenza. Questo rende The Favourite un film che non poteva essere realizzato altrimenti, in cui ogni tassello torna al proprio posto minuto dopo minuto. Delizioso, affascinante, elegante nonostante il tema crudo e terribile trattato. Divertente in alcuni momenti, perché inverosimile e assurdo. Lanthimos è stato bravo a non trasformare tutto questo in qualcosa di odiato, a non lasciar fraintendere il suo modo di vedere le donne, a tirar fuori i loro lati più forti, specificando quanto queste doti siano meravigliose, ma solo se usate bene. Abigail e Sarah da non imitare, insomma.
Il film sarà nelle sale cinematografiche americane il 23 Novembre 2018, in quelle italiane il 14 Gennaio 2019.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a annalisarco »
[ - ] lascia un commento a annalisarco »
|
|
d'accordo? |
|
elfoscuro75
|
lunedì 4 febbraio 2019
|
nessuna poesia nella tragedia
|
|
|
|
Un film corrosivo, un cazzotto nello stomaco: in pratica, a mio gusto un capolavoro.
La memoria va a Le relazioni Pericolose, con Glenn Close ma qui il film storico perde patinatura e ci mostra una nobiltà come non mai sporca e cattiva (Per citare il film con Manfredi).
Il linguaggio è moderno come la divisione in capitoli alla Tarantino.
[+]
Un film corrosivo, un cazzotto nello stomaco: in pratica, a mio gusto un capolavoro.
La memoria va a Le relazioni Pericolose, con Glenn Close ma qui il film storico perde patinatura e ci mostra una nobiltà come non mai sporca e cattiva (Per citare il film con Manfredi).
Il linguaggio è moderno come la divisione in capitoli alla Tarantino. Gli arazzi e lo splendore di Palazzo e la splendida fotografia si mescolano a feci, vomito e malattia: Lanthimos ci mostra le viscere del palazzo.
E scene crepuscolari a lume di candela in un sadico e falso balletto di bastardi intenti a strappare una decisione alla persona al contempo più potente e fragile d'europa : la regina Anna, intrappolata in un quotidiano agghiacciante con decisioni da prendere lontane dal suo mondo e prive di significato.
Emma Stone è perfetta nel ruolo: tutte e tre le protagoniste lo sono ma Olivia Colman, cuore pulsante del film é una spanna sopra tutte rendendo magistralmente una donna debole e sola sul trono.
Grandi dialoghi, ottima sceneggiatura, ottimi attori comprimari fra cui un sempre gradito Mark Gatiss (attore e sceneggiatore di sherlock e doctor who) e musiche minimali. Non so se davvero farà il pieno di oscar: mi stupirei; é un grandissimo film ma troppo cattivo per essere di quelli "che fanno il pieno di statuette".
Non c'è Celine Dion a cantare e qui Rose Tyler si caca addosso sulla plancia del Titanic mentre gli orchestrali sono i primi a scappare.
Nessuna poesia nella tragedia
[-]
|
|
[+] lascia un commento a elfoscuro75 »
[ - ] lascia un commento a elfoscuro75 »
|
|
d'accordo? |
|
enzo70
|
domenica 19 aprile 2020
|
una bella storia di amore e potere
|
|
|
|
La storia della regina Anna raccontata da un punto di vista intimistico; i problemi fisici e le fragilità caratteriali inducono la Regina a rimettersi alle decisioni della sua assistente, Lady Sarah, che ha precisi obiettivi politici: favorire la guerra contro la Francia, aumentando la pressione fiscale. Il rapporto tra Lady Sarah e la regina va oltre le apparenze, è fatto di amore e di sesso. Ma l’imprevisto si presenta con l’ingresso della bella Abigail, una bellissima donna che ha perso tutto per le rovine economiche del padre, ma ha il fisico e la mente per riprendersi tutto: e quando ha l’opportunità di entrare in contatto con la regina diventa la favorita e cambia il corso della storia, favorendo la pace con la Francia.
[+]
La storia della regina Anna raccontata da un punto di vista intimistico; i problemi fisici e le fragilità caratteriali inducono la Regina a rimettersi alle decisioni della sua assistente, Lady Sarah, che ha precisi obiettivi politici: favorire la guerra contro la Francia, aumentando la pressione fiscale. Il rapporto tra Lady Sarah e la regina va oltre le apparenze, è fatto di amore e di sesso. Ma l’imprevisto si presenta con l’ingresso della bella Abigail, una bellissima donna che ha perso tutto per le rovine economiche del padre, ma ha il fisico e la mente per riprendersi tutto: e quando ha l’opportunità di entrare in contatto con la regina diventa la favorita e cambia il corso della storia, favorendo la pace con la Francia. E’ un film storico girato da Lantihimos con grande intelligenza, rendendolo estremamente fruibile. I caratteri delle tre donne si scontrano e si sovrappongono per raccontare una storia di amore e potere. Lui la racconta bene, ma viene ben adiuvato da una splendida Emma Stone e dalle ottime Olivia Coleman e Rachel Weisz.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a enzo70 »
[ - ] lascia un commento a enzo70 »
|
|
d'accordo? |
|
robert eroica
|
domenica 27 gennaio 2019
|
relazioni pericolose
|
|
|
|
Alla corte di Anna (Olivia Colman), ultima regina degli Stuart, dalla salute cagionevole e dall’intelletto piuttosto limitato, due donne, la duchessa Sarah Malborough (Rachel Weisz, splendida e conturbante) e la cugina decadute di quest’ultima, Abigail Hill (Emma Stone, meno folgorante che in altre recenti prove) si contendono i favori della sovrana. Chi tra loro due saprà rivestire meglio il ruolo di prima cortigiana ? Il greco Yorgos Lanthimos prende spunto dalla Storia dell’Inghilterra per costruire uno dei suoi ormai proverbiali meccanismi, in cui l’individuo resta stritolato da una logica incontrovertibile, che parrebbe essere sottoposta al libero arbitrio ma che progressivamente si rivela misteriosa e quasi eterodiretta, da un destino beffardo (Alps, The Lobster, Il sacrificio del cervo sacro).
[+]
Alla corte di Anna (Olivia Colman), ultima regina degli Stuart, dalla salute cagionevole e dall’intelletto piuttosto limitato, due donne, la duchessa Sarah Malborough (Rachel Weisz, splendida e conturbante) e la cugina decadute di quest’ultima, Abigail Hill (Emma Stone, meno folgorante che in altre recenti prove) si contendono i favori della sovrana. Chi tra loro due saprà rivestire meglio il ruolo di prima cortigiana ? Il greco Yorgos Lanthimos prende spunto dalla Storia dell’Inghilterra per costruire uno dei suoi ormai proverbiali meccanismi, in cui l’individuo resta stritolato da una logica incontrovertibile, che parrebbe essere sottoposta al libero arbitrio ma che progressivamente si rivela misteriosa e quasi eterodiretta, da un destino beffardo (Alps, The Lobster, Il sacrificio del cervo sacro). La messa in scena, fatta di continui grandangoli (che amplificano gli spazi ed evitano la claustrofobia) e carrellate a schiaffo che isolano i personaggi nel rispettivo punto di vista, ha colpito la giuria all’ultima Mostra del Cinema di Venezia, tanto da indurla a concedere al film un generoso premio. Ma sembra quasi una messa a punto elegante e a tratti stucchevole di un ricamo grottesco che unisce provocazione (la difficile sessualità di tutti i protagonisti) e un gusto ghignante e ludico della vita di corte (le sequenze del tiro al bersaglio) che potrebbe portare facilmente e in breve tempo a saturazione la pazienza dello spettatore. Avrà comunque i suoi sfegatati fan ma non è certamente un film innovativo, anzi.
VOTO: 6
[-]
|
|
[+] lascia un commento a robert eroica »
[ - ] lascia un commento a robert eroica »
|
|
d'accordo? |
|
|