elfoscuro75
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lunedì 4 febbraio 2019
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nessuna poesia nella tragedia
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Un film corrosivo, un cazzotto nello stomaco: in pratica, a mio gusto un capolavoro.
La memoria va a Le relazioni Pericolose, con Glenn Close ma qui il film storico perde patinatura e ci mostra una nobiltà come non mai sporca e cattiva (Per citare il film con Manfredi).
Il linguaggio è moderno come la divisione in capitoli alla Tarantino.
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Un film corrosivo, un cazzotto nello stomaco: in pratica, a mio gusto un capolavoro.
La memoria va a Le relazioni Pericolose, con Glenn Close ma qui il film storico perde patinatura e ci mostra una nobiltà come non mai sporca e cattiva (Per citare il film con Manfredi).
Il linguaggio è moderno come la divisione in capitoli alla Tarantino. Gli arazzi e lo splendore di Palazzo e la splendida fotografia si mescolano a feci, vomito e malattia: Lanthimos ci mostra le viscere del palazzo.
E scene crepuscolari a lume di candela in un sadico e falso balletto di bastardi intenti a strappare una decisione alla persona al contempo più potente e fragile d'europa : la regina Anna, intrappolata in un quotidiano agghiacciante con decisioni da prendere lontane dal suo mondo e prive di significato.
Emma Stone è perfetta nel ruolo: tutte e tre le protagoniste lo sono ma Olivia Colman, cuore pulsante del film é una spanna sopra tutte rendendo magistralmente una donna debole e sola sul trono.
Grandi dialoghi, ottima sceneggiatura, ottimi attori comprimari fra cui un sempre gradito Mark Gatiss (attore e sceneggiatore di sherlock e doctor who) e musiche minimali. Non so se davvero farà il pieno di oscar: mi stupirei; é un grandissimo film ma troppo cattivo per essere di quelli "che fanno il pieno di statuette".
Non c'è Celine Dion a cantare e qui Rose Tyler si caca addosso sulla plancia del Titanic mentre gli orchestrali sono i primi a scappare.
Nessuna poesia nella tragedia
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enzo70
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domenica 19 aprile 2020
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una bella storia di amore e potere
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La storia della regina Anna raccontata da un punto di vista intimistico; i problemi fisici e le fragilità caratteriali inducono la Regina a rimettersi alle decisioni della sua assistente, Lady Sarah, che ha precisi obiettivi politici: favorire la guerra contro la Francia, aumentando la pressione fiscale. Il rapporto tra Lady Sarah e la regina va oltre le apparenze, è fatto di amore e di sesso. Ma l’imprevisto si presenta con l’ingresso della bella Abigail, una bellissima donna che ha perso tutto per le rovine economiche del padre, ma ha il fisico e la mente per riprendersi tutto: e quando ha l’opportunità di entrare in contatto con la regina diventa la favorita e cambia il corso della storia, favorendo la pace con la Francia.
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La storia della regina Anna raccontata da un punto di vista intimistico; i problemi fisici e le fragilità caratteriali inducono la Regina a rimettersi alle decisioni della sua assistente, Lady Sarah, che ha precisi obiettivi politici: favorire la guerra contro la Francia, aumentando la pressione fiscale. Il rapporto tra Lady Sarah e la regina va oltre le apparenze, è fatto di amore e di sesso. Ma l’imprevisto si presenta con l’ingresso della bella Abigail, una bellissima donna che ha perso tutto per le rovine economiche del padre, ma ha il fisico e la mente per riprendersi tutto: e quando ha l’opportunità di entrare in contatto con la regina diventa la favorita e cambia il corso della storia, favorendo la pace con la Francia. E’ un film storico girato da Lantihimos con grande intelligenza, rendendolo estremamente fruibile. I caratteri delle tre donne si scontrano e si sovrappongono per raccontare una storia di amore e potere. Lui la racconta bene, ma viene ben adiuvato da una splendida Emma Stone e dalle ottime Olivia Coleman e Rachel Weisz.
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robert eroica
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domenica 27 gennaio 2019
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relazioni pericolose
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Alla corte di Anna (Olivia Colman), ultima regina degli Stuart, dalla salute cagionevole e dall’intelletto piuttosto limitato, due donne, la duchessa Sarah Malborough (Rachel Weisz, splendida e conturbante) e la cugina decadute di quest’ultima, Abigail Hill (Emma Stone, meno folgorante che in altre recenti prove) si contendono i favori della sovrana. Chi tra loro due saprà rivestire meglio il ruolo di prima cortigiana ? Il greco Yorgos Lanthimos prende spunto dalla Storia dell’Inghilterra per costruire uno dei suoi ormai proverbiali meccanismi, in cui l’individuo resta stritolato da una logica incontrovertibile, che parrebbe essere sottoposta al libero arbitrio ma che progressivamente si rivela misteriosa e quasi eterodiretta, da un destino beffardo (Alps, The Lobster, Il sacrificio del cervo sacro).
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Alla corte di Anna (Olivia Colman), ultima regina degli Stuart, dalla salute cagionevole e dall’intelletto piuttosto limitato, due donne, la duchessa Sarah Malborough (Rachel Weisz, splendida e conturbante) e la cugina decadute di quest’ultima, Abigail Hill (Emma Stone, meno folgorante che in altre recenti prove) si contendono i favori della sovrana. Chi tra loro due saprà rivestire meglio il ruolo di prima cortigiana ? Il greco Yorgos Lanthimos prende spunto dalla Storia dell’Inghilterra per costruire uno dei suoi ormai proverbiali meccanismi, in cui l’individuo resta stritolato da una logica incontrovertibile, che parrebbe essere sottoposta al libero arbitrio ma che progressivamente si rivela misteriosa e quasi eterodiretta, da un destino beffardo (Alps, The Lobster, Il sacrificio del cervo sacro). La messa in scena, fatta di continui grandangoli (che amplificano gli spazi ed evitano la claustrofobia) e carrellate a schiaffo che isolano i personaggi nel rispettivo punto di vista, ha colpito la giuria all’ultima Mostra del Cinema di Venezia, tanto da indurla a concedere al film un generoso premio. Ma sembra quasi una messa a punto elegante e a tratti stucchevole di un ricamo grottesco che unisce provocazione (la difficile sessualità di tutti i protagonisti) e un gusto ghignante e ludico della vita di corte (le sequenze del tiro al bersaglio) che potrebbe portare facilmente e in breve tempo a saturazione la pazienza dello spettatore. Avrà comunque i suoi sfegatati fan ma non è certamente un film innovativo, anzi.
VOTO: 6
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carloalberto
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venerdì 1 febbraio 2019
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lanthimos non rinuncia alla simbologia
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Lo spirito ironico, a volte sarcastico, che trapela dai dialoghi e la vena grottesca, con cui sono raffigurati alcuni personaggi minori, non ingannino. L’iperrealismo della bellissima scenografia è soltanto apparenza. Lanthimos non ha rinunciato alla sua simbologia. La sovrapposizione finale di tre immagini diverse rivela il significato simbolico del film. Dopo Il sacrificio del Cervo Sacro, La favorita è un altro capolavoro di Lanthimos che, ispirato dal Barry Lyndon di Kubrick, dipinge con riprese grandangolari gli interni da fiaba del castello-residenza della regina Anna d’Inghilterra, riproducendo magicamente le atmosfere settecentesche del palazzo reale.
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Lo spirito ironico, a volte sarcastico, che trapela dai dialoghi e la vena grottesca, con cui sono raffigurati alcuni personaggi minori, non ingannino. L’iperrealismo della bellissima scenografia è soltanto apparenza. Lanthimos non ha rinunciato alla sua simbologia. La sovrapposizione finale di tre immagini diverse rivela il significato simbolico del film. Dopo Il sacrificio del Cervo Sacro, La favorita è un altro capolavoro di Lanthimos che, ispirato dal Barry Lyndon di Kubrick, dipinge con riprese grandangolari gli interni da fiaba del castello-residenza della regina Anna d’Inghilterra, riproducendo magicamente le atmosfere settecentesche del palazzo reale. Emma Stone, Rachel Weisz e Olivia Colman interpretano magistralmente uno psicodramma con tre donne a confronto. Due di loro si contendono i favori della terza, la regina, che rappresenta il potere apparente, in realtà eterodiretto da forze fameliche che si muovono dietro le quinte. Anna, regina e madre di 17 figli morti nel grembo o prematuramente, inconsapevole del suo ruolo pubblico, persa nel ricordo dei figli che rivivono per lei nei 17 conigli che le fanno compagnia nella stanza regale, non sa decidere autonomamente, è bisognosa di cure e di attenzioni, è sedotta dall’intelligenza dell’una e dalla sensualità dell’altra, dovrà scegliere e dannandosi farà la scelta sbagliata. Costumi, musica, sceneggiatura, concorrono egualmente nel produrre un film esteticamente perfetto con messaggi subliminali che evocano, per associazione di idee, la vacuità e l’inconsistenza dei simboli del potere, anche contemporaneo e oggi parruccato ed incipriato metaforicamente con chiacchiere e slogan accattivanti per le masse vittime innocenti ed ottuse, come i 17 conigli, che non vedono le anime nere dei burattinai senza tempo, l’interesse economico e la bramosia del potere, impersonati magnificamente nel film, rispettivamente, da Emma Stone e Rachel Weisz. Tre immagini si sovrappongono nel finale, la regina, la favorita, i conigli, a rappresentare simbolicamente i protagonisti eterni dello psicodramma storico dell’umanità: il potere manifesto, gli interessi occulti che lo dirigono, il popolo quale ignaro tenero animale da compagnia o… da macello.
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opidum
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sabato 2 febbraio 2019
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voto 6
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chi mi conosce sa che non amo sto tipo di film e anche sto tipo di regista e quindi ( è umano ) parto sempre prevenuto.
perciò credetemi dare la piena sufficienza a sto film significa che è un capolavoro!
cosa mi è piaciuto : le tre attrici protagoniste. date un oscar a olivia colman che se lo merita.
ho apprezzato molto la sapienza del regista che ha saputo coprire il basso budget sapientemente.
chiaramente il film è stato girato in pochissime location e con poche comparse ma appunto il regista è bravo a mascherare.
cosa non mi è piaciuto : l'uso ossessivo delle musiche che oltretutto al cinema erano sparate fortissime.
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chi mi conosce sa che non amo sto tipo di film e anche sto tipo di regista e quindi ( è umano ) parto sempre prevenuto.
perciò credetemi dare la piena sufficienza a sto film significa che è un capolavoro!
cosa mi è piaciuto : le tre attrici protagoniste. date un oscar a olivia colman che se lo merita.
ho apprezzato molto la sapienza del regista che ha saputo coprire il basso budget sapientemente.
chiaramente il film è stato girato in pochissime location e con poche comparse ma appunto il regista è bravo a mascherare.
cosa non mi è piaciuto : l'uso ossessivo delle musiche che oltretutto al cinema erano sparate fortissime.
la noia di fondo. il flim dura due ore ma me sono sembrate 3.
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fabio
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domenica 27 gennaio 2019
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commedia pessimista in calze di seta
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Una lotta per il potere dove non c'è posto per la pietà. Le bravissime protagoniste danno corpo a questo dramma feroce raccontato con un registro ironico. Ne esce un film godibile e destinato al successo di pubblico. Non c'è la visionarietà del capolavoro, siamo lontani da "the lobster". La società inglese del XII sec. resta sullo sfondo. Tutta l'azione si sviluppa a palazzo: tra capricci e intrighi. Ogni personaggio ha le sue motivazioni, si comprendono bene. I fronti si ribaltano e quella che sembrava la "cattiva" della storia diventa la "buona" e viceversa. Al centro c'è una regina infantile e impotente che oscilla tra ira e gentilezza.
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Una lotta per il potere dove non c'è posto per la pietà. Le bravissime protagoniste danno corpo a questo dramma feroce raccontato con un registro ironico. Ne esce un film godibile e destinato al successo di pubblico. Non c'è la visionarietà del capolavoro, siamo lontani da "the lobster". La società inglese del XII sec. resta sullo sfondo. Tutta l'azione si sviluppa a palazzo: tra capricci e intrighi. Ogni personaggio ha le sue motivazioni, si comprendono bene. I fronti si ribaltano e quella che sembrava la "cattiva" della storia diventa la "buona" e viceversa. Al centro c'è una regina infantile e impotente che oscilla tra ira e gentilezza. I capricci, la solitudine, il dolore.. certamente il personaggio più interessante, vero protagonista della storia.
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inesperto
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lunedì 28 gennaio 2019
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donne...
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Sembra quasi trattarsi di una commedia in costume, considerata l'ironia che avvolge continuamente le vicende. Assistiamo ad una tipica storia di lotta di potere all'interno del palazzo reale inglese. La regina è debole e malata, quindi la dama di compagnia ha ampie prerogative che non esita a sfruttare. Proprio questo ruolo di favorita della sovrana è l'oggetto del contendere di due donne, che nella fattispecie sono anche cugine. La battaglia è senza esclusione di colpi e vedrà vincente la più "affamata" delle due, che non a caso è quella che ha vissuto nei bassifondi prima di arrivare a corte. La scena finale lascia molti dubbi, poichè è lasciata alla pura e semplice interpretazione di chi guarda; in un film che non ha fatto della metafora il suo punto forte, questa scelta diviene, quindi, discutibile.
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Sembra quasi trattarsi di una commedia in costume, considerata l'ironia che avvolge continuamente le vicende. Assistiamo ad una tipica storia di lotta di potere all'interno del palazzo reale inglese. La regina è debole e malata, quindi la dama di compagnia ha ampie prerogative che non esita a sfruttare. Proprio questo ruolo di favorita della sovrana è l'oggetto del contendere di due donne, che nella fattispecie sono anche cugine. La battaglia è senza esclusione di colpi e vedrà vincente la più "affamata" delle due, che non a caso è quella che ha vissuto nei bassifondi prima di arrivare a corte. La scena finale lascia molti dubbi, poichè è lasciata alla pura e semplice interpretazione di chi guarda; in un film che non ha fatto della metafora il suo punto forte, questa scelta diviene, quindi, discutibile. Ad ogni modo, il film è notevole, non a caso ha ricevuto parecchie nomine agli oscar. Vedere recitare Emma Stone è costantemente un piacere. Ruolo insolito per Nicholas Hoult, ma perfettamente riuscito.
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ludwigzaller
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lunedì 28 gennaio 2019
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potenziale capolavoro
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Decenni di ricerche storiche dedicate allo studio della vita quotidiana nei secoli passati sembrano aver dato i frutti sperati da Jacques Le Goff, se in questo film si può mostrare efficacemente la vita di una regina inglese del Settecento, molto più vecchia della sua età, tormentata dalla gotta e dal mal di stomaco, le cui uniche distrazioni sono l'allevamento dei conigli e i rapporti amorosi con ben due donne che se contendono il letto e i favori. Nonostante queste premesse, non si tratta di un film di sesso, di scene erotiche se ne vedono pochissime, e quelle poche sono accennate o risolte in chiave ironica. Ed è sempre un sesso infelice, soddisfazione estemporanea, mai autentico godimento.
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Decenni di ricerche storiche dedicate allo studio della vita quotidiana nei secoli passati sembrano aver dato i frutti sperati da Jacques Le Goff, se in questo film si può mostrare efficacemente la vita di una regina inglese del Settecento, molto più vecchia della sua età, tormentata dalla gotta e dal mal di stomaco, le cui uniche distrazioni sono l'allevamento dei conigli e i rapporti amorosi con ben due donne che se contendono il letto e i favori. Nonostante queste premesse, non si tratta di un film di sesso, di scene erotiche se ne vedono pochissime, e quelle poche sono accennate o risolte in chiave ironica. Ed è sempre un sesso infelice, soddisfazione estemporanea, mai autentico godimento. Il conflitto è incentrato invece esclusivamente sul potere. Se una delle due donne cerca di orientare la politica estera inglese facendo leva sulla regina, allo scopo di aumentare gli investimenti necessari alla guerra con la Francia e di favorire il proprio marito che è un generale, l'altra, una ex domestica di nobili natali, lotta per sé, per riconquistare il ruolo sociale e il prestigio che ha perduto. In un momento della storia del cinema in cui i grandi maestri sono scomparsi o non sono più in cervello, Lanthimos si candida ad un posto di rilievo: dopo The Lobster e The killing of the sacred deer questo è il suo terzo film importante, sorretto da una sceneggiatura originale, nella quale i momenti surreali fanno da contrappeso alla potenziale seriosità di una trama in costume, da tre grandi attrici e da uno occhio cinematografico che riecheggia, senza riprodurla, l'opera settecentesca di Kubrick (pur con un certo abuso, studiato, del grandangolo). Non tutte le promesse sono mantenute, Lanthomos non è Stanley, ma in tempi di vacche magre questo film è un bel vedere e rassicura sul futuro del cinema.
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clanz
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venerdì 1 febbraio 2019
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salvato dal cast
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I giochi di potere tra donne bellissime e seducenti, che sanno come usare le loro armi per ottenere favori, non sono nulla di nuovo. La sceneggiatura vuole essere scandalosa per sembrare innovativa ma in reltà rischia di sembrare forzata; "esagerato" è la parola che mi passa per la testa durante il fim. La trama poco sviluppata e povera di colpi di scena ci permette però di apprezzare ancora di più il talento del cast. La regia immensa di Lanthimos e le performance delle attrici portano il film alla notte degli Oscar con grandi possibilità di riuscire a portane a casa più di uno. Olivia Colman, Emma Stone e Rachel Weisz riescono a catturare l'attenzione dello spettatore anche quando la storia rischia di non riuscirci.
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I giochi di potere tra donne bellissime e seducenti, che sanno come usare le loro armi per ottenere favori, non sono nulla di nuovo. La sceneggiatura vuole essere scandalosa per sembrare innovativa ma in reltà rischia di sembrare forzata; "esagerato" è la parola che mi passa per la testa durante il fim. La trama poco sviluppata e povera di colpi di scena ci permette però di apprezzare ancora di più il talento del cast. La regia immensa di Lanthimos e le performance delle attrici portano il film alla notte degli Oscar con grandi possibilità di riuscire a portane a casa più di uno. Olivia Colman, Emma Stone e Rachel Weisz riescono a catturare l'attenzione dello spettatore anche quando la storia rischia di non riuscirci. La fotografia, i costumi e le scenografie fanno decollare il film e lo portano a giocarsi il premio cinematografico più prestigioso.
Un film tutto sommato godibile ma che non guarderei mai una seconda volta.
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matthew
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domenica 3 febbraio 2019
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film da gustare
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Film elegante e sontuoso nella ricostruzione degli ambienti, con splendidi interni, splendidi costumi, una sceneggiatura brillante e un vivido commento musicale che accompagna con efficacia lo svolgimento dei fatti. Emergono le tre protagoniste: la debole e capricciosa regina e le due dame di corte che se ne contendono i favori. Il contenuto è avvincente, ricco di colpi di scena, con tre attrici straordinarie che delineano con efficacia i loro personaggi, in una visione amara e pessimistica della vita, dove tutto sembra asservito alla superficialità del piacere, alla necessità del sopravvivere e alla ricerca del potere.
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