Anno | 2018 |
Genere | Documentario |
Produzione | Italia |
Durata | 65 minuti |
Regia di | Anna Albertano |
Tag | Da vedere 2018 |
MYmonetro | 3,25 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 9 aprile 2019
A oltre settant'anni di distanza, la Resistenza partigiana è ancora poco conosciuta nelle sue differenziazioni geografiche e di appartenenza.
CONSIGLIATO SÌ
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Il racconto dei venti mesi della guerra che dal settembre del '43 alla Liberazione, i partigiani della VI Divisione Alpina di "Giustizia e Libertà", aderenti agli ideali di Duccio Galimberti, hanno combattuto contro il nazifascismo, del loro profondo legame con la popolazione civile, che sin dall'inizio li ha sostenuti. Viene evidenziata la complessità di quei terribili mesi sotto l'occupazione nazifascista, con il clima di repressione e di terrore, per le rappresaglie, le deportazioni in Germania, le torture, le esecuzioni subite. I partigiani alpini G.L. resistono fino alla fine, prendendo parte alla Liberazione di Torino e alla difesa del territorio durante la ritirata nazista nel maggio del '45.
Se si osserva con attenzione lo scorrere dei titoli di coda si ha la possibilità di verificare quanto sia stato complesso il lavoro di ricerca che Luisa Ceretto ha effettuato per consentire la realizzazione di questo documentario che ha delle caratteristiche del tutto originali.
Anna Albertano ha infatti utilizzato il materiale disponibile (fotografie dei partigiani, dei luoghi, di carte geografiche, di mappe di guerra, documenti originari del comando tedesco e fascista, comunicati del CLN sovrapposti spesso a frammenti di filmati di repertorio.) per realizzare una vera e propria cronistoria dell'attività della VI Divisione Alpina G.L. rapportandola con la repressione messa in atto dalle forze nazifasciste. Non c'è nulla di trionfalistico in questa ricostruzione che vuole riproporre l'accaduto affinché non se ne perda la memoria. George Santayana ha scritto: "Coloro che non ricordano il passato sono condannati a ripeterlo". La situazione socio-politica attuale sembra volersi indirizzare in diversi Paesi del mondo in quella direzione e anche nel nostro non mancano segnali in tal senso. Il ripercorrere le vicende di una divisione di "Giustizia e Libertà" ha anche un'altra funzione. Le Brigate che avevano come segno distintivo un fazzoletto verde erano formate da aderenti al Partito d'Azione e univano attorno a sé uomini e donne professanti un ideale laico e democratico.
C'è chi oggi vuole liquidare la Resistenza, contando sull'oblio e l'ignoranza dei fatti, come opera dei soli 'comunisti'. Non è stato così. La Resistenza non è stata solo 'rossa' e questo documentario ne offre una testimonianza inattaccabile sottolineando come è stato grazie anche al sacrificio di questi uomini e di queste donne se quel bene prezioso che è la libertà venne riconquistato. La Resistenza è stata un patrimonio collettivo e non di parte e come tale va riconosciuto e ricordato.