
L'attrice infila l'abito di una donna consapevole in Gloria Bell di Sebastian Lelio. Dal 7 marzo al cinema.
Essere rossa è già incarnare un personaggio. Specialmente a Hollywood. Un colore che fonda un canone di eleganza e rende per forza diversi.
L'attrice fa del suo essere rossa il centro del suo mistero. Che prepari una torta in The Hours o aspiri una sigaretta in A Single Man, che tiri di coca in Boogie Nights o trattenga una sciarpa come fosse una mano mentre innamora il giardiniere Lontano dal paradiso, il rosso diventa fulcro della messinscena, oscurando le altre forze in campo.
A farne le spese questa volta è l'amante ignavo di John Turturro, oscurato dalla sua incandescenza in Gloria Bell.
L'autore cileno rifà il suo film e offre a Julianne Moore un ruolo che testimonia l'evoluzione della sua immagine: l'attrice approda sulla pista da ballo e infila l'abito di una donna consapevole che avanza in solitudine, senza averne paura.
In occasione dell'uscita al cinema di Gloria Bell (guarda la video recensione), Veronica Bitto legge il testo di Marzia Gandolfi.
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