
L'attrice interpreta in Tito e gli alieni una simpatica e originale wedding planner, innamorata del Professore. Ora su TIMVISION.
di Fabio Secchi Frau
L'attrice e modella francese Clémence Poésy non è nuova ai film per bambini. Dopo aver interpretato la strega Fleur Delacour, bellissima campionessa per l'Accademia di Magia Beauxbatons nella Coppa Tremaghi all'interno della saga di Harry Potter, approda infatti a un altro film per l'infanzia, tra l'altro italiano, con Tito e gli alieni di Paola Randi.
Qui, la Poésy (un cognome che sembra quasi una garanzia di leggerezza e grazia) interpreta Stella, una simpatica wedding planner che organizza matrimoni a tema extraterrestre in una zona non lontana dalla segretissima Area 51, nel deserto del Nevada.
Stella, però, ha un debole per il Professore (interpretato dal nostro Valerio Mastandrea), un apatico scienziato rimasto vedovo che proprio in America sta lavorando a un progetto ufologico del Governo Americano. Entrata a far parte della sua vita come amica e sua autista, riuscirà finalmente a rompere il muro di solitudine che l'uomo ha creato intorno a se stesso quando, da Napoli, arriveranno i due nipotini del professore, Tito e Anita (gli esordienti Luca Esposito e Chiara Stella Riccio), rimasti orfani di entrambi i genitori.
L'attrice offre un'interpretazione gentile, ma molto coraggiosa, muovendosi in questo piccolo titolo fantastico con la stessa disinvoltura e l'estremo equilibrio che abbiamo imparato a conoscere a partire da Harry Potter e il Calice di Fuoco. È quasi comico vederla conversare in un misto di inglese e spagnolo con i due bambini, mentre questi le rispondono in uno strettissimo napoletano. E non si può certo trattenere un sorriso quando la si guarda durante la celebrazione di un matrimonio, con una parrucca argentata in testa (che sembra farla uscire dalla vecchia serie tv britannica Anni Settanta UFO), mentre fissa teneramente il nostro Mastandrea con la testa dentro l'oblò di una lavatrice, così da impersonare uno strano cyborg.
La versatilità della Poésy, insomma, si fa sentire tutta. Non potrebbe essere altrimenti visto come questa delicata presenza cinematografica riesce a passare da produzioni drammatiche inglesi come In Bruges - La coscienza dell'assassino di Martin McDonagh e accanto a Colin Farrell a horror europei come Heartless, approdando poi a film da Oscar come 127 ore del grande Danny Boyle e scivolando romanticamente in un malinconico Mister Morgan.