Adjø Montebello

I loro concerti hanno radunato 30.000 persone, le loro canzoni hanno suscitato parecchie polemiche. Karpe Diem è uno dei gruppi musicali hip hop norvegesi di maggior successo di cui la regista Thea Hvistendahl racconta in Adjø Montebello, girato durante tre concerti, dal 20 al 22 aprile 2017, a Oslo Spektrum.
Non è un documentario, non è un film, non è nemmeno il racconto del tour del gruppo inteso in senso convenzionale. Adjø Montebello è un film-concerto sperimentale ma soprattutto il culmine del percorso di Karpe Diem, costruito album dopo album.

Un viaggio dalla musica al cinema del duo che traduce in immagini il proprio universo di note. Riferimenti, personaggi e icone dei loro sette video musicali ritornano nel film.

Solo il primo giorno sono stati venduti diecimila biglietti. Resta da vedere se il film provocherà lo stesso dibattito che hanno creato le canzoni del gruppo hip hop, accusato di estremismo riguardo alcuni temi caldi come quello dei rifugiati.
Il film combina così scene di concerti, eclettiche esibizioni e folle appassionate con immagini di un mondo surreale ai limiti dell'assurdo. In una sorta di anti-Norvegia, la città di Oslo, per effetto del surriscaldamento, vive un incubo tropicale retto da uno stato di polizia in cui i gendarmi hanno le sembianze dei maiali. È un mondo grottesco e decadente che la regista esplora con estrema naturalezza.
L'universo immaginario non è però esente dalla satira sociale. Thea Hvistendahl rievoca infatti la disputa del 2014 sulla presunta neutralità del primo ministro norvegese Erna Solberg nel conflitto israelo-palestinese. Dunque, oltre al film per i fans, Adjø Montebello sembra l'esempio di come realismo, onirismo e critica sociale possano essere unite in un'opera inedita che osa molto nella sperimentazione. 