ollipop
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venerdì 2 dicembre 2016
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grande tributo all'uomo e al suo essere eroe
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Compendio di tutta la filmografia di Klint : l'uomo e il suo essere eroe contro una ottusa burocrazia dove dinamiche compiuterizzate e fredde simulazioni tentano di infangare quell'unica scelta che presa in soli 35 secondi significhera' la vita per 155 persone.
Essere eroe non protagonista , ma uomo nel senso piu alto della definizione :uomo il cui compito e' svolgere con responsabilita' il lavoro scelto : routine che improvvisamente puo diventare dramma e dove freddezza equilibrio frutto di anni e anni di esperienza faranno la differenza.
ma tanti sono gli eroi anonimi che concorrono a realizzare il " miracolo dell'Hudson: il copilota , le hostess i soccoriritori , i passeggeri stessi : Eastwood coglie la profondita' d
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Compendio di tutta la filmografia di Klint : l'uomo e il suo essere eroe contro una ottusa burocrazia dove dinamiche compiuterizzate e fredde simulazioni tentano di infangare quell'unica scelta che presa in soli 35 secondi significhera' la vita per 155 persone.
Essere eroe non protagonista , ma uomo nel senso piu alto della definizione :uomo il cui compito e' svolgere con responsabilita' il lavoro scelto : routine che improvvisamente puo diventare dramma e dove freddezza equilibrio frutto di anni e anni di esperienza faranno la differenza.
ma tanti sono gli eroi anonimi che concorrono a realizzare il " miracolo dell'Hudson: il copilota , le hostess i soccoriritori , i passeggeri stessi : Eastwood coglie la profondita' del dramma di Sally : capire se quella e' stata la scelta giusta ma soprattutto convincere una commissione di freddi burocrati : la simulazione degli ultimi istanti del volo nei quali il fattore umano fa inevitabilmente la differenza , restituisce quella dignita al comportamento del pilota e lo assurge a eroe incondizionato con le sue debilezze le sue incertezze ma e soprattutto al suo essere uomo
Splendido film , Tom Hanks splendido interprete : Eastwood ancora una volta da un saggio di cosa significa fare cinema : portare nello schermo la grandezza dell'uomo centralita ideativa intorno alla quale tutto ruota : l'uomo di Eastwood e' un eroe sia in guerra ma anche se necesssario, nel quotidiano; messaggio positivo e universale
anche questa e' l'America piena di contraddizioni ma anche ricca di umanita' quella vera
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[+] tentare di fare solo “il meglio che si può”
(di antonio montefalcone)
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zarar
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lunedì 5 dicembre 2016
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i tormenti dell'eroe
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Film interessante, ma sopravvalutato. Il regista Clint Eastwood ricostruisce l’incidente aereo che coinvolse un airbus della US Airways il 15 gennaio 2009, a New York, a causa di un bird strike che mise fuori uso ambedue i motori. In questa circostanza il pilota Chesley Sullenberger, detto Sully, riuscì a compiere con grande sangue freddo e abilità un ammaraggio sul fiume Hudson, senza perdita di vite umane. Celebrato come un eroe, ebbe tuttavia da subire un’inchiesta diretta a chiarire se non vi fosse stato errore umano e in particolare se non sarebbe stato possibile invertire la rotta in tempo per tornare all’aeroporto La Guardia, dal quale l’aereo era appena decollato. Il film si focalizza sul dramma psicologico dell’eroe integro e a posto con la sua coscienza che deve sopportare non solo lo stress post-traumatico di un evento del genere, ma anche il peso del dubbio, mosso da esigenze puramente mercantilistiche, sul suo operato, senza contare l’imperfetta comprensione dei suoi problemi da parte della stessa moglie a cui lui cerca di risparmiare ogni preoccupazione.
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Film interessante, ma sopravvalutato. Il regista Clint Eastwood ricostruisce l’incidente aereo che coinvolse un airbus della US Airways il 15 gennaio 2009, a New York, a causa di un bird strike che mise fuori uso ambedue i motori. In questa circostanza il pilota Chesley Sullenberger, detto Sully, riuscì a compiere con grande sangue freddo e abilità un ammaraggio sul fiume Hudson, senza perdita di vite umane. Celebrato come un eroe, ebbe tuttavia da subire un’inchiesta diretta a chiarire se non vi fosse stato errore umano e in particolare se non sarebbe stato possibile invertire la rotta in tempo per tornare all’aeroporto La Guardia, dal quale l’aereo era appena decollato. Il film si focalizza sul dramma psicologico dell’eroe integro e a posto con la sua coscienza che deve sopportare non solo lo stress post-traumatico di un evento del genere, ma anche il peso del dubbio, mosso da esigenze puramente mercantilistiche, sul suo operato, senza contare l’imperfetta comprensione dei suoi problemi da parte della stessa moglie a cui lui cerca di risparmiare ogni preoccupazione. E’ una tematica già esplorata, anche con molta efficacia, dallo stesso regista. Non direi però che questo sia il suo film migliore nel genere. La ricostruzione dell’incidente – rivissuta in flash back dal protagonista - è di grande impatto, con una serie di effetti in cui il cinema americano è maestro indiscusso. Aggiungerei che è anche istruttiva, per così dire, riuscendo a dare un’idea vivida di che cosa possa succedere in caso di incidente, risultando molto più efficace delle soporifere istruzioni di rito trasmesse sugli aerei. Quella che è deboluccia è la parte psicologica del film. Tom Hanks (Sully) è rigido come un automa (dove si è perso il Tom Hanks degli indimenticabili ‘Philadelphia’, ‘Forrest Gump’, ‘Il miglio verde’?); il confronto – scontro con i funzionari cattivi e insensibili non crea empatia con il personaggio, il suo tormento ci appare esteriorizzato in incubi e footing nevrotico piuttosto che reso in intensità espressiva. Inesistente in tutti i sensi il personaggio della moglie. Infine veramente troppo marcatamente 'happy end' la conclusione, con la conversione, o piuttosto trasfigurazione su due piedi dei cattivi, finalmente messi alle strette da un geniale calcolo del protagonista.
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filippo catani
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mercoledì 14 dicembre 2016
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clint e hanks al massimo della forma
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Dopo essere risucito a portare a termine un incredibile ammaraggio salvando 155 persone, il pilota Sullemberger (Sully) venne messo sotto accusa dall'ente nazionale per la sicurezza dei trasporti.
In novantacinque minuti senza fronzoli, fanfare o bandiere americane al vento, Clint Eastwood racconta con maestria e cura documentaristica un caso che ha fatto il giro del mondo almeno nella sua prima parte. Tutti noi infatti ricordiamo bene le immagini dei telegiornali e rimanemmo sbalorditi dalla bravura, dal sangue freddo di un uomo che nel giro di pochi secondi optò per la manovra più difficile che ci possa essere e salvò tutti i passeggeri e l'equipaggio. Quello che, almeno noi non americani, non sapevamo era il post ammaraggio con l'incredibile e assurdo processo messo in piedi sulla scorsa di alcune simulazioni che evidenziavano la possibilità di poter atterrare in uno degli aereoporti vicini.
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Dopo essere risucito a portare a termine un incredibile ammaraggio salvando 155 persone, il pilota Sullemberger (Sully) venne messo sotto accusa dall'ente nazionale per la sicurezza dei trasporti.
In novantacinque minuti senza fronzoli, fanfare o bandiere americane al vento, Clint Eastwood racconta con maestria e cura documentaristica un caso che ha fatto il giro del mondo almeno nella sua prima parte. Tutti noi infatti ricordiamo bene le immagini dei telegiornali e rimanemmo sbalorditi dalla bravura, dal sangue freddo di un uomo che nel giro di pochi secondi optò per la manovra più difficile che ci possa essere e salvò tutti i passeggeri e l'equipaggio. Quello che, almeno noi non americani, non sapevamo era il post ammaraggio con l'incredibile e assurdo processo messo in piedi sulla scorsa di alcune simulazioni che evidenziavano la possibilità di poter atterrare in uno degli aereoporti vicini. Clint Eastwood, senza calcare mai troppo la mano, rende alla perfezone quanto appena descritto e si concentra sulla figura del pilota Sully improvvisamente travolto non solo da un'ondata incredibile di notorietà ma allo stesso tempo travolto da delle accuse che sembrano minare le sue certezze di veterano dei cieli rischiando di mettere a repentaglio anche gli equilibri familiari. Tom Hanks è straordinario nell'interpretare questo personaggio che è certamente un eroe ma che prima di tutto è un uomo che in pochi secondi e non comodamente seduto a un simulatore ha dovuto prendere una decisione che poteva costare la vita di tutte le persone sull'aereo. Un film semplicemente perfetto di cui spero sentiremo parlare anche per la corsa agli Oscar.
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[+] ottimo film
(di samanta)
[ - ] ottimo film
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nalipa
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sabato 11 febbraio 2017
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clint........
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Quando si dice un nome una garanzia........
Tratto da una vicenda realmente accaduta: il 15 gennaio 2009 a New York il volo 1549 dell'Us Airways con 155 passeggeri, deve fare un atterraggio d'emergenza sul fiume Hdson.
Due minuti dopo il decollo l'impatto con uno stormo di oche danneggia i motori.
Il capitano Chesley (Sully) Sullenberger deve prendere una decisione.
Nonostante Sully riesca nella missione di salvare tutti i passeggeri con l'atterraggio d'emergenza e' preso di mira dalle compagnie di assicurazione aeree.
Ho letto da qualche parte che Hanks e' un collirio di bravura per gli occhi.
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Quando si dice un nome una garanzia........
Tratto da una vicenda realmente accaduta: il 15 gennaio 2009 a New York il volo 1549 dell'Us Airways con 155 passeggeri, deve fare un atterraggio d'emergenza sul fiume Hdson.
Due minuti dopo il decollo l'impatto con uno stormo di oche danneggia i motori.
Il capitano Chesley (Sully) Sullenberger deve prendere una decisione.
Nonostante Sully riesca nella missione di salvare tutti i passeggeri con l'atterraggio d'emergenza e' preso di mira dalle compagnie di assicurazione aeree.
Ho letto da qualche parte che Hanks e' un collirio di bravura per gli occhi....... concordo pienamente........ diretto dalla mano capace e sicura del vecchio (almeno anagragicamente) Clint.
BEL FILM
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great steven
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lunedì 26 agosto 2019
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l'esperienza del pilota giusto al momento pazzesco
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SULLY (USA, 2016) di CLINT EASTWOOD. Con TOM HANKS, AARON ECKHART, LAURA LINNEY, ANNA GUNN, MIKE O'MALLEY, ANN CUSACK, HOLT MCCALLANY, JAMEY SHERIDAN, JERRY FERRARA, SAM HUNTINGTON, MOLLY HAGAN, MAX ADLER
A New York, il 15 gennaio 2009, il volo USAIR-1549 rischia di trasformarsi in tragedia: l’aeroplano si scontra con uno stormo di uccelli sopra l’Hudson, perde la spinta di entrambi i motori e non può atterrare su una pista. Il comandante Chesley Sullenberger, detto Sully, decide dunque un ammarraggio di fortuna direttamente sul fiume: è un’impresa disperata, ma l’incredibile avviene e Sully riesce a salvare la vita a tutti e 155 i passeggeri a bordo del velivolo, i quali vengono poi riportati sulla terraferma dal soccorso navale e subacqueo.
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SULLY (USA, 2016) di CLINT EASTWOOD. Con TOM HANKS, AARON ECKHART, LAURA LINNEY, ANNA GUNN, MIKE O'MALLEY, ANN CUSACK, HOLT MCCALLANY, JAMEY SHERIDAN, JERRY FERRARA, SAM HUNTINGTON, MOLLY HAGAN, MAX ADLER
A New York, il 15 gennaio 2009, il volo USAIR-1549 rischia di trasformarsi in tragedia: l’aeroplano si scontra con uno stormo di uccelli sopra l’Hudson, perde la spinta di entrambi i motori e non può atterrare su una pista. Il comandante Chesley Sullenberger, detto Sully, decide dunque un ammarraggio di fortuna direttamente sul fiume: è un’impresa disperata, ma l’incredibile avviene e Sully riesce a salvare la vita a tutti e 155 i passeggeri a bordo del velivolo, i quali vengono poi riportati sulla terraferma dal soccorso navale e subacqueo. La stampa e i mass media lo osannano subito come l’eroe del momento, eppure i cavilli giudiziari non tardano ad emergere: il comandante e il suo primo ufficiale Jeff Skies avrebbero potuto raggiungere LaGuardia, la prima pista di atterraggio nelle vicinanze, e garantire all’intero equipaggio una salvezza meno rischiosa? Per scoprirlo, i magistrati della metropoli si avvalgono di un eterogeneo team di sperimentatori, ingegneri aeronautici e piloti specializzati al fine di dimostrare che, nonostante la grave situazione, l’ammarraggio era evitabile. Vedendo in pericolo la sua carriera e sapendo minacciata la sua reputazione, Sully, costretto a non vedere la moglie e le figlie perché lontano da casa in attesa dell’udienza definitiva, rimugina perfino di notte sull’incidente che l’ha visto protagonista (e anche salvatore assoluto) ed è tormentato da dubbi e rimorsi, finché, grazie al prezioso aiuto del co-pilota Jeff, suo inseparabile amico, non dimostra al processo che è stato inutile cercare l’errore umano poiché si trattava di un evento senza precedenti in cui hanno giocato a favore della sopravvivenza dei passeggeri l’immensa esperienza del comandante in volo (oltre quarant’anni) e la responsabilità imprescindibile di un fattore sorpresa da gestire nell’arco di soli 208 secondi. Superba raffigurazione audiovisiva di un episodio di cronaca recente in cui, una volta tanto, una catastrofe sfiorata non ha sollevato una bufera che sia poi andata ad autoalimentarsi con richiami alle autorità, incompetenze istituzionali o impazienze burocratiche. Eastwood pare proprio aver agguantato, nel corrente decennio ormai alla sua conclusione, il piglio di fare cinema sulla vita reale: tant’è che, dopo Invictus (basato sui Mondiali di rugby 1995 che videro la Repubblica Sudafricana trionfare, e così consolidare il prestigio politico di Nelson Mandela), J. Edgar (incentrato sulla figura del fondatore dell’FBI), Jersey Boys (a proposito dei Four Seasons, intramontabile quartetto musicale degli anni ’50) e American Sniper (che vede al fulcro della vicenda il tiratore scelto arruolato nei Navy SEAL Chris Kyle), Sully continua alacremente su questa fortunata falsariga restituendo al pubblico l’immagine ben congegnata, ragionata e costruita di un uomo dei nostri tempi artefice di un miracolo che nessuno credeva possibile, ma che ha comunque suscitato da un lato polemiche che hanno dovuto cedere il passo alla realtà dei fatti (incontestabile al di là di ogni previsione) e dall’altro un tripudio di ammirazione verso colui che ha affermato di aver svolto il suo mestiere come ogni giorno. Il regista mostra la sua consueta abilità di narratore del vero dirigendo un T. Hanks in stato di grazia e truccato a dovere per la rassomiglianza al meglio di una formulazione elaborata allo scopo di svellere ogni cifra politica dal racconto per renderlo fruibile a una fetta progressiva di pubblico, nonché autosufficiente dal punto di vista della materia, nel senso che l’opera, a conti fatti, risulta impenetrabile alle interpretazioni più macchinose e resta solo osservabile al pari di uno straordinario biopic che non si pone limiti né forza gli avvenimenti accaduti in quel periodo. D’altro canto, ci si accorge anche d’una sceneggiatura che abbonda di dialoghi significativi umanamente, attenta a confidare in uno spazio non troppo tecnico che permetta agli attori di esprimersi con una recitazione assai realistica in un contesto che fa riferimento alla grandezza. Nella fattispecie, una grandezza di un uomo che può parimenti essere considerato la personificazione dell’eroismo o viceversa un impostore deviante, fino al momento nel quale la prima ipotesi non si verifica in tempi concreti. Accanto ad Hanks, A. Eckhart è un compagno di viaggi, avventure e sofferenze davvero imperdibile, mentre L. Linney (che dialoga con Hanks sempre e solo al telefono) è una moglie fedele che ricorda al marito le sue preoccupazioni riguardo ad una casa da affittare e ai costi domestici da pagare che non potrebbero più essere saldati se il comandante dovesse interrompere i voli. Numerosi pezzi di bravura (la lunga sequenza dell’ammarraggio sull’Hudson lascia letteralmente a bocca aperta per come è coadiuvata alla grande) e qualche chicca (Hanks che corre avvolto nel cappotto nella fredda notte invernale newyorkese).
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deborahm
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mercoledì 28 dicembre 2016
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un’esperienza unica sull’hudson
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Clint Eastwood si è messo nuovamente alla prova con il suo ultimo film Sully; come gran parte dei film del regista statunitense, siamo davanti ad un film che, capolavoro o meno, merita un’attenta visione. Nei panni di attore protagonista troviamo il grande Tom Hanks, nome di spicco nel panorama Hollywoodiano, noto per le sue doti interpretative versatili, che gli consentono di entrare in empatia con qualsiasi personaggio. In particolare, in questo film lo troviamo nei panni del pilota Chesley Sullenberger, eroe dei fatti accaduti sull’Hudson il 15 Gennaio 2009. In linea con tutta la sua filmografia, Eastwood pone la figura del protagonista alla continua ricerca di un equilibrio, una stabilità interiore.
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Clint Eastwood si è messo nuovamente alla prova con il suo ultimo film Sully; come gran parte dei film del regista statunitense, siamo davanti ad un film che, capolavoro o meno, merita un’attenta visione. Nei panni di attore protagonista troviamo il grande Tom Hanks, nome di spicco nel panorama Hollywoodiano, noto per le sue doti interpretative versatili, che gli consentono di entrare in empatia con qualsiasi personaggio. In particolare, in questo film lo troviamo nei panni del pilota Chesley Sullenberger, eroe dei fatti accaduti sull’Hudson il 15 Gennaio 2009. In linea con tutta la sua filmografia, Eastwood pone la figura del protagonista alla continua ricerca di un equilibrio, una stabilità interiore.
“Sully”, così chiamato in modo affettuoso nel corso del film, si ritrova a dover prendere un’ardua decisione al comando dell’US Airways. Pochi minuti dal decollo separeranno Sully, il co-pilota Jeff Skiles (Aaron Eckhart) e tutto l’equipaggio, da un violento “Bird Strike”, termine utilizzato nell’aviazione per definire un impatto con volatili. Entrambi motori dell’aereo sono fuori uso e Sully ha poco tempo per decidere quale, fra le varie manovre di sicurezza, porterebbe in salvo la vita di 155 passeggeri. Il pilota riesce nella sua impresa, scommettendo la vita in un tentativo di ammaraggio sull’affascinante quanto pericoloso fiume Hudson. Nonostante il successo della manovra, Sully si trova a dover dar fronte al National Trasportation Safety Board, mentre sui titoli dei telegiornali non si fa che parlare dell’ “angelo Sully”. Il timore di aver compiuto un errore di valutazione a seguito delle critiche mosse a suo sfavore, costringerà il protagonista ad una fase di tormento, tra incubi e ombre, nel ricordo di quei pochi secondi sospesi tra la vita e la morte. Il comandante è chiamato ad affrontare il giudizio di fronte al quale è posto, non tradendo mai l’attaccamento al proprio lavoro messo a rischio da una prova svolta al simulatore che metterebbe in discussione la sua scelta. Nel film il pilota e il co-pilota non fanno altro che ripetere a loro stessi: “abbiamo solo fatto il nostro lavoro”, e questa frase ci trasmette a pieno la voglia dei protagonisti di compiere al meglio il proprio dovere.
Sully rivive costantemente il volo e l’ammaraggio, immaginando i diversi finali possibili se non avesse seguito il suo istinto e così, difronte le innumerevoli simulazioni e statistiche poste dal National Trasportation Safety Board, lui dimostra come l’unica manovra possibile fosse la sua, mettendo in ballo il carico di responsabilità condivise dal pilota con il co-pilota e l’equipaggio, compiendo così il “miracolo dell’Hudson”. Eastwood mette continuamente in gioco l’umanità, propria dell’uomo, rapportandola alla tecnologia; il fattore umano è ciò che ha portato a quella decisone, ed è un uomo ad aver salvato 155 persone. In Sully, i veri eroi sono coloro che svolgono una vita comune e camminano in mezzo a noi.
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francesco izzo
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lunedì 6 febbraio 2017
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bravo clint! e' proprio così....
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Perché è bello questo film? Perchè dice la verità. Perchè la burocrazia è proprio così, se ne frega dell'uomo e si attacca a quattro regolette per conservare il potere fine a se stesso.Puo' arrivare anche a schiacciarti (vedi il comandante Sully quando dubita addirittura di ciò che ha fatto per salvare i 155 passeggeri); e devi ricordarle tu che siamo uomini, che con le loro quisquile tentano di rovinare l'uomo e ciò che di più bello ha , il coraggio delle decisioni, la passione per il proprio lavoro, il rispetto e l'interesse verso il prossimo,la capacità di conservare i nervi saldi anche quando sono messi a dura prova.
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Perché è bello questo film? Perchè dice la verità. Perchè la burocrazia è proprio così, se ne frega dell'uomo e si attacca a quattro regolette per conservare il potere fine a se stesso.Puo' arrivare anche a schiacciarti (vedi il comandante Sully quando dubita addirittura di ciò che ha fatto per salvare i 155 passeggeri); e devi ricordarle tu che siamo uomini, che con le loro quisquile tentano di rovinare l'uomo e ciò che di più bello ha , il coraggio delle decisioni, la passione per il proprio lavoro, il rispetto e l'interesse verso il prossimo,la capacità di conservare i nervi saldi anche quando sono messi a dura prova.
La gente li riconosce gli eroi, gli uomini veri, quelli che operano per il bene comune nell'affetto per i propri cari e vanno avanti per la loro strada. E nessuna squallida forma di potere riuscirà mai a far cambiare loro idea.
Bravo Clint Eastwood: ancora una volta - nella pluralità dei temi trattati - hai fatto un ottimo film.
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pin''8
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lunedì 20 febbraio 2017
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molto realistico e bello
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Da professionista con 35 anni e 17000 ore di volo in una compagnia di volo di linea posso dire che il film mi è piaciuto molto perchè ha correttamente trattato e trasmesso l'argomento con le immagini. Inoltre tratta una problematica a cui noi siamo da sempre stati interessati e cioè la Sicurezza delle operazioni di volo e il rapporto con la preparazione tecnica e con gli aspetti umani che inevitabilmente si intersecano. Come dice quel proverbio, la fortuna è cieca ma la sfortuna ci vede benissimo. Per Sully, anche se non ne è uscito colpevole, quanto accaduto gli ha spezzato l'esistenza. Ciò che intendo è che tutti i giorni nel nostro lavoro cose simili - spesso meno importanti per fortuna - accadono di continuo, cose che anche se non mettono a repentaglio tutti i giorni la vita di qualcuno, mettendo a continua prova la resistenza psicofisica dei piloti.
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Da professionista con 35 anni e 17000 ore di volo in una compagnia di volo di linea posso dire che il film mi è piaciuto molto perchè ha correttamente trattato e trasmesso l'argomento con le immagini. Inoltre tratta una problematica a cui noi siamo da sempre stati interessati e cioè la Sicurezza delle operazioni di volo e il rapporto con la preparazione tecnica e con gli aspetti umani che inevitabilmente si intersecano. Come dice quel proverbio, la fortuna è cieca ma la sfortuna ci vede benissimo. Per Sully, anche se non ne è uscito colpevole, quanto accaduto gli ha spezzato l'esistenza. Ciò che intendo è che tutti i giorni nel nostro lavoro cose simili - spesso meno importanti per fortuna - accadono di continuo, cose che anche se non mettono a repentaglio tutti i giorni la vita di qualcuno, mettendo a continua prova la resistenza psicofisica dei piloti. Qualche anno fa siamo stati messi alla gogna come fortunati principi dell'aria stra pagati e super riveriti, a fini strumentali propedeutici alla riuscita di lugubri scopi economico-politici. Non è così che siamo tutti i giorni. Il film mostra chiaramente quelle che sono le priorità e necessità di chi ha il dovere di far produrre reddito a un'azienda, anche quando si tratta di trasporto pubblico passeggeri. Nella nostra formazione professionale devono trovar spazio l'impeccabile preparazione tecnica al fianco di condizioni psicologiche di lavoro tali da poter permettere la corretta applicazione delle procedure di emergenza con la serenità ed energia necessarie a gestirle nel momento di maggior tensione. Nel nostro lavoro è tutto è codificato, ciò che è stato definito ragionevolmente possibile. Però nessuno può evitare che succeda di più, qualcosa di "fuori previsione". E' sempre successo e sempre succederà. Qualunque delle procedure ordinarie e straordinarie viene eseguito correttamente, ma personalmente. C'è chi è più "svelto" e chi lo è di meno. Tra le cose che ci si aspetta dal Comandante c'è anche il saper amministrare al meglio le capacità di tutti i membri di equipaggio, anche e soprattutto in caso di emergenza. Sully lo ha fatto, ha fatto la scelta giusta, l'unica veramente possibile, ma non era "codificata". Non ha fatto una pazzia, ha fatto ciò che doveva e si poteva fare in quel momento. Bravo Sully. Bravo Eastwood. Bravi gli attori.
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elgatoloco
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lunedì 17 febbraio 2020
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clint is the best
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Dall'autobiografia di Chesley Sullenberger, detto"Sully", protagonista di un"ammarraggio"nel fiume Hudson a metà gennaio 2009, Clint Easwood trae, sette anni dipo, (2016)questo"Sullly"che sa altenrare con intelligenza registica totale(Clint è anche co-produttore)passato(il momento dell'ammarraggio)e presente(l'inchiesta , in quanto"Suyll", pur osannato dai media e a livello popolare quale eroe, che ha salvato tutti i passeggeri e l'equipaggio, rischiando moltissimo egli stesso, in quanto sceso dall'aereo molto dopo, pur non essendo né giovane né sanissimo), veine interrrogato in quanto avrebbe contravvenuto alle regole del "codice di volo", che non prevede atterraggi di quel tipo-rilevazioni"ipoteriche"che tra l'altro si riveleranno sbagliate, dando infine pineamente ragione a Sylly.
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Dall'autobiografia di Chesley Sullenberger, detto"Sully", protagonista di un"ammarraggio"nel fiume Hudson a metà gennaio 2009, Clint Easwood trae, sette anni dipo, (2016)questo"Sullly"che sa altenrare con intelligenza registica totale(Clint è anche co-produttore)passato(il momento dell'ammarraggio)e presente(l'inchiesta , in quanto"Suyll", pur osannato dai media e a livello popolare quale eroe, che ha salvato tutti i passeggeri e l'equipaggio, rischiando moltissimo egli stesso, in quanto sceso dall'aereo molto dopo, pur non essendo né giovane né sanissimo), veine interrrogato in quanto avrebbe contravvenuto alle regole del "codice di volo", che non prevede atterraggi di quel tipo-rilevazioni"ipoteriche"che tra l'altro si riveleranno sbagliate, dando infine pineamente ragione a Sylly. La bravura di Tom Hanks, in un film in cui tutti/e gli/le interprreti sono di alto livello, giù intuita vari anni, anzi vari decenni fa da Spielberg, è totale, ma anche proprio in quanto si relazione con una direzione sicurissima, che sa precisamente ciò che vuole. Nessuna retorica di tipo eroico, nessuna smanceria sulle"vite salvate"quando invece la consapevolezza, seriamente e veramente"di sentimento"è profondissima , trattando un tema caro a Eastwood da sempre: quello dell'eroe civile non riconosciuto come tale(che fosse il cow-boy che vuole vendicare torti e ingiustizie, l'ispettore di polizia che vuole punire gravi crimini o ancora il protagonista di"Gran Torino"che colpisce chi ha discriminato persone"colpevoli"di avere un altro colore della pella...). Le ultime (nel senso delle più recenti)di Clint ne confermano sia l'altissima qualità registica(anzi di autore a tutto tondo)quanto la qualità di impegno etico, dove le due dimensioni vanno sempre di pari passo, il che non avviene molto di frequente, nel mondo dello spettacolo. El Gato
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dandy
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giovedì 4 febbraio 2021
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il fattore umano...
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Ispirandosi ancora ad una storia vera(la mancata tragedia aerea del 15 gennaio 2009 a New York)Eastwood mette intelligentemente da parte la spettacolarità(molto sobrie e comunque di effetto le scene dell'ammaraggio)per concentrarsi sulla figura di un grande uomo che si trova paradossalmente screditato dalla burocrazia.E attraverso gli avvenimenti mostrati da diversi punti di vista(i protagonisti,il personale di bordo,i passeggeri,la torre di controllo e infine la commissione di inchiesta)fa emergere con forza l'encommiabile determinazione e prontezza di spirito(la decisione di ammaraggio fu presa in poco più di 30 secondi)del protagonista,capace con la sua lunga esperienza di far la differenza e aver reso possibile il "miracolo sull'Hudson" aldilà di regionamenti meccanici,statistiche e ricostruzoni simulate.
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Ispirandosi ancora ad una storia vera(la mancata tragedia aerea del 15 gennaio 2009 a New York)Eastwood mette intelligentemente da parte la spettacolarità(molto sobrie e comunque di effetto le scene dell'ammaraggio)per concentrarsi sulla figura di un grande uomo che si trova paradossalmente screditato dalla burocrazia.E attraverso gli avvenimenti mostrati da diversi punti di vista(i protagonisti,il personale di bordo,i passeggeri,la torre di controllo e infine la commissione di inchiesta)fa emergere con forza l'encommiabile determinazione e prontezza di spirito(la decisione di ammaraggio fu presa in poco più di 30 secondi)del protagonista,capace con la sua lunga esperienza di far la differenza e aver reso possibile il "miracolo sull'Hudson" aldilà di regionamenti meccanici,statistiche e ricostruzoni simulate.Efficace lo stile asciutto e scorrevole(e' uno degli ultimi film del regista più brevi) ed ottimo Hanks,canuto e con baffetti bianchi,nel rendere la fragilità del protagonista dopo l'accaduto e lo spaesamento di fronte all'attenzione riservatagli da tutta l'America,cui Eastwood non risparmia qualche frecciata(le domande impertinenti della giornalista,la grottesca serata da David Letterman).Più superflue le parti riservate alla giovinezza di Sully.Nei titoli di testa si vedono le immagni reali dell'incidente seguite dal raduno del pilota con i 155 passeggeri organizzato dal regista stesso.Da confrontare con "The flight".
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