Titolo originale | Muito romântico |
Anno | 2016 |
Genere | Sperimentale |
Produzione | Germania, Francia |
Durata | 72 minuti |
Regia di | Melissa Dullius, Gustavo Jahn |
Attori | Gustavo Jahn, Melissa Dullius, Gustavo Beck, Kana Chiaki, Aqico Coco Friederike Frerichs, Erik Haegert, Imogen Heath, Marcellvs L., Lilja Löffler, Yuki Mori, Steve Nietz, Deborah S. Phillips, Eckhard Stritzel, Annika Sörling, Nikolaus Tscheschner, Mei Wright. |
MYmonetro | 2,94 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento mercoledì 23 novembre 2016
Il viaggio di una coppia appassionata di cinema che decide di partire e trasferirsi a Berlino. Dove la realtà e la fantasia si intrecciano indissolubilmente.
CONSIGLIATO SÌ
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Questa storia prende le mosse sul mare, per un viaggio che porterà ai limiti dell'eccesso visivo e percettivo due giovani amanti: Melissa e Gustavo. Una nave cargo si perde nel lento ondeggiare di onde oceaniche, nell'esodo che li ha convinti a lasciare il Brasile per trasferirsi in Germania, a Berlino. A fare da contrappunto alle immagini, al loro arrivo, la geografia trasparente della città si mostra attraverso le facciate di edifici diversi. Wedding, Neukölln e Mitte, sono solo alcuni dei quartieri esplorati per trovare un rifugio, fotogramma dopo fotogramma, sulle cifre esatte degli affitti e le bollette del gas.
Girato in 16 mm con una Super8, in 4/3, il film è un dialogo serrato dei giovani con la vita -nuova- dove il cinema è componente fondamentale, quando non addirittura parte integrante. Un immaginario spinto al di là delle riflessioni sulla natura più intima dell'essere umano, che rifiuta il decoupage classico per seguire una narrazione frammentaria, sperimentale, in cui la velocità della pellicola cambia in continuazione e l'illuminazione genera la sensazione surreale e straniante di star osservando un happening pittorico.
Dalla ricerca di un appartamento, alla sperimentazione di tutto ciò che Berlino può offrire, il leitmotiv che percorre l'opera sembra essere il rapporto dei protagonisti col passato, con ricordi psichedelici avvenuti in uno spazio altro, una sorta di cosmo cristallizzato.
Col passare del tempo e delle stagioni si perde totalmente il confine tra la quotidianità dei giovani e il loro rapporto col cinema come mezzo espressivo principe, per esplorare le mille prospettive di un tessuto urbano colorito. Fotografie e sogni si alternano con futuri ipotetici e universi psichedelici.
Seguendo una struttura che predilige la percezione alterata dei protagonisti al lineare susseguirsi degli eventi, Melissa e Gustavo realizzano una specie di biopic fortemente visionario. Follia visiva estrema, che conduce a un finale a sorpresa: una voragine spazio temporale appare tra le crepe della loro stanza, pronta a risucchiarli in una dimensione parallela, in cui passato, presente e futuro coincidono. La fusione tra realtà e finzione, immaginazione e percezione che finisce per rendere le transizioni della coppia un'ossessione. L'unica realtà possibile rimarrà il forte attaccamento dell'uno all'altra e la conseguente paura di perdersi. "La gelosia indebolisce, distrae e distrugge".
Un collage filmico girato in pellicola, in cui sono i silenzi e le pesanti sonorità musicali a parlare più di quanto facciano i protagonisti, intenti a muoversi su aforismi e citazioni.
Il discorso, metacinematografico e simbolista, si gioca sul piano frammentario dell'immagine sgranata, che trascende le leggi fisiche, e si concentra sul rapporto tra memoria e spazio, storia e arte figurativa, desiderio e alienazione.
Seguendo il flusso centripeto che dal mare si chiude fin dentro il loro appartamento, il test di Rorschach sarà tra le ultime immagini che appaiono allo spettatore prima di perdere i protagonisti dietro la silhouette asciutta di un'inquietante luna piena.