lorelai7g
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venerdì 4 marzo 2016
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un capolavoro
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The Revenat.Redivivo un fim di Alejandro Inarritu regista gia conosciuto e accalamato con, 21 Grammi , Babele il piu recente Birdman, quest ultimo vincitore di 4 premi oscar quale miglior film, regia e sceneggiatura.Consciuto quindi gia nei film precedenti per bravura e talento,Inarritu viene consacrato ad Hollywood come uno dei piu grandi registi contemporanei.Ma è in Revenant che il regista raggiunge l'apice del suo indiscusso talento.Tratto da un romanzo di MICHAEL PUNKE ,Revenant, racconta la vera storia di Hugh Glass (Leonardo Di Caprio) un uomo assunto alla guida di una spedizione di cacciatori di pelli, avvenuta nel nord Dakota,Stati Uniti, nel gelido inverno del 1823, insieme a Glass i cacciatori di pelli vengono aggrediti dagli indiani e i pochi uomini sopravvissuti tra cui il figlio adolescente di Glass, cn l aiuto di quest ultimo cercano di far ritorno alla base ma e proprio durante il viaggio di ritorno che GLass viene attaccato e ferito gravemente da una femmina di orso grizzly particolarmente aggressiva in difesa dei cuccioli.
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The Revenat.Redivivo un fim di Alejandro Inarritu regista gia conosciuto e accalamato con, 21 Grammi , Babele il piu recente Birdman, quest ultimo vincitore di 4 premi oscar quale miglior film, regia e sceneggiatura.Consciuto quindi gia nei film precedenti per bravura e talento,Inarritu viene consacrato ad Hollywood come uno dei piu grandi registi contemporanei.Ma è in Revenant che il regista raggiunge l'apice del suo indiscusso talento.Tratto da un romanzo di MICHAEL PUNKE ,Revenant, racconta la vera storia di Hugh Glass (Leonardo Di Caprio) un uomo assunto alla guida di una spedizione di cacciatori di pelli, avvenuta nel nord Dakota,Stati Uniti, nel gelido inverno del 1823, insieme a Glass i cacciatori di pelli vengono aggrediti dagli indiani e i pochi uomini sopravvissuti tra cui il figlio adolescente di Glass, cn l aiuto di quest ultimo cercano di far ritorno alla base ma e proprio durante il viaggio di ritorno che GLass viene attaccato e ferito gravemente da una femmina di orso grizzly particolarmente aggressiva in difesa dei cuccioli.Glass, creduto morto viene abbandonato dai propri compagni e da quel momento dovra sopravvivere da solo contro la maestosa e crudele natura.Questo viaggio viene raccontato nella maniera piu brutale e spettacolare che un regista potesse fare insieme alla, fotografia di lubezki e l uso quasi esclusivodella steadycam e alle musiche toccanti di Sakamoto e Alva Noto.Il virtuosismo del regista viene sviscerato in tutta la sua grandezza in ogni scena partendo dalle lunghe riprese sulle distese di neve alle estensioni di ghiaccio per finire alla magnificenza delle momnagne e per rendere questo possibile oltre alla bravura e alla maestria del regista ,la scelta della location e stata decisiva.,infatti il film viene girato nelle zone piu straordinarie dal punto di vista naturalistico, da Ushuaia nella terra del fuoco dell Argentina, al Canada a Kananaskis Country, un sistema di parchi non lontani da Calgary nel famoso Banff National Park, fino al Montana presso Kootenai Falls. I lunghi piani sequenza realizzati esclusivamente con la luce naturale rendono in pieno la l esigenza del regista di rendere tutto perfetto tenendo presento che il tutto viene ripres con temperature estreme fino a 40 gradi sotto zero tanto che piu volte si sono riscontrate difficolta sia x gli attori nel girare il film sia x le strumenti tecnici.E se lo splendido panorama e uno spettacolo per gli occhi,l intensa interpretazione Di Caprio e uno spettacolo per l 'anima tanto da rende Revenant un capolavoro, infatti senza respiro lasciano le infinite sequenze concentrate solo sul dolore fisico Di Caprio, che in maniera magistrale con la sola espressione del viso riesce a trasmettere tutta l'atroce sofferenza, il dolore e lo strazio e tutto questo sembra peenetrare nell animo dello spettatore come un pugno, i lunghi silenzi del protagonista sembrano necessari e dovuti ,per non rovinare e perdere, con dialoghi superflui, quello che è il supplizio il tormento e l angoscia di un uomo solo contro la natura.La perfezione della sua interpretazione non e lasciata solo alla sua bravura, ma Leonardo Di Caprio si è immerso in questo ruolo totalmente sposando a pieno ogni difficolta, rischiando l'ipotemia per le scene in acqua a temperature estreme, indossando pellicce di alce e di orso, del peso di 45 chili e non di meno si e infilato in una carcassa di un cavallo e per rendere tangilbile l'idea di essere martorizzato dagli animali ha indossato 47 protessi, quindi di caprio ha fatto cio che fino a questo momento solo Al Pacino e De Niro avevano fatto.Catartica la scena della lotta con l 'orso che sebbene girata in digitale rende umana e reale la lotta.Gli innumerevoli premi sono una coferma della riuscita di questo film :tre premi oscar,come miglior regia a Inarritu, miglior attore protagonista a Di Caprio, miglior fotoglrafia a Lubezki, tre Golden Globe come miglior film drammatico, miglio regista a Inarritu e miglior attore in un film drammatico a Di Caprio e cinque premi Bafta Award.Un film capolavoro quindi assolutamente da vedere da amare da soffrire .
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89abeseag
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martedì 1 marzo 2016
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the revenant. sopravvalutato quanto il regista.
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Al film di iñarritu non si può attribuire l aggettivo capolavoro come molti osano. A parer mio sono 3 i pilastri su cui si regge il film: leonardo di caprio, tom hardy e la fotografia di lubezki. La performance del protagonista è eccellente (ma non la sua migliore), lo stesso si può dire di hardy. Lubezki ancora una volta fa notare la sua bravura, da far venire la pelle d'oca. Ma parlando del regista e del film in generale, lento lento lento, trama scontata e la storia forzata. Un inizio con un piano sequenza non necessario. Il film è in parte godibile per le performance e il panorama, ma il resto lo rende un film qualunque. Non darei più di 2 stelle.
[+] che mi tocca sentire
(di giova_raxos85)
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rongiu
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lunedì 29 febbraio 2016
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finalmente... leo!
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ACADEMY AWARD (OSCAR)
Best Performance by an Actor in a Leading Role
28 febbraio 2016
"Grazie molte a tutti.
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ACADEMY AWARD (OSCAR)
Best Performance by an Actor in a Leading Role
28 febbraio 2016
"Grazie molte a tutti. Grazie all'Academy, grazie a voi tutti in questa sala. Mi devo congratulare con gli altri straordinari nominati quest'anno. Revenant è stato il prodotto di sforzi instancabili di un incredibile cast e troupe. Prima di tutto, il mio fratello di questa impresa, Mister Tom Hardy. Tom, il tuo talento sul set può essere superato soltanto dalla tua amicizia fuori dal set, grazie per aver creato una trascendente esperienza cinematografica. Grazie a tutti in Fox e New Regency. Al mio intero team, devo ringraziare tutti fin dall'inizio della mia carriera. Ai miei genitori, neinte di questo sarebbe stato possibile senza di voi. E ai miei amici, che amo profondamente, voi sapete chi siete. Infine, vorrei dire questo: la realizzazione di Revenant è stata una relazione tra l'uomo e la natura del mondo, un mondo che abbiamo tutti percepito nel 2015 come l'anno più caldo della storia. La produzione ha dovuto spostarsi all'estremo Sud per riuscire a trovare la neve. Il cambiamente climatico è reale e sta accadendo ora. È la più urgente minaccia che la nostra specie deve affrontare e dobbiamo lavorare tutti insieme senza procrastinare ulteriormente. Abbiamo bisogno del supporto dei leader mondiali che non devono parlare per conto degli inquinatori, ma per conto dell'umanità, delle popolazioni indigene, dei miliardi e miliardi di persone svantaggiate là fuori che subiranno maggiormente tutto questo, per i figli dei nostri figli e per tutti coloro le cui voci sono state soffocate dall'avidità della politica. Vi ringrazio tutti per questo premio. Non diamo per scontato il nostro pianeta, io non do per scontata questa serata. Grazie infinite."
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gabriella
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martedì 23 febbraio 2016
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dualismo tra uomo e natura
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Ispirato a una storia vera, il film narra dell’esploratore e cacciatore di pelli Hugh Glass che dopo essere stato attaccato da un orso, viene abbandonato dai suoi compagni in fin di vita . Inizia così una vera e propria odissea per l’uomo che , sorretto da un desiderio di vendetta ( gli è stato ucciso il figlio mezzosangue avuto dall’amata e scomparsa moglie indiana), riesce a sfuggire alla morte e decide d’intraprendere un lungo cammino per raggiungere l’accampamento. Solo, in mezzo ai boschi e al freddo intenso, massacrato nel corpo e nello spirito, senza né armi né cibo, la sopravvivenza diventa difficile, quasi impossibile, ma Glass conosce quelle terre aspre e dure , si fonde con la natura, ne diviene parte integrante, solo così sarà in grado di difendersi dalle sue insidie, dai suoi attacchi , dalla sua furia.
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Ispirato a una storia vera, il film narra dell’esploratore e cacciatore di pelli Hugh Glass che dopo essere stato attaccato da un orso, viene abbandonato dai suoi compagni in fin di vita . Inizia così una vera e propria odissea per l’uomo che , sorretto da un desiderio di vendetta ( gli è stato ucciso il figlio mezzosangue avuto dall’amata e scomparsa moglie indiana), riesce a sfuggire alla morte e decide d’intraprendere un lungo cammino per raggiungere l’accampamento. Solo, in mezzo ai boschi e al freddo intenso, massacrato nel corpo e nello spirito, senza né armi né cibo, la sopravvivenza diventa difficile, quasi impossibile, ma Glass conosce quelle terre aspre e dure , si fonde con la natura, ne diviene parte integrante, solo così sarà in grado di difendersi dalle sue insidie, dai suoi attacchi , dalla sua furia. Come l’orsa che lo ha aggredito per proteggere i suoi cuccioli, così lui, per proteggere i suoi affetti e rendere loro giustizia, trova forza nel più selvaggio istinto primordiale, si nutre di carne cruda, si mette al riparo dal gelo dentro la carcassa di un cavallo ( scena ripresa più volte al cinema , “ Dersu Uzula di Kurasawa, o “Rob Roy” di Michael Caton Jones), solamente quei brevi squarci onirici ce lo restituiscono come un essere umano.Leonardo Di Caprio si conferma attore eccellente, considerando poi che deve recitare con il corpo praticamente per tutto il film e che il suo antagonista Tom Hardy ( Fitzgerald) ha molta più fisicità di lui, si deve anche misurare con questo . Inarritu si avvale della fotografia del suo connazionale Emmanuel Lubezk(i già premio oscar per “Gravity” e “Birdman”), che sceglie di realizzare il film con la luce naturale e en plein air. Il risultato è maestoso, immenso, spazi illimitati e una nitidezza potente. Se poi si vuole essere pignoli , l’adesione alla reale vicenda di Hugh Glass è rimaneggiata, in quanto non aveva figli e vendette da portare a termine, l’aggiunta di questi elementi forse gioca a favore del film e dell’impatto emozionale, ma sarebbe stato ugualmente un lavoro ben fatto anche se ne avesse fatto a meno, ovvero la mera sopravvivenza di un uomo in condizioni assai drammatiche. Personalmente mi è piaciuto di più il secondo tempo, anche se molti lo hanno ritenuto noioso e lento, perché è qui che si svela il cuore della storia. Per quanto riguarda la consegna degli oscar, forse glielo danno a Di Caprio quest’anno, anche se lo avrebbe meritato di più in “The wolf of Wall Street”, ma è accaduto anche a Jeremy Irons di vedersi aggiudicare la statuetta con “Il mistero Von Bulow” , quando invece l’avrebbe meritata con “Gli inseparabil”. E’ un film che consiglio perché le immagini riempiono gli occhi e dal punto di vista tecnico c’è poco da obiettare, anche se devo ammettere che sarebbero bastate le due ore, l’aggiunta di altri venti minuti non era necessaria.
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g_andrini
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lunedì 22 febbraio 2016
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in arrivo in ultrahd.
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In Francia dovrebbe arrivare la versione 4k il primo luglio, credo che in Italia non tarderà molto di più. ;)
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zeruel97
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sabato 20 febbraio 2016
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barocco naturale
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dopo il claustrofobico e logorroico birdman inarritu snellisce e e riduce all'osso la sceneggiatura che diventa un aspetto secondario in revenant e lascia spazio al romanticismo dei panorami incontaminati con maestose inquadrature quasi irreali. Canonica l'interpretazione di DiCaprio che rende al meglio la sofferenza e la "pesantezza" del personaggio in lotta contro la natura selvaggia. un film in cui l'estetica ( soprattutto le scenografie) copre e nasconde qualsiasi cosa e ciò ricorda molto quel famoso 2001 di stanley kubrick ambientato centinaia di anni piu tardi. Revenant non racconta il vivere ma il sopravvivere.
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darkovic
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venerdì 19 febbraio 2016
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sforzo estetico
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A me ,sinceramernte , non e' che ha entusiasmato piu' di tanto,Si' ,esteticamente buono,una buona fotografia con degli scenari fantastici e una grande interpretazione di Di Caprio, ma poi ,cosa di piu? dov'e' la storia? Piu' che povera, la sceneggiatura direi sia inesistente .Alla fine mi e' sembrato solo un susseguirsi di grandi sfortunati accadimenti (tutte a lui capitano!)che portano questo cacciatore di pellicce ad inseguire un suo fine ,che e' vendicare la morte del suo povero figlio.Anche come intrinseco valore morale non mi sembra molto positivo.Secondo me ,anche poco credibile la sceneggiatura su qualche parte: perche' il gruppo in fuga verso il forte,deve lasciare due persone ad aspettare che la loro guida ormai morente lasci le quoia? per dagli una sepoltura decente ,va bene, ma mi sembra un po' forzata la cosa.
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A me ,sinceramernte , non e' che ha entusiasmato piu' di tanto,Si' ,esteticamente buono,una buona fotografia con degli scenari fantastici e una grande interpretazione di Di Caprio, ma poi ,cosa di piu? dov'e' la storia? Piu' che povera, la sceneggiatura direi sia inesistente .Alla fine mi e' sembrato solo un susseguirsi di grandi sfortunati accadimenti (tutte a lui capitano!)che portano questo cacciatore di pellicce ad inseguire un suo fine ,che e' vendicare la morte del suo povero figlio.Anche come intrinseco valore morale non mi sembra molto positivo.Secondo me ,anche poco credibile la sceneggiatura su qualche parte: perche' il gruppo in fuga verso il forte,deve lasciare due persone ad aspettare che la loro guida ormai morente lasci le quoia? per dagli una sepoltura decente ,va bene, ma mi sembra un po' forzata la cosa.Poi ,sembrava che sapesse solo lui la strada per arrivare al forte ma alla fine ci sono arrivati tutti anche senza di lui.Direi che non sono questi i filmoni.il regista avra' anche cercato,anche facendo soffrire molto ,si dice ,i suoi attori con lo scopo di mettere in scena un film pieno di realismo e con dei colori naturali e belli,ma secondo me ,molto piu' apprezzabile il suo film Biutiful con il grande Javier Barden,in quel bellissimo film si' che era un realismo molto argomentato e che ti dava un pugno nello stomaco in molte scene.
Forse se la sceneggiatura si sarebbe soffermata un poì di piu sulle parti di argomentazione storica culturale dell'epoca ma sono stati solo accenni in un lungo ,noioso film sulle sventure di un cacciatore di pellicce.Se pur magnificante messo in scena dal bravo Dicaprio( non superlativo come in The wolf of Wall street).
Mi sembra che il regista sia un po' sopravvalutato, e che l'Accademy Awards ormai non sia molto serio ,visto anche la quantita' di statuette dato al film precedente del regista,
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andrea alesci
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mercoledì 17 febbraio 2016
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lo sguardo vindice di un uomo già morto
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Nel respiro di una terra sconfinatamente dura sta il muto grido del redivivo. Ed è un’eco di dolorosa vendetta western quella che ci rimane conficcata come una lama nella carne. La determinata rivalsa in un duello che mai avvenne nella vera storia di Hugo Glass, protagonista del romanzo costruito nel 2002 da Michael Punke e dal quale è tratto il film di Alejandro González Iñarritu. Ma non importa la verità dell’esploratore che guidò la spedizione americana del 1823 negli sconosciuti territori di Montana, North Dakota e South Dakota.
Quel che conta è la verità di una storia trasposta sullo schermo dal regista messicano, il cuore insanguinato di un epico confronto tra l’uomo che è stato ferito (Hugo Glass / Leonardo DiCaprio) e l’uomo che ha tradito (John Ftizgerald / Tom Hardy).
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Nel respiro di una terra sconfinatamente dura sta il muto grido del redivivo. Ed è un’eco di dolorosa vendetta western quella che ci rimane conficcata come una lama nella carne. La determinata rivalsa in un duello che mai avvenne nella vera storia di Hugo Glass, protagonista del romanzo costruito nel 2002 da Michael Punke e dal quale è tratto il film di Alejandro González Iñarritu. Ma non importa la verità dell’esploratore che guidò la spedizione americana del 1823 negli sconosciuti territori di Montana, North Dakota e South Dakota.
Quel che conta è la verità di una storia trasposta sullo schermo dal regista messicano, il cuore insanguinato di un epico confronto tra l’uomo che è stato ferito (Hugo Glass / Leonardo DiCaprio) e l’uomo che ha tradito (John Ftizgerald / Tom Hardy). L’epicedio imbastito da chi non vuol morire come caposaldo di una ferina lotta degli uomini contro gli uomini (nell’uno contro uno, nello scontro di civiltà, nel fratricidio fra tribù indigene) e dell’uomo contro la natura.
Di un uomo che nei bianchi campi lunghi assume i contorni di un fantasma perduto; di un uomo che nel sanguinario agone contro la bestia diventa un corpo dilaniato, un corpo che il nostro sguardo fatica a sostenere mentre Glass lotta per rimanere aggrappato alla vita, mentre è lì con la faccia nel fango e un grizzly da tre quintali che gli frantuma la schiena.
Noi siamo lì con lui, giacché Iñarritu ci fa vivere un’esperienza che raramente si è potuta fare in una sala cinematografica, nemmeno con l’epocale 3D di Avatar. E ogni suo movimento dietro la macchina da presa è misurato, essenziale, ancestrale. Come il respiro che offusca ripetutamente la camera e che sale nel cielo del freddo Ovest per confondersi con le nuvole, pronte ogni volta a disegnare i tempestosi destini degli uomini. Almeno di uno in particolare: di quel Glass quasi ucciso dall’orso e sul quale rimangono a vegliare il figlio meticcio Hawk (Forrest Goodluck), il giovane Bridger (Will Poulter) e l’infido John Fitzgerald, che ammazzerà proprio Hawk davanti agli occhi impotenti del padre.
Così, Glass/DiCaprio giace abbandonato, solo, dimenticato eppure vivo. E deciso ad avere la sua vendetta. Così ha inizio il suo viaggio, e l’opporsi di due visioni della vita: da un parte i doveri, la dedizione, i legami famigliari di Glass; dall’altra l’egoismo, il cinismo, la mera volontà di sopravvivere di Fitzgerald. Ed è anche il nostro viaggio, un viaggio che compiamo sotto un cielo che sembra in perenne movimento, scrutando un orizzonte che pare infinito, nella fredda luce di un paesaggio sapientemente illuminato da Emmanuel Lubezki.
Scortati dal perpetuante gorgoglio dell’acqua che si accoppia col rantolo schiumoso di Hugo Glass, che fluisce ininterrotto coi sognanti bisbigli Pawnee di un amore annientato, che ci abbraccia insieme alle avvolgenti musiche di Alva Noto e Ryuichi Sakamoto, noi procediamo come fossimo corpi nudi tornati alle origini: da nutrire e scaldare. Procediamo nell’immensità di una natura ostile, dentro un film che misura ogni azione sulla bilancia della violenza: quella rancorosa dei locali Arikara contro le altre tribù; quella vergognosa dei francesi sulle donne locali; quella predatoria degli occidentali sulle genti del posto; infine, quella di un’atroce forza che sulla neve del West lascia strisce di sangue intrise di vendetta. La spietata vendetta di un redivivo, che guardandoci ci rimane attaccato alla pelle, come lembi di carne al midollo osseo di un animale svuotato.
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nicola1
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lunedì 15 febbraio 2016
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malick - voce narrante = revenant
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Ho aspettato di vederlo per andare in una sala vuota ed invece a distanza della sua uscita la sala era abbastanza piena. Devo dire che il trailer mi aveva affascinato e avevo altissime aspettative per il film. Pero' ci sono dei “ma”. Il film è bello, di sicuro merita una visione nel bassissimo panorama cinematografico attuale. I punti di forza del film sono la direzione artistica, la fotografia (ovvero la sua mancanza) e naturalmente la regia. Iñarritu ritorna sui piani sequenza e dopo quelli digitali di “Birdman” ha realizzato questi nel miglior “infernale Quinlan-style”, senza nessun trucco artefatto. L’attacco degli indiani all’accampamento è un capolavoro così come l’attacco dell’orsa.
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Ho aspettato di vederlo per andare in una sala vuota ed invece a distanza della sua uscita la sala era abbastanza piena. Devo dire che il trailer mi aveva affascinato e avevo altissime aspettative per il film. Pero' ci sono dei “ma”. Il film è bello, di sicuro merita una visione nel bassissimo panorama cinematografico attuale. I punti di forza del film sono la direzione artistica, la fotografia (ovvero la sua mancanza) e naturalmente la regia. Iñarritu ritorna sui piani sequenza e dopo quelli digitali di “Birdman” ha realizzato questi nel miglior “infernale Quinlan-style”, senza nessun trucco artefatto. L’attacco degli indiani all’accampamento è un capolavoro così come l’attacco dell’orsa. Veniamo ai “ma”. La narrazione. Per la scelta narrativa fatta potrebbe andare bene, con la sua lentezza voluta. Sembra un film di Terrence Malick. La differenza essenziale è che Malick sa che scegliendo questo tipo di narrazione ci vuole qualcosa che tenga desta l’attenzione dello spettatore e in questo caso la voce narrante copre questo dilemma (anche se molti trovano la stessa voce narrante più monotona della lentezza stessa delle immagini) Iñarritu scegli una narrazione più marcatamente autoriale e cosi inciampa in una serie di sequenze ripetitive che appesantiscono di parecchio il film. La storia di per se è abbastanza sfruttata. Sempre di una vendetta trattasi anche se il tema principale sta nel “risorgere” del protagonista. Riguardo alla recitazione credo che sia quella di DiCaprio che quella di Hardy passano in secondo piano. La “vera” protagonista del film è la Natura. E quella mostrata nel film vincerebbe qualunque Oscar. Un altro appunto è la mancata caratterizzazione del personaggio della figlia indiana rapita. A fine film solo per intuizione si capisce il perché DiCaprio non viene ucciso. Un altro punto saliente del film è la musica di Sakamoto & Co. Avvincente a sottolineare scene drammatiche e per la scenografia. Ad ogni modo è un film da vedere e, soprattutto, sul grande schermo.
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