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trinkone
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sabato 23 gennaio 2016
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americanata old style
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Film dalle 1000 aspettative ma delle 990 delusioni.purtroppo trovare dei capolavori o almeno dei bei film negli ultimi anni e cosa rara. Film lentissimo inquadrature belle ma al limite del carosello .film così se ne sono visti a centinaia attori al di sotto delle loro potenzialità, il film peggiore di di caprio e spero non vinca l'oscar. Oltre il senso di già visto nemmeno potenzialmente realistico, buonismo a gogo ma alla fine l'unica cosa che ti esce e' mah.io credo che le recensioni si facciamo più sulla base dei registi o attori che su la pellicola di per se. Ho letto commenti a dir poco espressi x capolavori del cinema ma qui chi avrebbe il coraggio di vedere un polpettone x quasi 3 ore? Discovery channel fa documentari su madre natura di pari livello .
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Film dalle 1000 aspettative ma delle 990 delusioni.purtroppo trovare dei capolavori o almeno dei bei film negli ultimi anni e cosa rara. Film lentissimo inquadrature belle ma al limite del carosello .film così se ne sono visti a centinaia attori al di sotto delle loro potenzialità, il film peggiore di di caprio e spero non vinca l'oscar. Oltre il senso di già visto nemmeno potenzialmente realistico, buonismo a gogo ma alla fine l'unica cosa che ti esce e' mah.io credo che le recensioni si facciamo più sulla base dei registi o attori che su la pellicola di per se. Ho letto commenti a dir poco espressi x capolavori del cinema ma qui chi avrebbe il coraggio di vedere un polpettone x quasi 3 ore? Discovery channel fa documentari su madre natura di pari livello . Voto 5- la fotografia e le musiche non giustificano la visione di una lenta e trita americanata, che in certi film e anche godibile.
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xerox
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venerdì 22 gennaio 2016
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...rossa, don ancilu!....
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Che starebbe per "Troppo grossa, don Angelo!". Mi è riecheggiata questa frase che udivo al cinema da bambino nel mio paesino in Sicilia, quando il film o il protagonista esagerava palesemente qualche situazione... Ricapitolando: Di Caprio viene sbranato da un grizzly, precipita da delle cascate, cade in un precipizio col cavallo, si becca un po' di coltellate varie... et voilà rieccolo sempre in piedi! Tutto questo tra l'altro sempre sottozero... Mancava solo che un meteorite lo beccasse in pieno, e si faceva il pieno. Paesaggi meravigliosi, grande gusto dell'inquadratura, musica di Sakamoto, tutto ok, ma non si può prendere un disgraziato di attore e fargli fare il Wile Coyote che cade dal dirupo e si rialza in piedi, mi dispiace.
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Che starebbe per "Troppo grossa, don Angelo!". Mi è riecheggiata questa frase che udivo al cinema da bambino nel mio paesino in Sicilia, quando il film o il protagonista esagerava palesemente qualche situazione... Ricapitolando: Di Caprio viene sbranato da un grizzly, precipita da delle cascate, cade in un precipizio col cavallo, si becca un po' di coltellate varie... et voilà rieccolo sempre in piedi! Tutto questo tra l'altro sempre sottozero... Mancava solo che un meteorite lo beccasse in pieno, e si faceva il pieno. Paesaggi meravigliosi, grande gusto dell'inquadratura, musica di Sakamoto, tutto ok, ma non si può prendere un disgraziato di attore e fargli fare il Wile Coyote che cade dal dirupo e si rialza in piedi, mi dispiace... A proposito di attore, PER FAVORE DATEGLIELO! Dategli quest'Oscar a Di Caprio che così trova la sua pace, finalmente! Altrimenti nel prossimo film si farà esplodere dentro una centrale nucleare dopo aver sterminato con un coltello un branco di leoni e ucciso Moby Dick con un fuciletto da sub.
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no_data
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venerdì 22 gennaio 2016
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dove sei inarritu?
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Deluso dal film. Forse troppe le aspettative. Il regista mi aveva abituato a film che svelavano grande intelligenza e creatività. Bravo Di Caprio, bella la fotografia, storia logora e roboante come le macchine un corsa. Inarritu, ti prego, torna presto!!
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cinect
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venerdì 22 gennaio 2016
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iñárritu-di caprio: monopolio degli oscar
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...and the winner is: Leonardo Di Caprio! (applausi scroscianti, strette di mano, gente commossa, discorso di ringraziamento più o meno standard ecc ecc). E' questa la scaletta che, da qui a qualche tempo, seguirà la domanda su chi, secondo l'accademy, ha meglio recitato nel ruolo di attore protagonista. Ma forse non è la sola, il film del regista messicano, infatti, dopo aver fatto man bassa di golden globe, si presenta alla cerimonia degli oscar con ben 12 nomination (che non sto qui ad elencare altrimenti facciamo notte). Giù il cappello, veramente. La storia (sceneggiatura non originale tratta dall' omonimo romanzo di [+]
...and the winner is: Leonardo Di Caprio! (applausi scroscianti, strette di mano, gente commossa, discorso di ringraziamento più o meno standard ecc ecc). E' questa la scaletta che, da qui a qualche tempo, seguirà la domanda su chi, secondo l'accademy, ha meglio recitato nel ruolo di attore protagonista. Ma forse non è la sola, il film del regista messicano, infatti, dopo aver fatto man bassa di golden globe, si presenta alla cerimonia degli oscar con ben 12 nomination (che non sto qui ad elencare altrimenti facciamo notte). Giù il cappello, veramente. La storia (sceneggiatura non originale tratta dall' omonimo romanzo di Michael Punke) racconta di un cacciatore di pelli, Hugh Glass, interpretato da Leo, lasciato in fin di vita dai suoi compagni di spedizione, dopo un incontro ravvicinato del 3° tipo con un grizzly, durante il recupero ed il commercio di pelli d'animale (bene di tutto rispetto oggi come allora, '800). Quello che subito salta all'occhio è la maestosità dello scenario, la forza della natura, che già dall'inizio della pellicola impone il suo ruolo all'interno del film. Si perchè, scherzi a parte (mi vien da pensare all'immagine dell'orso premiato con l'oscar che gira sui social), qui madre natura è da registrare fra i componenti principali del cast, aggiungiamo pure che il regista in questione è uno particolarmente avvezzo a riprese "naturali", poco o per nulla artefatte, ecco che il risultato è a dir poco strabiliante. Abbiamo parlato della trama, del regista, di una scenografia (oltre che fotografia) incredibile, del buon Leo (più agguerrito che mai), ma non possiamo esimerci dallo spendere due parole per l'antagonista della pellicola, un certo John Fitzgerald (Tom Hardy, candidato all'oscar come miglior attore non protagonista), compagno di brigata di Hugh, uomo senza scrupoli, guidato unicamente dalla sete di denaro, insomma un tipetto abbastanza raccomandabile. Sarà lui stesso a scatenare la rabbia, la forza e la determinazione con cui Hugh riuscirà a tenersi stretto la propria vita, a scappare da una morte certa (in Italia si sente parlare di mala sanità sempre più frequentemente, lui invece cammina con una frattura scomposta, perde sangue a iosa e si cauterizza le ferite da solo e fanc*** scienza medica) alla ricerca di vendetta. Vi dovrei accennare qualcosa anche sul figlio di Hugh, i flashback dello stesso che lo accompagnano durante il film, ma preferisco invitarvi ad andare al cinema. Il film lo impone, che poi scusate, vi volete perdere il film che regalerà, finalmente, la tanto attesa statuetta a Di Caprio? Munitevi però di un po' di sana pazienza, la durata sfiora le 2h e 30, alcuni trovano il film lento, dipende sempre da che genere di film si è abituati a vedere, qui non si risolve tutto in una scena con colpi d mitraglia o poteri magici, qui la natura deve fare il suo corso...
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gabro81
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venerdì 22 gennaio 2016
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splatter e scontato
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mai visto uno splatter movie cosi elogiato e divinizzato. Splendida fotografia e scenari mozzafiato! Finisce tutto li...Di Caprio straziato nel vero senso del termine, purtroppo trasmette la stessa emozione per 150 minuti interminabili e inutili...Storia scontata...Insomma basta americanate autocelebranti
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sam13
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venerdì 22 gennaio 2016
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maestoso
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Premetto che avevo sentito molto sul film, soprattutto su come era stato girato, interamente all'aperto e con solo luce naturale, in ambiente incontaminato che veniva realmente raggiunto in 3-4 ore dalla troupe. E te ne rendi davvero conto quando lo guardi, crepuscolo e alba che avanzano durante la scena nel silenzio bianco ovattato della neve. Inarritu promosso a pieni voti, come per Birdman vuole portare alla nostra attenzione un film particolare nel suo modo di essere (anche qui il ricorso a lunghi piani sequenza, come nella lotta con l'orso o nella scena dei bisonti), lasciando largo spazio per le riflessioni sull'uomo ed in particolare, in questo caso, sul concetto di bene e male, contrapponendo protagonista ed antagonista non proprio buoni e cattivi in senso assoluto.
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Premetto che avevo sentito molto sul film, soprattutto su come era stato girato, interamente all'aperto e con solo luce naturale, in ambiente incontaminato che veniva realmente raggiunto in 3-4 ore dalla troupe. E te ne rendi davvero conto quando lo guardi, crepuscolo e alba che avanzano durante la scena nel silenzio bianco ovattato della neve. Inarritu promosso a pieni voti, come per Birdman vuole portare alla nostra attenzione un film particolare nel suo modo di essere (anche qui il ricorso a lunghi piani sequenza, come nella lotta con l'orso o nella scena dei bisonti), lasciando largo spazio per le riflessioni sull'uomo ed in particolare, in questo caso, sul concetto di bene e male, contrapponendo protagonista ed antagonista non proprio buoni e cattivi in senso assoluto. Tom Hardy, che a me piace tantissimo, qui impersona l'antagonista, o meglio, il rivale di Di Caprio, un cacciatore che guarda al materiale e all'interesse personale e vive, o meglio "sopravvive" alla giornata. Leo, che, nonostante sia sempre un gradino sopra tutti, qui non sfodera la sua migliore performance verbale, lasciando spazio alla capacità espressiva e gestuale durante quasi tutto il film: un vero camaleonte, quantomeno per il fatto che per calarsi nella parte, tra le altre cose, si è dovuto pappare carne di bisonte, pur essendo vegetariano. A mio parere, non ci sono buoni e cattivi assoluti, ci sono interessi contrapposti, uno spaccato della realta, tante persone, tanti obbiettivi, tanti bisogni diversi che si scontrano e che portano a contrasti, rivalità che sfociano in violenza, dato anche il temperamento caldo degli uomini di quel periodo storico (siamo attorno ai primi del 1800). Come per Birdman, Inarritu ti mette li una cosa strana, rivoluzionaria, bella da vedere e che ti fa pensare, che ti obbliga a contestualizzare nella vita reale. Ultimo plauso al direttore della fotografia, Emmanuel Lubezki, che riesce ovviamente a catturare l'essenza dei paesaggi dove è stato girato il film, regalandoci quasi una cartolina, anzi un documentario su luoghi reali mozzafiato, sicuramente molto più affascinanti delle solite location cittadine in cui sono ambientati il 90% dei film in generale.
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nino pell.
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venerdì 22 gennaio 2016
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ottima la produzione e grande l'intepretazione
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Il regista Gonzales Inarritu con il film "Revenant" ci dimostra un grande talento che riguarda non solo la maestosa bellezza scenografica degli ambienti dove la storia si svolge, ma soprattutto per il grande livello interpretativo dei protagonisti. Un film che pertanto si accosta straordinariamente al Cinema propriamente classico riguardante il genere western e dei territori di frontiera dell'America risalente alla fine del diciannovesimo secolo. Sin dalle prime scene del film, il regista ci proietta in un tipo di ambientazione ostile caratterizzata da uno spietata lotta per l'accaparramento delle pelli e di altro materiale utile per il commercio, intrapresa in maniera cruda e brutale all'interno di una vasta foresta tra un gruppo di soldati e gli indiani della zona.
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Il regista Gonzales Inarritu con il film "Revenant" ci dimostra un grande talento che riguarda non solo la maestosa bellezza scenografica degli ambienti dove la storia si svolge, ma soprattutto per il grande livello interpretativo dei protagonisti. Un film che pertanto si accosta straordinariamente al Cinema propriamente classico riguardante il genere western e dei territori di frontiera dell'America risalente alla fine del diciannovesimo secolo. Sin dalle prime scene del film, il regista ci proietta in un tipo di ambientazione ostile caratterizzata da uno spietata lotta per l'accaparramento delle pelli e di altro materiale utile per il commercio, intrapresa in maniera cruda e brutale all'interno di una vasta foresta tra un gruppo di soldati e gli indiani della zona. Dall'esito dello scontro, saranno pochi i sopravvissuti bianchi a fuggire e portarsi in salvo e tra essi figura il valido combattente Glass, profondo conoscitore del territorio. Le cose si complicano, quando quest'ultimo verrà successivamente attaccato da un grizzly che lo renderà, a causa delle profonde ferite infertegli, quasi incapace di muoversi. Glass sarà assistito da alcuni compagni di viaggio, tra cui un certo Fitgerald che lo tradirà, abbandonandolo quasi immobile a terra al suo destino nel bel mezzo della foresta e uccidendogli anche il figlio di origine indiana. Ma Glass dimostrerà una grande forza d'animo che gli è stata trasmessa dalla tradizione indiana dei Pawnee, essendosi ammogliato in passato con una donna di questa tribù e, aiutato anche dalla sua prestanza fisica, riuscirà a sopravvivere anche al freddo e al gelo. La sua vendetta nei riguardi del compagno traditore sarà terribile. Di questo film dunque bisogna riconoscere un tipo di produzione di grande prestigio per la cura di ogni particolare scenografico e per l'uso intelligente di effetti visivi che donano alla pellicola una certa crudezza realistica di situazioni particolati legate per lo più ai diversi momenti di lotta per la sopravvivenza (tipo ad esempio le scene sullo sventramento di animali o le stesse ferite riportate dal protagonista). Ma bisogna soprattutto puntualizzare la bravura dell'attore Leonardo Di Caprio, capace di trasmettere con grande esperienza recitativa tutta la sofferenza del protagonista nei momenti difficili e i diversi stati d'animo interiori che attraversano, nel corso della pellicola, il personaggio. Credo proprio che il buon Leonardo Di Caprio se l'Oscar come migliore attore non se lo aggiudica per questa interpretazione, non so se in futuro possa vincerlo più. Egli difatti ha proprio dato il meglio di se.
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flyanto
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venerdì 22 gennaio 2016
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la riscossa di un eroe positivo
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L'ultima pellicola di Alejandro Gonzalez Inarritu è un maestoso racconto che richiama i vecchi films western ma con riprese ovviamente più accurate e spettacolari, grazie alle tecniche più innovative.
La storia ruota tutta intorno ad un uomo (un Leonardo DI Caprio fisicamente assai imbarbarito) il quale, dopo essere stato ferocemente attaccato da un orso grizzly, viene abbandonato dai due compagni che erano stati lasciati a vegliare su di lui, nonchè da loro derubato e privato soprattutto del proprio figlio, barbaramente ucciso. Da questo momento egli si adopererà in ogni modo al fine di cercare in qualche modo di rimettersi in forze e riuscire a raggiungere i due assassini e traditori per vendicarsi.
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L'ultima pellicola di Alejandro Gonzalez Inarritu è un maestoso racconto che richiama i vecchi films western ma con riprese ovviamente più accurate e spettacolari, grazie alle tecniche più innovative.
La storia ruota tutta intorno ad un uomo (un Leonardo DI Caprio fisicamente assai imbarbarito) il quale, dopo essere stato ferocemente attaccato da un orso grizzly, viene abbandonato dai due compagni che erano stati lasciati a vegliare su di lui, nonchè da loro derubato e privato soprattutto del proprio figlio, barbaramente ucciso. Da questo momento egli si adopererà in ogni modo al fine di cercare in qualche modo di rimettersi in forze e riuscire a raggiungere i due assassini e traditori per vendicarsi. Dopo moltissime peripezie riuscirà finalmente nel suo intento.
Come si evince da ciò, in pratica il film costituisce l'epopea di un eroe totlamente positivo contro "i cattivi" ed il male in generale, ma al di là della trama, tipica di molti films western, quello che rende molto pregevole questa pellicola sono le scene spettacolari, sia dello sconfinato paesaggio che delle varie azioni, piuttosto crude, dei vari personaggi, nonchè e, forse, soprattutto l'ottima ed efficace interpretazione di Leonardo DI Caprio (peraltro candidato all'Oscar) e di Tom Hardy nella parte del cattivo traditore. Altro non vi è da aggiungere, anche se, sia pure in forma velata, l'intera storia induce lo spettatore a riflettere sulle passate e terribili azioni di violenza e sopruso da parte del popolo dei "bianchi" contro le popolazioni dei nativi d'America. Ma ciò è stato già ampiamente rappresentato e discusso e pertanto non aggiunge anche in questo settore nulla di nuovo.
In conclusione, "The Revenant" è da accettare così com'è, cogliendone tutti i molteplici elementi positivi ed assaporando due ore e mezza circa di buon cinema.
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crisilli
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venerdì 22 gennaio 2016
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stupendo!
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Che dire? Inarritu è un genio! Film intenso e potente anche se con poco dialogo. DiCaprio insuperabile, non avrei immaginato un altro attore al suo posto. Esprime in tutto e per tutto il suo disagio, il suo dolore e al tempo stesso la sua forza e la sua potenza. Anche senza parlare. L'oscar è meritatissimo. Film cruento e violento, ti coinvolge a tal punto da non accorgerti delle due ore e mezzo che volano tra dolore e commozione. Capolavoro.
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assianir
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venerdì 22 gennaio 2016
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mi aspettavo di più
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***SPOILER ALERT***
Devo dire che a parte la fotografia maestosa, a parte l'eccesso di sangue e immagini truci, la storia non mi è sembrata particolarmente plausibile com'è raccontata; avrà anche un fondamento di verità ma il regista ha calcato troppo la mano: il protagonista è attaccato da un orso, in fin di vita e con una gamba rotta, senza cibo, nell'acqua gelata, si getta da un dirupo e guarisce da infezioni e ferite percorrendo 320 km in pieno inverno e in territorio ostile; insomma Rambo in confronto sembra Disney; anche l'attacco degli Arikara al quale sfugge a cavallo è improbabile, invece di sorprenderlo nel sonno lo svegliano e malgrado fosse accerchiato riesce a fuggire a cavallo.
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***SPOILER ALERT***
Devo dire che a parte la fotografia maestosa, a parte l'eccesso di sangue e immagini truci, la storia non mi è sembrata particolarmente plausibile com'è raccontata; avrà anche un fondamento di verità ma il regista ha calcato troppo la mano: il protagonista è attaccato da un orso, in fin di vita e con una gamba rotta, senza cibo, nell'acqua gelata, si getta da un dirupo e guarisce da infezioni e ferite percorrendo 320 km in pieno inverno e in territorio ostile; insomma Rambo in confronto sembra Disney; anche l'attacco degli Arikara al quale sfugge a cavallo è improbabile, invece di sorprenderlo nel sonno lo svegliano e malgrado fosse accerchiato riesce a fuggire a cavallo.
A parte questo la fotografia è spettacolare, i piani sequenza sono innovativi e danno sensazioni inusuali; personalmente mi è sembrato di notare piccole incertezze nei movimenti dei lupi e dell'orso e le concitate fasi dell'attacco iniziale, comprensibili considerando l'uso spinto della CGI;
L'antagonista invece è più credibile e anche coerente e si riscatta alla fine quando in punto di morte, gli dice "Hai fatto tutto questo per vendetta, allora goditela"
Di Iñárritu ho di gran lunga preferito 21 grams e Birdman
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