l'imbecille
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mercoledì 10 febbraio 2016
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vale veramente poco
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Credo che tutte le recensioni positive siano per “devozione” e per fare gli “acculturati”. Il film è decisamente negativo: tra zero e dieci io darei menouno!! E vediamo perché. Inizierei da una parte lontana dal regista, dove lui non ha di certo “colpe”. Il doppiaggio. Qualcuno si chiederà ma che c’entra il doppiaggio?? C’entra, c’entra. La voce di Luca Ward questa volta non mi è sembrata pertinente con il personaggio principale. Scendiamo ora nel concreto. Il costumista. Ma vi sembra coerente con un ambiente così lontano, immerso in mezzo a montagne di neve, con bufere apocalittiche e con un vento polare in un ricovero alla fine del mondo e separati dal mondo, personaggi di primo piano con abiti da “salotto”, con cravatte e giacche da lounge bar? Abiti che poi restano immacolati quasi fino alla fine del film nonostante tutto quello che accade?? A me no.
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Credo che tutte le recensioni positive siano per “devozione” e per fare gli “acculturati”. Il film è decisamente negativo: tra zero e dieci io darei menouno!! E vediamo perché. Inizierei da una parte lontana dal regista, dove lui non ha di certo “colpe”. Il doppiaggio. Qualcuno si chiederà ma che c’entra il doppiaggio?? C’entra, c’entra. La voce di Luca Ward questa volta non mi è sembrata pertinente con il personaggio principale. Scendiamo ora nel concreto. Il costumista. Ma vi sembra coerente con un ambiente così lontano, immerso in mezzo a montagne di neve, con bufere apocalittiche e con un vento polare in un ricovero alla fine del mondo e separati dal mondo, personaggi di primo piano con abiti da “salotto”, con cravatte e giacche da lounge bar? Abiti che poi restano immacolati quasi fino alla fine del film nonostante tutto quello che accade?? A me no. E come tacere sulle luci? Dentro l’emporio non si comprende da dove possa venire la luminosità; e non solo, raffiche di vento che a momenti sfondano porta e pareti di legno e che non toccano minimamente le fiammelle di quelle quattro candele accese e delle lanterne. Si è per caso voluto “risvegliare” lo spettatore con quelle aberranti ed abominevoli nonché gratuite vomitate di sangue a fiume a seguito di quattro dita di caffè avvelenato e non si capisce perché per di più insapore? È stata una fortuna che il “menouno” che io gli attribuisco mi sia stato confortato e confermato dalla platea. Ho visto gente che dormiva, qualcuno se ne è andato a metà film non potendo attendere tutte le due ore e tre quarti, e non pochi giovani che anziché vedere il film “giocavano” con gli smart phones. Sembra comunque del tutto “ridondante” quello a cui i critici si sforzano di aggrapparsi nel citare Agatha Christie, Marilyn Monroe, “Bastardi senza gloria”, e tanti altri fino a coinvolgere gratuitamente financo Lincoln. Last but not least i dialoghi. Sono a tratti soporiferi, prolissi fino all’esasperazione e troppo scontati; s’indugia su pause e luoghi comuni che non aiutano certo a creare e sostenere quella tensione che ci si aspetta dal regista. Ma siamo nel west di Texiana memoria o ad Oxford; un parlare forbito, acculturato, dove nessuno interrompe l’altro e l’altro ancora ascolta senza dire una parola. Ma che western è questo: un’aula accademica?? Non fosse mai che il titolo <<gli odiosi otto>> volesse confrontarsi con <<i magnifici sette>>, no!! Sarebbe solo “blasfemo”.
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jdalco
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mercoledì 10 febbraio 2016
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azzardo ben riuscito
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Mi sono riservato questa pellicola senza nemmeno vedere un trailer, mi sono limitato ad osservare qualche immagine come la locandina di lancio, giusto per avere qualche informazione sugli attori. Non sono un amante dei film di Tarantino, forse a causa della mia ancor giovane età: ho apprezzato negli ultimi anni Django e Bastardi Senza Gloria (sangue, sangue, forse a causa della mia giovane età ?). La prima mezz'ora è stata molto lenta: una lunga introduzione alla parte centrale immersa nella neve e nel vento gelido delle montagne americane. Prime scene in cui vengono presentati i personaggi e con qualche clichè viene fatto presente che tutti hanno i loro segreti e il dubbio inizia ad entrare nella mente di colui che guarda il film.
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Mi sono riservato questa pellicola senza nemmeno vedere un trailer, mi sono limitato ad osservare qualche immagine come la locandina di lancio, giusto per avere qualche informazione sugli attori. Non sono un amante dei film di Tarantino, forse a causa della mia ancor giovane età: ho apprezzato negli ultimi anni Django e Bastardi Senza Gloria (sangue, sangue, forse a causa della mia giovane età ?). La prima mezz'ora è stata molto lenta: una lunga introduzione alla parte centrale immersa nella neve e nel vento gelido delle montagne americane. Prime scene in cui vengono presentati i personaggi e con qualche clichè viene fatto presente che tutti hanno i loro segreti e il dubbio inizia ad entrare nella mente di colui che guarda il film. E' proprio ascoltando le storie dei primi personaggi che mi sono accorto che il film si sarebbe trasformato in un grande Cluedo all'interno dello spazio ristretto di una bottega. Il mio primo pensiero è stato Assassinio sull'Orient Express: gli ambienti claustrofobici e l'analisi dei personaggi mi hanno portato a questa conclusione. La presenza del sangue caratterizzante le ultime pellicole di Tarantino citate è stata un interrogativo nella prima parte del film ma l'incognita si è risolta (AMPIAMENTE) negli ultimi segmenti della pellicola. In definitiva, ho apprezzato molto questo film: l'inizio molto lento, seppur necessario ad inserire i personaggi in un contesto, è reso piacevole dalle riprese, che, senza esagerare, mi sono rimaste impresse. Ricordo con piacere le montagne innevate e i cavalli della diligenza. La colonna sonora di Ennio Morricone si inserisce bene nel film, dando un tocco disturbante e maligno oltre che western al punto giusto; anch'essa, inoltre, contribuisce a rendere la prima parte meno noiosa. Riguardo alle vicende nella bottega, mi limito a dire che i dialoghi sono ben riusciti; una nota di merito va sicuramente a Samuel L. Jackson, ormai coinquilino di Taratino, a Tim Roth e Walton Goggins, di gran lunga il mio preferito. Ultima citazione particolare ai loro doppiatori italiani: a dir poco sublimi, in particolare nel caso di Goggins.
Pellicola variegata e consigliata!
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contrammiraglio
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mercoledì 10 febbraio 2016
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benino
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Certo siamo lontanucci da Le iene e Pulp fiction, il buon Quentin si autocita e, a mio avviso, cita parecchio il buon Carpenter de La cosa (la tormenta di neve che isola, le vie segnate con le cime, la stessa musica a tratti), però di sicuro non annoia (a parte l'infine noiosa e dilungheggiante provocazione a sfondo sessuale del "negro" all'ex generale sudista) e quindi sì: resta un buon film da vedere!
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filippo catani
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mercoledì 10 febbraio 2016
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promosso con riserve
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Alcuni personaggi si ritrovano a dover passare la notte in una locanda per far fronte al passaggio di una tempesta di neve. I soggetti in questione sono tutti legati tra loro e la miscela sarà esplosiva.
Forse perchè caricato di grandissime aspettative, l'ottavo film di Tarantino finisce per deludere almeno parzialmente. Partiamo proprio da quì; l'introduzione è decisamente prolissa e va benissimo presentare degnamente tutti i personaggi ma la prima ora e mezzo passa tra gli sbadigli se non fosse per qualche discreto dialogo e un paio di battute messe in bocca a Jackson. Ecco al primo colpo di pistola l'atmosfera si rianima e il film finalmente decolla.
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Alcuni personaggi si ritrovano a dover passare la notte in una locanda per far fronte al passaggio di una tempesta di neve. I soggetti in questione sono tutti legati tra loro e la miscela sarà esplosiva.
Forse perchè caricato di grandissime aspettative, l'ottavo film di Tarantino finisce per deludere almeno parzialmente. Partiamo proprio da quì; l'introduzione è decisamente prolissa e va benissimo presentare degnamente tutti i personaggi ma la prima ora e mezzo passa tra gli sbadigli se non fosse per qualche discreto dialogo e un paio di battute messe in bocca a Jackson. Ecco al primo colpo di pistola l'atmosfera si rianima e il film finalmente decolla. Le ambientazioni sono suggestive e gli attori sono bravissimi così come inconfondibile resta lo stile di Tarantino. Per quanto concerne le musiche di Morricone sono belle ma lontane dalle magnifiche composizioni passate per i film di Leone piuttosto che Mission. Un plauso particolare va alla Leigh che interpreta una parte dura. Insomma dopo due capolavori quali Bastardi senza gloria e Django, Tarantino pare tirare un po' il fiato realizzando un film sui generis con alcune godibilissime battute politicamente non corrette che chiamano in causa anche l'attualità. Promosso con riserve.
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flyanto
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mercoledì 10 febbraio 2016
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otto di cui nessuno si salva
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Che il cinema di Quentin Tarantino sia alquanto originale e tenda, volente o nolente, a stupire il pubblico nelle sale cinematografiche, è risaputo, ma con "The Hateful Eight" , l'ultima sua opera, egli tocca l'apice (o quasi?!?) dell'eccesso e dello stupore.
La vicenda, collocata nel secolo scorso ed ambientata nelle sconfinate terre dello Wyoming, ruota tutta intorno ad otto personaggi i quali, poichè si sta scatenando una grossa tormenta di neve, devono riparare ad ogni costo presso una sorta di emporio gestito da una donna di colore, rimanendovi bloccati per un'intera notte. Da qui, tra loro si scatena una serie di discussioni e soprattutto di sospetti in quanto si intuisce che molti mentono sulla propria reale identità e sullo scopo per cui essi si trovano in quel luogo, Spicca su tutti il boia (Kurt Russell) che deve condurre all'esecuzione la prostituta assassina (Jennifer Jason Leigh) ed il cacciatore di taglie (Samuel L.
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Che il cinema di Quentin Tarantino sia alquanto originale e tenda, volente o nolente, a stupire il pubblico nelle sale cinematografiche, è risaputo, ma con "The Hateful Eight" , l'ultima sua opera, egli tocca l'apice (o quasi?!?) dell'eccesso e dello stupore.
La vicenda, collocata nel secolo scorso ed ambientata nelle sconfinate terre dello Wyoming, ruota tutta intorno ad otto personaggi i quali, poichè si sta scatenando una grossa tormenta di neve, devono riparare ad ogni costo presso una sorta di emporio gestito da una donna di colore, rimanendovi bloccati per un'intera notte. Da qui, tra loro si scatena una serie di discussioni e soprattutto di sospetti in quanto si intuisce che molti mentono sulla propria reale identità e sullo scopo per cui essi si trovano in quel luogo, Spicca su tutti il boia (Kurt Russell) che deve condurre all'esecuzione la prostituta assassina (Jennifer Jason Leigh) ed il cacciatore di taglie (Samuel L. Jackson).che cercano in tutti i modi di portare a buon fine la propria missione. In un crescendo sempre più violento concernente i rapporti instaurati tra i componenti, si giunge finalmente alla reale motivazione per cui gli otto personaggi si trovano lì riuniti terminando ognuno la propria esistenza in uno scontro a fuoco carico di violenza e determinante per le loro esistenze.
Tarantino, come si evince dalla trama, ripropone dopo "Django Unchained" il genere western a lui tanto caro e, rifacendosi ai suoi modelli di sempre ed a lui tanto cari (Sergio Leone, Sergio Corbucci, ecc..) costruisce un film all'insegna di tutti gli elementi tipici del suddetto genere. Pertanto, collocando la vicenda in spettacolari e sconfinati paesaggi, ma quanto mai selvaggi a causa di una natura ostile e violenta, presenta gli otto personaggi facendo loro incarnare i classici ruoli di quelli, appunto, del genere western (lo sceriffo, il boia, l'ex combattente, la donna dalla cattiva reputazione, il bandito, ecc...). manca in realtà il personaggio buono, quello, cioè, che costituisce di solito l' eroe positivo della storia, ma per Tarantino nessuno si salva per ciò che concerne l'umanità e, come anche in tutte le sue opere precedenti, dona ai propri personaggi una degna fine dando ovviamente libero sfogo alla propria fantasia e predilezione e consegnando allo spettatore scene di estrema violenza, che, comunque, per quanto crude, in realtà sortiscono un effetto quasi comico in quanto assurde ed esagerate. Ma, Tarantino è così e chi apprezza il suo modo di fare cinema deve saperlo ed essere preparato a tale tipo di immagini. Sicuramente in questa sua ultima fatica egli ha abbondantemente esagerato e senza alcun dubbio, nel suo complesso, il film purtroppo risulta inferiore a, per esempio, "Django Unchained" e ad altri cuoi capolavori ("Pulp Fiction", "Le Iene", ecc..) ma quello che qui si apprezza maggiormente è la sua fantasia, la sua capacità di presentare dettagliatamente e perfettamente (anche a livello tecnico riproponendo i 70 mm ormai tralasciati dal cinema contemporaneo) l'ambiente western, di creare dialoghi crudi ed ironici allo stesso tempo per cui varrebbe quasi la pena di ascoltarli in lingua originale dal momento che tradotti in italiano già funzionano e risultano di per sè molto efficaci ed esilaranti. Bravi, inoltre, tutti gli attori che costituiscono coloro a cui lui ricorre più o meno costantemente nelle sue pellicole, con una menzione però particolare per Samuel L. Jackson che, come in "Pulp Fiction" non si esimia anche qui di "recitare" sermoni all'insegna della morale e della Giustizia Divina.
Consigliabile ma solo per gli appassionati di Quentin Tarantino.
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mara65
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mercoledì 10 febbraio 2016
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abraham lincoln
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Partiamo dalla fine.
In tutto il film vagheggia la storia della lettera inviata dal Presidente degli Stati Uniti, Abramo Lincoln al maggiore Warren. Verità o bugia inventata da lui stesso per darsi un po' di rispetto, in un mondo dove ancora i negri sono considerati esseri inferiori? La lettera viene mostrata, ma mai letta. Lo farà in punto di morte lo sceriffo designato (sarà vero?) per il paese di Red Rock. La leggerà e solo lì scopriremo che si tratta di una lettera autentica, che incoraggia Warren a proseguira la sua lotta per la giustizia e per l'uguaglianza dei popoli.
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Partiamo dalla fine.
In tutto il film vagheggia la storia della lettera inviata dal Presidente degli Stati Uniti, Abramo Lincoln al maggiore Warren. Verità o bugia inventata da lui stesso per darsi un po' di rispetto, in un mondo dove ancora i negri sono considerati esseri inferiori? La lettera viene mostrata, ma mai letta. Lo farà in punto di morte lo sceriffo designato (sarà vero?) per il paese di Red Rock. La leggerà e solo lì scopriremo che si tratta di una lettera autentica, che incoraggia Warren a proseguira la sua lotta per la giustizia e per l'uguaglianza dei popoli. Un messaggio molto chiaro quello di Tarantino, contro ogni discriminazione e razzismo. Una volta letta la lettera, la accortoccierà e la butterà in terra. Ora, quella lettera così importante e da sempre custodita gelosamente da Warren, non serve più. Entrambi stanno morendo dissanguati, all'interno dell'emporio di Minni. Un emporio in cui tutti sono morti. Nessun superstite.
L'8° film di Tarantino lascia ancora una volta il segno, non tanto per il 70mm, trovata più che altro pubblicitaria, quanto per la stupenda sceneggiatura ricca di dialoghi che spiazzano in più occasioni lo spettatore. C'è una spiegazione a tutto, tutto viene annodato in un unico grande centro, che in quegli anni (ma anche oggi) pone il denaro alla base di ogni scelta di vita. Questa volta oltre al denaro c'è un sentimento legittimo, quello di un fratello che vuole salvare dalla forca la propria sorella.
Bellissime le atmosfere ricreate e ricercate della bufera di neve che scandisce e detta ogni scelta dei banditi e dei boia. Il film si apre con la bufera di neve e si chiude con la bufera che continua ancora a soffiare di notte all'esterno dell' emporio di Minni, tomba, sepolcro degli otto protagonisti, di Minni e dei suoi aiutanti.
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mikevigo
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mercoledì 10 febbraio 2016
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permettetemi di dire la mia..
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Parlando di questo film con amici mi sono trovato tra opinioni contrastanti, ma tendenti al negativo, ho dato loro questa risposta e visto l'effetto avuto beh.. permettetemi di dire la mia (senza nessuna pretesa =) ;) ).
La prima critica riguardava i colpi di scena, beh è vero.. dire che c'è n'erano, sarebbe troppo, ma che diamine signori miei, anche se s'ipotizzava la morte fin dall'inizio di tutti.. si ipotizzava proprio quella! Non la trama! Non mi direte che fin dall'inizio si sapeva che c'era un compare e che sarebbe andato a provare a salvare la "sudicia sgualdrina" propio li? All'inizio del film si poteva addirittura pensare (visto anche il trailer) che l'attenzione non era per niente sulla "condannata donna dai facili costumi", ma solo sugli uomini.
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Parlando di questo film con amici mi sono trovato tra opinioni contrastanti, ma tendenti al negativo, ho dato loro questa risposta e visto l'effetto avuto beh.. permettetemi di dire la mia (senza nessuna pretesa =) ;) ).
La prima critica riguardava i colpi di scena, beh è vero.. dire che c'è n'erano, sarebbe troppo, ma che diamine signori miei, anche se s'ipotizzava la morte fin dall'inizio di tutti.. si ipotizzava proprio quella! Non la trama! Non mi direte che fin dall'inizio si sapeva che c'era un compare e che sarebbe andato a provare a salvare la "sudicia sgualdrina" propio li? All'inizio del film si poteva addirittura pensare (visto anche il trailer) che l'attenzione non era per niente sulla "condannata donna dai facili costumi", ma solo sugli uomini.
Inoltre, all'inizio si poteva anche pensare di vederla questa "cavolaccio di accidenti" di RedRock, solo dopo quando è chiaro che come in un teatro tutto si sta svolgendo nella casa, si intuisce che così sarà e che un compare c'è e in tutto ciò finché, successivamente, non si dice esplicitamente non era ovvio fossero un intera banda di bandidos, no?
E poi.. ladies and gentlemens, quale pubblicità ha mai così tanto insistito su un numero? L'8, che in continuazione ci veniva sottolineato, addirittura "Gli odiosi otto" grande come una cosa e poi? E POI SALTA FUORI CHE C'è UN NONO CACCHIO! e permettetemelo... salta fuori sparando alle palle di Samuel Fottuto Lee Jackson?! da sotto la casa?? che neanche si era pensato che quella casa avesse un "sotto"? haha impagabile!
Insomma, per me, non era tutto così scontato da dire che "lo sapevo".
Inoltre, il fatto che si sapeva fin dall'inizio che morivano tutti io lo trovo più un punto a favore che contro, perché? Perché è quello che ha reso grande e immortale questo genere di film: Il Western.
La bellezza (a volte distruttiva per chi guarda, perché lentissima nel suo scorrere) di quei film era propio sapere il finale, sapere che si sarebbe concluso tutto con un ultimo feroce e finale atto tra buoni e cattivi!.. e l'eroe vinceva!
Quest'aspetto era noto e rendeva forse ancora più bella l'attesa, spasmodica e lentissima del finale, essenza stessa dell'apoteosi conclusiva che si pregustava, ma che non arrivava, che ad ogni interminabile dialogo ti faceva fremere per vederla, ma che allo stesso tempo ti permetteva di immedesimarti totalmente nei personaggi, conoscendoli e dandogli una grande profondità, perché ognuno alla fine rappresentava esattamente qualcosa per te, un personaggio ben definito in quell'universo classico che è il vecchio west, e apportava un piccolo plus d'immaginazione del mondo che era il film. Ho provato la stessa cosa vedendo ieri il questo film.
Sono d'accordo con l'affermazione che a volte è solo una questione di gusti, ma spero di avervi trasmesso un po' della magia che questo tarantiniano film mi ha trasmesso, nonostante non si stia parlando Clint Eastwood o di Charles Bronson nei tempi d'oro, ma di un tarantiniano film appunto, che a modo suo ha riproposto qualcosa aggiungendo molto del suo, cose anche che minimamente avevo percepito, come l'inclinazione politica trovata in alcuni recensioni lette qua e la.
Un saluto e buona sera ladies e gentlemen, grazie per l'attenzione dedicata a questo nostalgico fan dei western di una volta, che se non si era capito non sono solo delle pietre miliari del cinema, ma soprattutto dei miei ricordi.
Un abbraccio freddo come quel diavolo di freddo di quel diavolo di Wyoming! =)
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icilio
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martedì 9 febbraio 2016
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8 barili di sangue filmati bene
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Quando guardi un film di Tarantino devi preventivare quei pochi ettolitri di sangue che scorrono fotogramma dopo fotogramma, sparo dopo sparo, cazzotto dopo cazzotto.
Forse Quentin ha paura che ti addormenti. E infatti il film può durare ore che non ti annoi. Il ritmo, la suspence e i botti sono talmente ben gestiti che di sembra di assistere ad un concerto di heavy metal. La musica di Morricone ci sta da Dio, ottimo fidanzamento. Jennifer Jason Leigh mi ricorda Linda Blair nell'esorcista, indistruttibile.
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lollo-brigida
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martedì 9 febbraio 2016
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70 mm rovinato dal proiezionista
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È stato detto tutto del film nei precedenti commenti, per questo io vorrei partire da un fatto spiacevole. Il film in 70 mm è stato proiettato in maniera disgustosa. Sullo schermo cinemascope è stato proiettato in sedici noni, non a schermo intero quindi, ma con le bande nere laterali. A questa proiezione inoltre si devono togliere le bande nere sopra e sotto del letterbox. Quindi il film aveva le bande in tutti e quattro i lati. In definitiva la pozione di spazio che occupava la proiezione era solo un riquadro, in mezzo allo schermo. A questo si aggiunge una luminosità molto bassa e per finire una definizione ugualmente molto bassa. In conclusione, sembrava di stare a vedere uno di quei cortometraggi amatoriali che si proiettano nelle rassegne per ragazzi.
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È stato detto tutto del film nei precedenti commenti, per questo io vorrei partire da un fatto spiacevole. Il film in 70 mm è stato proiettato in maniera disgustosa. Sullo schermo cinemascope è stato proiettato in sedici noni, non a schermo intero quindi, ma con le bande nere laterali. A questa proiezione inoltre si devono togliere le bande nere sopra e sotto del letterbox. Quindi il film aveva le bande in tutti e quattro i lati. In definitiva la pozione di spazio che occupava la proiezione era solo un riquadro, in mezzo allo schermo. A questo si aggiunge una luminosità molto bassa e per finire una definizione ugualmente molto bassa. In conclusione, sembrava di stare a vedere uno di quei cortometraggi amatoriali che si proiettano nelle rassegne per ragazzi. Purtroppo questo ha rovinato tutto l’effetto voluto da Tarantino del 70 millimetri. Io non so se questo è dovuto dall’incapacità del cinema oppure se il problema si è presentato in altri cinema.
Parlando del film, colpisce l’ottima sceneggiatura a scatole cinesi che si dipana via via in un intersecarsi di storie, splendidamente convincenti e ben costruite. Ogni singolo personaggio è credibile nel suo escursus ed efficace nel ruolo assegnatogli. Tutti gli attori recitano a meraviglia e fino alla fine si resta col fiato in gola, incuriositi da come andrà a finire. Il finale è d’autore, non è Tarantiniano, non ci sono esplosioni, sparatorie e colpi di scena, ma finisce come si lasciano finire (morire) i due personaggi simbolo ( e buoni ) della vicenda.
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