Partiamo dalla fine.
In tutto il film vagheggia la storia della lettera inviata dal Presidente degli Stati Uniti, Abramo Lincoln al maggiore Warren. Verità o bugia inventata da lui stesso per darsi un po' di rispetto, in un mondo dove ancora i negri sono considerati esseri inferiori? La lettera viene mostrata, ma mai letta. Lo farà in punto di morte lo sceriffo designato (sarà vero?) per il paese di Red Rock. La leggerà e solo lì scopriremo che si tratta di una lettera autentica, che incoraggia Warren a proseguira la sua lotta per la giustizia e per l'uguaglianza dei popoli. Un messaggio molto chiaro quello di Tarantino, contro ogni discriminazione e razzismo. Una volta letta la lettera, la accortoccierà e la butterà in terra. Ora, quella lettera così importante e da sempre custodita gelosamente da Warren, non serve più. Entrambi stanno morendo dissanguati, all'interno dell'emporio di Minni. Un emporio in cui tutti sono morti. Nessun superstite.
L'8° film di Tarantino lascia ancora una volta il segno, non tanto per il 70mm, trovata più che altro pubblicitaria, quanto per la stupenda sceneggiatura ricca di dialoghi che spiazzano in più occasioni lo spettatore. C'è una spiegazione a tutto, tutto viene annodato in un unico grande centro, che in quegli anni (ma anche oggi) pone il denaro alla base di ogni scelta di vita. Questa volta oltre al denaro c'è un sentimento legittimo, quello di un fratello che vuole salvare dalla forca la propria sorella.
Bellissime le atmosfere ricreate e ricercate della bufera di neve che scandisce e detta ogni scelta dei banditi e dei boia. Il film si apre con la bufera di neve e si chiude con la bufera che continua ancora a soffiare di notte all'esterno dell' emporio di Minni, tomba, sepolcro degli otto protagonisti, di Minni e dei suoi aiutanti.
[+] lascia un commento a mara65 »
[ - ] lascia un commento a mara65 »
|