The Hateful Eight |
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Un film di Quentin Tarantino.
Con Samuel L. Jackson, Kurt Russell, Jennifer Jason Leigh, Walton Goggins, Demián Bichir.
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Titolo originale The Hateful Eight.
Western,
Ratings: Kids+16,
durata 167 min.
- USA 2015.
- 01 Distribution
uscita giovedì 4 febbraio 2016.
MYMONETRO
The Hateful Eight ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() |
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Tarantino si ama o si odia? No
di Marco LanciniFeedback: 200 | altri commenti e recensioni di Marco Lancini |
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mercoledì 10 febbraio 2016 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Archiviata la guerra tra Stati Uniti e Stati Confederati d'America, l'alba dell'era della ricostruzione nello spopolato Wyoming sorge sui sentieri rocciosi di una natura avversa, dove corre la diligenza del cacciatore di taglie John Ruth, in viaggio per assicurare alla giustizia della cittadina di Red Rock la fuorilegge Daisy Domergue in cambio di una taglia da 10.000$. Durante il percorso i due incontrano prima il Magg. Marquis Warren, ex nordista negro in possesso di una preziosa corrispondenza con Lincoln e poi Chris Mannix, ex manigoldo sudista bianco, il quale millanta un'inverosimile investitura come nuovo sceriffo della cittadina di Red Rock. I primi capitoli di 'The Hateful Eight' sono un perfetto sunto del dualismo americano, indesiderato lascito della Guerra di Secessione nel corpo civile, rafforzato da una regia che contrappone sapientemente gli sconfinati spazi della wilderness del Nord al claustrofobico interno della berlina in cui avvengono i dialoghi. Tarantino, giunti i nostri all'Emporio di Minnie, completa il proprio scacchiere con un anziano Generale sudista, un boia, un cowboy ed un messicano. È in questo momento però, quando l'intreccio raggiunge la propria fase saliente che la sceneggiatura inizia a venir meno. Gli odiosi otto danno vita ad un western non convenzionale, ibrido tra Hitchcock e giallo di Agatha Christie, che si rivela incompiuto sotto il profilo dell'imprevedibilità e del mordente. Intendiamoci, gli spunti non mancherebbero. Tarantino getta la maschera e si rivela come mai fino ad ora cineasta dal forte richiamo politico: i suoi otto sviscerano i temi della giustizia civile legale e passionale, la messa a punto della stessa e la legittimità della difesa. I virtuosismi dietro la camera neppure, l'uso prolungato del piano sequenza proietta lo spettatore in un tempo cinematografico senza costrizioni, in una realtà che si dimostra però viziata dalla sua stessa staticità. La pellicola procede orfana di personaggi memorabili nonostante lo sconfinato uso del dialogo che scimmiotta le reservoir dogs ambasciatrici di passati successi e fortune, e legittima nello spettatore le perplessità circa un uso teatrale più adatto alla pièce. I personaggi muovono nei propri interlocutori ragionevoli dubbi, da cui scaturiscono confronti dialettici orientati alla persuasione che l'identità supposta corrisponda a quella reale ed è proprio quando le parole vengono meno che si comincia a dar voce ai revolver, ma neppure la violenza pulp, vero marchio di fabbrica del regista, questa volta corre in suo soccorso dando una svolta alla deriva narrativa intrapresa dal film. Il risultato è un terzo capitolo da relegare al ruolo di meno riuscito della fin qui notevole trilogia storica. Per concludere, degno di nota è ancora una volta il lavoro del fedelissimo Samuel L. Jackson, attore feticcio che si dimostra pienamente all'altezza del suo predecessore Christoph Waltz.
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