Tarantino, come al solito non sbaglia un colpo......e fin quì niente di nuovo direte!
Visto ieri sera in Panavision su uno schermo di 30 mt di larghezza nel cinema migliore d'europa in assoluto.....l'ottavo film del diabolico Tarantino si rivela in tutta la sua maestosità, grazie anche al 70mm.
Nei pochi minuti girati all'aperto, paesaggi sconfinati mozzafiato fanno da cornice al vero teatro di scena: bloccati dalla neve, i personaggi del film, nell'angusto ricovero....si rivelano per quello che sono: banditi, cacciatori di taglie e i pochi apparentemente buoni, per il regista rappresentano l'indole violenta insita nell'uomo e soprattutto nella civiltà americana.
Non ha caso siamo nei primi anni dopo la guerra civile e come in "Gangs of New York" di Scorsese viene descritta dettagliatamente, come mai, ancora adesso, la violenza sia nella maggior parte degli americani come l'unica soluzione possibile.
Una nazione relativamente giovane, nata da una guerra di indipendenza, da una tremenda guerra civile e dal genocidio dei nativi americani, non riesce ancora completamente a distaccarsi dalle sue radici violente e ancora , nel 21° secolo, riesce a imporre le proprie idee solo con la violenza e la tracotanza dei + forti.........
Credo che il messaggio di Tarantino stia tutto qui: un'accusa per niente velata di incapacità di superare le differenze senza la minima intenzione di usare l'intelletto ma solamente una feroce violenza.
Il film si snoda i capitoli.......fino al'Intermission, "voluto" non per la lunghezza del film, ma per separare la parte "filosofica e intellettuale" della vicenda, al finale violento e tipicamente "tarantiniano".
Ho rivisto nelle scene degli interni, tanto del "le iene", primo capolavoro del cineasta italoamericano: riuscire a tenere incollato allo schermo lo spettatore, su una narrazione che si svolge in pochi mq è bravura allo stato puro!
Credo di aver intercettato anche citazioni da altri film dove la scena si svolge in spazi stretti: da "10 piccoli indiani" di Pollock, a "la Cosa" di Carpenter, a "Carnage" di Polansky persino a "Indovina chi viene a cena?" di Kramer.....guarda caso opere dove si trattano problematiche di convivenza, di razza, di paura del diverso e tentativi per lo più vani di accomodare le cose in maniera "civile"....tutto in una stanza o poco +.
La recensione tecnica non può essere che ottima: dagli attori, tutti bravissimi e immersi perfettamente nella loro parte, alla fotografia, ai costumi e....alla musica: tenuta per ultimo per due motivi:
1)sarà probabilmente l'unico Oscar che vincerà questo film.
2)Morricone ci regala come al solito una partitura meravigliosa, perfetta, "sincronizzata" con lo scorrere della storia in maniera mostruosa....Azzardo: un non vedente,sentendo i dialoghi meravigliosi e questa musica fantastica riuscirebbe cmq a "vedere" la pellicola!!!!!
[+] lascia un commento a gabri66 »
[ - ] lascia un commento a gabri66 »
|